Disco

L’ultima folle idea di Pete Townshend

Il cantante e chitarrista dei leggendari The Who fa uscire“Who’s Next/Life House”, un enorme cofanetto che documenta il progetto di un’opera rock di fantascienza, che fu abbandonato e alla fine divenne “Who’s Next”, storico album del 1971

L’ultima «folle idea», così Pete Townshend definì il progetto di un’opera rock di fantascienza Life House, che fu abbandonato e alla fine divenne Who’s Next del 1971. Quella «folle idea» viene adesso documentata in Who’s Next/Life House, il nuovo enorme cofanetto degli Who che – con 10 dischi e 155 tracce – si tuffa in profondità nell’archivio per far luce sullo sviluppo di uno dei più grandi dischi della band e su un’idea grandiosa che (per lo più) è scivolata via. 

Ma il vasto concetto originale del cantautore, chitarrista e cantante degli Who non ha mai abbandonato la sua mente ed è stato rimodellato numerose volte in vari formati nel mezzo secolo successivo. Nella sua forma più elementare, il concetto originale di Life Houseprevedeva un futuro in cui un governo autocratico, in una terra devastata dall’inquinamento, impone un blocco nazionale in cui ogni persona è collegata a una rete di intrattenimento per distrarla. La musica diventa uno scomodo diversivo per il potere, mentre gli abitanti cercano la nota perfetta per creare una sorta di estasi musicale.

L’esaustivo cofanetto permette all’ascoltatore di osservare l’evoluzione di alcune delle canzoni migliori e più famose degli Who, tra cui Won’t Get Fooled AgainBaba O’Reilly (alias Teenage Wasteland), Behind Blue Eyes e Goin’ Mobile. Sebbene inizialmente previste per Life House, le canzoni alla fine furono pubblicate su Who’s Next.

C’è molto qui per i nerd degli Who per fare un tuffo in profondità. Una cosa affascinante è sentire la differenza tra i demo, cantati da Townshend, e le versioni che alla fine furono rilasciate con la voce distintiva di Roger Daltrey, incluso l’urlo epico che definì la versione ufficiale di Won’t Get Fooled Again.

Townshend scrive le note di copertina per i demo originali di Life House che ha registrato nel suo studio di casa, lavorando instancabilmente con alcune delle prime tecnologie di sintetizzatori. La sua devozione al materiale ricorda quella di altri artisti dell’epoca, in particolare le sessioni di Smile di Brian Wilson e dei Beach Boys, che lottano per tradurre le idee e le canzoni nella loro testa in un prodotto finito.

In effetti, secondo quanto riferito, Townshend è stato sul punto di avere un esaurimento nervoso mentre elaborava il materiale. «Devo dire che sono ancora così delirantemente orgoglioso del lavoro che ho fatto su questa musica», scrive Townshend. «Quando gli Who lo eseguono sul palco, a volte faccio una piccola preghiera di gratitudine a quel giovane che ero una volta e che ha lavorato così duramente su questo per diverse settimane in quel minuscolo studio pieno di dozzine di pezzi di nastro esclusi, montati per renderlo volare».

Come bonus aggiuntivo, il cofanetto include anche altre canzoni registrate all’epoca, una graphic novel Life House e due concerti completi del 1971 che mostrano gli Who nel loro periodo migliore, debuttando con alcuni brani apprezzati dal pubblico come Pinball Wizard e My Generation.

1 Comment

  • Giuseppe Magrini Settembre 15, 2023

    Sicuramente il cofanetto lo comprerò… Troppo importante capire e sentire il percorso evolutivo di Pete su questo lavoro che è forse il miglior concept della storia del rock.

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