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U friscalettu incontra il bansuri

– Dal 6 al 14 luglio la XV edizione del Marranzano World Fest quest’anno itinerante fra Catania, le campagne dell’Etna e di Riposto. Il flauto di canna, nelle sue diverse declinazioni etniche, sarà lo strumento principe. Il programma
– Il messinese Nino Sergio, 85 anni, rappresenterà la Sicilia: «Il friscalettu peloritano è unico. È uguale al suono della zampogna». Dall’India arriva Hariprasad Chaurasia, dall’Africa Nour Eddine, dall’Iran Pajman Tadayon

È u friscalettu lo strumento principe dell’edizione 2024 del Marranzano World fest, che da quest’anno diventa itinerante e si svolgerà dal 6 al 14 luglio. Il flauto singolo o doppio di canna, frautu, fischiettu, frischiettu o faraùtu, uno strumento che ci riporta al mondo agreste, bucolico, legato alla terra siciliana, e che affonda le sue origini nel mito. 

Il friscalettu è lo strumento principale del folklore siciliano, insieme alla zampogna a paro, al marranzano e al tamburello. Risalendo alle origini «è stato durante la dominazione ellenica che è arrivato nell’isola grazie ai pastori greci. Fino alla prima metà del secolo scorso, veniva usato nelle feste da ballo o durante le lunghe giornate insieme al gregge». Ed è proprio mentre accudiva alle pecore che Nino Sergio ha cominciato a soffiare in un friscaletto. «Avevo 10/12 anni, lo suonava mio padre e io gli andavo appresso. C’era un cugino di mio padre che li sapeva fare e me ne aveva regalato uno».

Nino Sergio e Nunziata Crocetta al tamburo nel 1989

Nino Sergio, messinese di Giampilieri, sarà uno dei protagonisti del Marranzano World Fest. Anche se lui alla definizione di musicista preferisce quella di pastore: «Io mi ritengo pastore ancora oggi a 85 anni nonostante sia in pensione. Io sono nato e morirò da pastore». 

Nino Sergio però sognava di suonare la zampogna che si apprendeva dopo aver preso confidenza con la musica sui flauti di canna. «Ma non c’era alcun maestro capace di accordarla, così non ho potuto imparare sulla zampogna ma sui friscaletti. La zampogna l’ho imparata in un secondo tempo».

Al suono della zampogna, tuttavia, richiamano i friscaletti messinesi. Perché questi flauti di canna spesso variano di provincia in provincia. «A Catania, ad esempio, avete anche tre fischietti», spiega Sergio. «Ma sono tutti in do e fanno la stessa sonata. Qui i suoni sono due: un tenore e un baritono. Tutta un’altra procedura, uguale alla zampogna. Questi dei peloritani sono unici».

Ma lei ne ha mai costruito uno?

«Non sono all’altezza Per costruire un friscalettu devi avere un orecchio molto raffinato e una esperienza musicale da zampognaro. Giorgio Maltese (polistrumentista catanese e liutaio, ndr) ci riesce perché è un professionista nato, io no».

In quali occasioni suonava il flauto: feste, balli?

«Mentre pascolavo suonavo sempre. Suonavo per gli animali. Poi c’è stato un etnomusicologo che veniva dal Dams di Bologna, un certo Mario Sarica, incaricato da un professore di indagare su un libro del Settecento scritto da un francese nel quale aveva visto due ragazzini, due pastori evidentemente, che suonavano questi fischietti due alla volta. Questi due giovani sono in un bassorilievo dell’antica Grecia, ma qui da noi nel Messinese si sono sempre suonati e servivano ai ragazzini per passare da lì alla zampogna. Sarica mi chiese: “Nino ne sai qualcosa?”. “Io li suono”, gli risposi. “Ma per davvero?”, fece lui incredulo. “Se vuoi te lo faccio sentire”. E da lì si è parlato di me, e io e mio cognato siamo diventati importanti». 

Dall’alto verso il basso: il friscaletto siciliano, il bansuri induista, l’alghaita marocchina e il nay persiano

Nelle esibizioni al MWF presenterà «pezzi miei, vado ad orecchio, perché io sono un suonatore, non sono un musicista, non c’è uno spartito» e troverà dei compagni di avventura insoliti. La maestria antica dei suonatori siciliani di friscalettu e fraut’a paru incontrerà infatti il “canto dell’anima” del nay persiano, ma anche le festose ance rituali dell’alghaita marocchina e le moltitudini di aerofoni singoli e doppi di varie regioni d’Italia e del Mediterraneo, arrivando fino all’India con la straordinaria partecipazione del Maestro Hariprasad Chaurasia, vera leggenda vivente del bansuri, il flauto traverso di canna sacro alla cultura induista. 

Il programma del Marranzano World Fest

Questo nel dettaglio il programma della XV edizione del Marranzano World Fest che si svolgerà fra Catania, l’Etna e Riposto, «una edizione da ascolto più che da ballo», commenta il direttore artistico Luca Recupero:

  • Sabato 6 luglio: cena con concerto al tramonto presso Settevoci, casale immerso nella natura a Castiglione di Sicilia (Ct). Ad accogliere il pubblico, già dalle ore 17:00 saranno mercatini e laboratori. In programma una breve passeggiata per raggiungere la location del concerto, con inizio alle 21:00, che vedrà esibirsi i Settevoci Social Club & Guests, collettivo musicale nato attorno al duo Eye Drive e Jypsy Jobs, La Congrega del Mala – Movimento Autonomo per la liberazione dell’Arte, il polistrumentista catanese Giorgio Maltese e l’artista ucraino Yevhen Svatowsky. A concludere la serata un dj set, per ballare fino a notte inoltrata. 
  • Domenica 7 luglio: Settevoci sarà ancora lo scenario delle attività del Festival. Un’intera giornata all’ombra dell’Etna tra escursioni musicali, laboratori di danza e musica popolare, mercatini di strumenti musicali, pranzo interculturale, fino al concerto serale e una festa da ballo. Tra gli artisti che animeranno la giornata con le loro performance, ospiti internazionali come il francese Amaury Le Barde e l’ucraino Yehven Svatowsky, e nazionali come Giorgio MalteseSalvatore Perna e molti altri.  
  • Mercoledì 10 luglio: s’inizia alle ore 16:00 presso il Conservatorio “V. Bellini” di Catania con una introduzione alla musica indiana curata dal Maestro Nicolò Melocchi del Conservatorio “G. Verdi” di Milano con la straordinaria presenza della leggenda del bansuri Hariprasad Chaurasia e di Debopriya Chatterjee. Alle ore 19:00, la Biblioteca V. Bellini ospiterà il concerto sulla tradizione dei flauti e dei flauti doppi, dai Peloritani a Mumbai e al Rajastan con protagonisti Nino Sergio e Nicolò Melocchi e il concerto/recital ispirato alla raccolta di Biagio Guerrera Casa Munnu, che vedrà sul palco oltre al poeta anche Puccio CastrogiovanniRiccardo GerbinoGiovanni ArenaMarco CorbinoSimona Di Gregorio ed Eleonora Bordonaro.
  •  Giovedì 11 luglio: sarà la volta del concerto dedicato ai flauti dal Mediterraneo al Medio Oriente, con aperitivo a tema, che animerà dalle ore 19:00 la corte interna della Galleria d’Arte Moderna di Catania. Protagonisti saranno Nino Sergio, l’artista marocchino Nour Eddine e il musicista iraniano Pajman Tadayon. Alle 21:00, invece, la Sicilia incontra la Palestina con la doppia performance al Castello Ursino di Mimì Sterrantino insieme a Davide Campisi e dell’Orchestra Jacaranda con il cantante Faisal Taher.   
  •  Venerdì 12 luglio: dalle ore 10:00 fino alle 19:00 l’area pedonale antistante al Castello Ursino ospiterà laboratori di musica e danza tradizionale tenuti da Giorgio Maltese, Amaury Le Barde, Pajman Tadayon, Hiram Salsano e da Catello Gargiulo. In programma per le ore 21:00, invece, le esibizioni del trio di musicisti marocchini composto da Nour EddineAbdel Majid Karam e Yassin El Mahi, dell’ensemble palermitano Mystikos e dell’artista siracusano Carmelo Salemi.
  •  Sabato 13 e domenica 14: il Marranzano World Fest si reimmerge nella natura per la due giorni conclusiva negli spazi di Femminamorta, nelle campagne di Riposto(Ct). Si comincia sabato 13 con un concerto al tramonto dedicato al suono dei marranzani che vedrà come protagonisti Piero CorsoAtayaAmaury Le BardeYehven SvatowskyNicolò MelocchiHiram Salsano e molti altri. Gran finale, all’alba di domenica 14, con il concerto dei maestri del bansuri Pandit Hariprasad ChaurasiaDebopriya ChatterjeeNicolò Melocchi e del percussionista indiano Sanjay Kansa Banik.

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