Disco

I conflitti interiori irrisolti di Eminem

– Il nuovo album “The Death Of Slim Shady (Coup De Grâce)” pubblicato oggi doveva segnare la morte del suo alter ego, ma non sembra un capitolo finale
– Il rapper di Detroit: «È un album concettuale». I momenti migliori sono quando l’autobiografico Marshall Mathers prevale sul terrificante Mister Hyde

Ieri sera, alla viglia dell’uscita del suo dodicesimo album in studio, Eminem si è acceso sui social media per condividere un «annuncio di servizio pubblico». Nel post, nota che il disco è un «album concettuale» e condivide le istruzioni su come ascoltare correttamente The Death Of Slim Shady (Coup De Grâce). Il suggerimento è semplice: «Se ascolti le canzoni fuori dall’ordine di successione, potrebbero non avere senso». L’album vede apparentemente il rapper uccidere il suo alter ego Slim Shady. 

Il divario tra Slim Shady – l’antieroe da cartone animato, il Mister Hyde  – e l’autobiografico Marshall Mathers – il dottor Jekyll -, è stata la chiave del successo colossale che definisce una intera generazione. Abbandonarlo, quindi, avrebbe rappresentato un rischio. E, in effetti, The Death Of Slim Shady (Coup de Grace) non sembra proprio un finale. Ma non è neanche una continuazione. È un album misto, spesso confuso. Presenta alcuni dei migliori rap di Eminem in questi ultimi dieci anni, ma la sua penna è spesso smussata. 

Il singolo principale Houdini dà il tono al disco nel suo complesso. Come Batman indossa il mantello dopo un periodo prolungato lontano dagli occhi del pubblico, c’è un vero brivido nel sentire Eminem in piena modalità Slim Shady. Ma questo si dissolve presto: i riferimenti sembrano troppo ovvi, e quasi non aggiornati. Renaissance ritorna alla voce di Slim Shady del ‘99 mentre affronta temi di critica e autostima nella moderna industria hip-hop.

Evil approfondisce la psiche oscura e non filtrata del rapper di Detroit, offrendo un’esposizione riflessiva ma iperbolica del suo stato mentale e cade in aggressività e polemiche, oscillando tra rabbia, rimpianto e umorismo nero, mostrando l’abilità senza precedenti del rapper nella narrazione e nella complessità lirica. 

I miei seguaci sono come un culto satanico / Sì, mi ascoltano, come quando Manson parlava

Marshall Mathers, aka Eminem
da “Lucifer”

La chimica creativa con il Dr. Dre continua su Lucifer dove Eminem, fra cori gospel, passa tra i suoi personaggi, alle prese con la sua identità divisa e il suo passato tumultuoso, evidenziato nella consegna lucida ma caotica delle battute, tra cui: “I miei seguaci sono come un culto satanico / Sì, mi ascoltano, come quando Manson parlava”. Alla fine, lo ritrae come un provocatore e una vittima del suo stesso successo, con un’energia implacabile. 

Antichrist presenta un’altra performance lirica controversa e conflittuale mentre proclama: “La Gen Z ha fatto comin’ out”. Eminem si dipinge come un artista incompreso che combatte contro la società mentre lotta con i suoi demoni, ma la canzone passa senza lasciare il segno.

Questo album ha alcuni momenti positivi, a partire da Fuel, nella quale, assistito da JID, dipinge un quadro toccante del suo ambiente, catturando l’essenza della lotta per la sopravvivenza, mentre il verso di Eminem è alimentato da un gioco di parole implacabili, evidenziando la sua longevità e adattabilità nel rap: “Sono come un R-A-P-E-R, ho così tanti saggi. S.A.?”. 

Altri momenti pregevoli sono quando Marshall Mathers sembra uccidere Slim Shady. Sono quelli più intimi e riflessivi dell’album. Come in Temporary, intrisa di candida vulnerabilità e profondità emotiva, nella quale si rivolge a sua figlia mentre contempla la sua mortalità e mette a nudo le sue ansie. E, ancora, Somebody Save Me offre una narrazione autoriflessiva intrisa di rimpianti e desiderio di redenzione. Eminem confessa i suoi fallimenti come padre e l’impatto della sua dipendenza, offrendo uno sguardo alle complesse emozioni con cui lotta nella sua ricerca di espiazione. Ma il conflitto fra Marshall Mathers e Slim Shady resta irrisolto. Ed Eminem non riesce ad andare oltre.

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