– Mercoledì 10 luglio il poeta e cantante presenta il suo nuovo progetto in apertura del Marranzano World Fest di Catania
– «È nato come un libro, poi è diventato una performance fino a trasformarsi in un disco: una sorta di working in progress»
– «È un testo che racconta l’Isola come luogo attraversato da varie popolazioni, ognuna delle quali ha lasciato un segno»
Casa Munnu è una casa aperta, spalancata al vento, al sole, alla pioggia, al mare d’inverno, al cielo stellato, ai campi della Sicilia interna
Biagio Guerrera
Casa Munnu è il rudere scoperchiato della copertina dell’omonimo album. Ed è il nome di un progetto nato come libro di poesie, sviluppatosi come recital in giro per l’Isola e diventato un disco che il suo autore, il poeta e cantante Biagio Guerrera, insieme con i compagni di avventura Puccio Castrogiovanni e Riccardo Gerbino, presenterà mercoledì 10 luglio, alle ore 19, nel giardino della Biblioteca comunale di Catania come “live opening” del Marranzano World Fest 2024.
La scrittura arriva spesso come una voce che registro sul telefonino, a volte direttamentecome canto, a volte invece sono gli amici che mi regalano la musica per le mie parole
Subito dopo la pubblicazione del libro nel 2021, è diventata una performance. «All’inizio con l’accompagnamento e la consulenza di Puccio Castrogiovanni, e ogni tanto c’erano degli ospiti», racconta Guerrera. «A un certo punto si è aggiunto Riccardo Gerbino, unendosi poi in maniera stabile. Con lui il progetto si è consolidato e abbiamo deciso di registrare. È stato una sorta di working in progress».
Casa Munnu è una casa ospitale, aperta agli amici, agli animali, c’è un’atmosfera familiare, vino, canzoni, odore di cibo buono
Nel corso di questo rodaggio sui palchi della Sicilia, dagli incontri e dalle sensazioni, si sono aggiunti altri materiali che non fanno parte del libro. «Nella performance ci sono testi estratti da Casa Munnu, ma anche altre cose», spiega l’autore. «Ci sono materiali che ho raccolto nel tempo, come Spiritu ru ventu che è nella mia primissima raccolta».
Dentro Casa Munnu si parla un siciliano risuonante, orale, impuro, meticcio, a volte “sbagliato”, un mondo sonoro dove sono entrato più di trent’anni fa e da cui non sono più uscito, un’atmosfera che siè sempre nutrita di teatro, di poesia, di musica
Casa Munnu è un disco più cantato rispetto al precedente A prossima vita. «Perché la voce è solo la mia, a differenza dell’altro», sottolinea Biagio Guerrera. «Ho voluto dare spazio anche a canzoni che avevo scritto in passato come Vuatri, che è stata inizialmente incisa dalla Jacaranda Orchestra: è un brano che avevo scritto per Sara Castrogiovanni, la figlia di Puccio, quando era incinta e così l’ho regalata a lei».
È un disco anche più mosso, più ritmato, più danzato, come Chista jè na danza o nel vorticoso duetto voce-marranzano su un sottofondo di percussioni in Allupacchiatu.
Casa Munnu è esposta alle emozioni, alla gioia, al dolore, all’amore, al pianto… è esposta alla vita, a tutti i suoi regali, anche quelli che non avremmo mai voluto ricevere
Biagio Guerrera
Ma Casa Munnu è anche piena di sofferenza, tormenti, interiori e filosofici, come il poemetto Armaleddi, sette minuti e mezzo di riflessioni, che parlano di trasformazioni, di ciò che siamo e di cosa c’è dopo la vita, della necessità di ascoltare la terra. Puro “spoken words” alla Linton Kwesi Johnson che affascina e ipnotizza sullo stile minimalista degli australiani Necks.
«Armaleddi è un poema nato in un momento molto delicato della mia vita», rivela. «Spesso, in queste situazioni, salgo in auto e comincio a vagare. Mi diressi fino ad Agira, ascoltando musica, quella dei Necks. Nel frattempo, dettavo testi al registratore. Di getto. Io ho sempre lavorato mettendo insieme poesia e musica. Da questi nastri, raccolti nel tragitto di andata e ritorno fra Catania e Agira, è nato il brano».
Casa Munnu è una casa aperta, spalancata al vento, al sole, alla pioggia, al mare d’inverno, al cielo stellato, ai campi della Sicilia interna
Casa Munnu è l’agriturismo Capuano, Gangi, Madonie. Cibo, accoglienza speciale e… vento sono le specialità della casa di Totò e Angela, dove è stato registrato l’album. E il vento soffia sin dalla prima traccia, Dedica, poi viene evocato in Spiritu ru ventu, per poi insinuarsi verso il finale in L’amicizia.
Una location voluta da Salvo Noto, il tecnico del suono, che crede che la musica debba essere registrata in luoghi reali, vivi, risonanti… una filosofia discografica perfettamente in linea con lo spirito del progetto.
«Casa Munnu è l’idea di una casa aperta, come l’immagine di copertina del disco, la foto evocativa di una casa senza tetto scattata nei miei giri nella Sicilia interna. È un po’ l’idea che il mondo è una casa e che, nello stesso tempo, ci sono dei luoghi che possono essere case ma sono aperti. Casa Munnu è anche il titolo di uno dei poemi contenuti nel libro. Racconto di tre luoghi, uno di questi è un’azienda della Piana di Catania dove c’è una associazione che fa agricoltura biologia occupando ragazzi immigrati e stranieri che si sono trasferiti in Sicilia per lavorare la terra. Alla fine, c’è un ragazzo che dice: “Dove sto è la mia casa”».
Le parole quando sono vive vanno dove vogliono e io mi auguro che questo Casa Munnu faccia tanta strada, magari a piedi per i boschi o per i borghi della mia amatissima
«Mi piace vedere Casa Munnu come un testo che racconta la Sicilia come luogo attraversato da varie migrazioni, da varie popolazioni che sono venute qui, ognuna lasciando un segno», conclude Biagio Guerrera. «E quindi c’è questa idea della Sicilia come luogo che storicamente ha accolto e preso qualcosa da tutti quelli che sono arrivati. È assodato che la scuola poetica siciliana è nata alla corte di Federico sull’influenza della poesia provenzale. Come se ci fossero anche lì degli esuli che hanno portato qualcosa che poi ha attecchito in Sicilia prendendo una sua forma specifica».
“Casa Munnu” verrà presentato in apertura alla XV edizione del Marranzano World Fest mercoledì 10 luglio nel guardino della Biblioteca comunale di Catania in via Etnea 529. Biagio Guerrera Biagio Guerrera (voce) sarà accompagnato da Puccio Castrogiovanni (marranzano, chitarra, flauti armonici, armonica a bocca, cori), Riccardo Gerbino (tabla e percussioni), Salvo Noto (field recordings) con gli interventi di Eleonora Bordonaro, Simona Di Gregorio, Marco Corbino e Giovanni Arena. Nella stessa serata, si esibiranno Nino Sergio, uno dei più importanti suonatori di friscalettu siciliano, e Nicolò Melocchi, flauti e doppi flauti dell’India, da Bombay al Rajasthan.