Eventi

“Roda” è il “Crêuza de mä” di Eleonora Bordonaro

– Esce oggi il nuovo album dell’artista etnea omaggio alla Lombardia di Sicilia, al mondo gallo-italico di San Fratello: un miscuglio di idiomi e suoni sottolineati dallo “sgrignare” delle impertinenti trombette dei Giudei
– «“Roda” è donna, è uno squillo, una frustata e un trillo, uno schioccare di fruste e cavalli al galoppo, un urlo gridato in faccia alla morte, alla malinconia, alla solitudine. Con una risata»
– Un album realizzato dopo essersi immersa per quindici anni in questa enclave linguistica e culturale. «Mi sono accostata con rispetto, perché la festa dei Giudei non è folclore, non è superstizione, ma è un rito di fede»

C’è una Lombardia siciliana che abbraccia gran parte della zona centro settentrionale dell’Isola. «Città belle sono Aidone, Piazza Armerina, Nicosia: e sono quelle in cui è avvenuto un coagulo di gruppi lombardi. Ma sono belle anche Enna, Caltagirone, Scicli; Enna col suo castello di Lombardia, Caltagirone che segna il suo municipio con lo stemma di Genova; Scicli che venera San Guglielmo, città, insomma, alla cui storia diedero apporto uomini del nord», scriveva Leonardo Sciascia in La corda pazza.

Adelasia Del Vasto

Ma è fra terreni scoscesi, boschi e strade impervie che si arrampicano sui Monti Nebrodi, nel Messinese, che ancora oggi si possono rintracciare testimonianze di uno strano patois “antico” che fonde idiomi dell’Italia settentrionale – lombardo, ligure, piemontese – con elementi provenzali e siciliani. È il Lombardo di Sicilia o gallo-italico, che si sente parlare nelle strade e nelle piazze di San Fratello. Qui, alla fine del secolo XI, giunse Adelasia del Vasto, terza moglie di Ruggero I d’Altavilla, gran conte di Sicilia e Calabria e madre di Ruggero II, che fu nonno e precursore di Federico II, lo Stupor mundi. 

Donna non particolarmente bella, ma intelligente, ricca di fascino, energica e ambiziosa, Adelasia giunse per mare in Sicilia, sbarcò al porto di Messina, scortata da un nutrito gruppo di conterranei dell’Italia Settentrionale. Era la prima avanguardia di un flusso migratorio che si sarebbe insediato nella parte centrale dell’isola, dando origine alla “Sicilia Lombarda”, colonie longobarde nel cuore della Sicilia. 

Adelasia del Vasto è Roda, “lei” in sanfratellese, titolo del progetto che Eleonora Bordonaro, cantautrice e ricercatrice, ha portato a termine dopo quindici anni di studio. E di viaggi fra la sua Paternò e questo mondo quasi da favola, nel quale l’artista si è immersa apprendendo la lingua, soprattutto la difficilissima pronuncia, e coinvolgendo tutta la comunità nell’intento di realizzare un documento storico che fotografasse una realtà che lo spopolamento dei centri montani e l’emigrazione stanno rischiando di cancellare. «I Giudei sono legati alla mia curiosità di ricercatrice antropologica, umana», spiega Eleonora Bordonaro. «È l’abbraccio a una comunità, a una rete sociale che resiste a dispetto dello spopolamento dei borghi e che è un antidoto contro la solitudine. Essere radicato a una comunità è come essere confortato».

Eleonora Bordonaro fra gli Giudei (foto Gianluca Perniciaro)

Roda, lei, perché questo mondo patriarcale è osservato attraverso l’ottica di una donna. È attraverso le madri che l’idioma gallo-italico si tramanda. E sono le mogli a realizzare i coloratissimi costumi della storica Festa dei Giudei, consentendo ai loro uomini di trasgredire le regole per tre giorni durante la Settimana Santa.

E, Roda, infine, come “samba de roda” (samba in cerchio), perché anche i Giudei si mettono in formazione circolare quando suonano durante i giorni della Pasqua. E questi “diavoletti” o gruppi di “maschere” che gironzolano liberamente per tutto il paese durante la Settimana Santa, facendo “sgrignare” le loro caratteristiche trombe e disturbando le stesse manifestazioni religiose e processioni, sono il cuore pulsante e suonante di tutto l’album di Eleonora Bordonaro. Per metà sono uomini mascherati, con costumi coloratissimi e costosissimi, ricoperti di perline e paillettes. Il volto è nascosto sotto un elmo e un cappuccio, con cucita sopra una lunga lingua di stoffa e una croce sulla punta. Una via di mezzo tra gli incappucciati, la carta del Jolly, Elton John e un ufficiale d’armata napoleonico. Per l’altra metà sono cavalli, che della zona sono un simbolo, con tanto di fluente coda. Una leggenda, insomma. Vera e vivente. «Roda è uno squillo, una frustata e un trillo, uno schioccare di fruste e cavalli al galoppo, un urlo gridato in faccia alla morte, alla malinconia, alla solitudine. Con una risata».

Da un cavallo comincia il racconto. Dall’incontro con un cavallo bianco nel bosco di San Fratello, messo in poesia da Biagio Guerrera, tradotta dalla poetessa sanfratellana Benedetta Mondello. Iermanimei è il titolo del brano (in italiano si può tradurre “Animanimale”) con il quale Eleonora Bordonaro nelle vesti di un Virgilio in gonnella ci conduce lungo questo viaggio in cerca di autenticità. E di un sogno, una irrealtà. Forse una metafora, forse un viaggio alla Goethe in cerca di emozioni, forse un viaggio immaginario. Che parte da San Fratello, e va, oltre i Nebrodi, e come nel viaggio di Ulisse non ha come fine l’approdo, ma la navigazione che ci sta in mezzo, le persone, i luoghi, gli incontri.

Questo alone di sospensione fra realtà e sogno, e la lingua mista, chiamano necessariamente una musica meticcia, intrecciata, mischiata, che sappia far viaggiare come i libri di Salgari quando eravamo bambini. Dev’essere anch’essa una invenzione. Spesso parliamo di melting pot, quando si cita New York o Londra, New Orleans o Parigi, posti dove nel pentolone cuoce di tutto. Pensate al Mar dei Caraibi, dove navigando qui e là senti reggae, salsa, cumbia, vallenato, soca, r&b, son, reggaeton, merengue, compass e qualche altra decina di ritmi. Ma il Mediterraneo è il vero melting pot originale, diecimila anni garantiti, e tutt’ora in attività. E in questo mare si muove Eleonora Bordonaro, come Fabrizio De André in Crêuza de mä, rompendo le regole del gioco, irrompendo con la sua voce che unisce la tradizione e la modernità, il folk ed il punk, nel mondo patriarcale e misogino dei Giudei. Lo fa con rispetto, perché, come spiega, «la festa dei Giudei non è folclore, non è superstizione, ma è un rito di fede».

La tromba degli Giudei è un modello militare del 1884, ormai fuori produzione, a un pistone, che può fare poche note, ma più drammatica e adatta alla religiosità, mentre quella a tre pistoni è per la festa

Si entra nel paese, nel mondo reale, con Pinsier, scritta dal “giudeo” Alfredo Cracò che racconta storia di emigranti. Le marcette da banda dei Giudei si confondono con i canti alpini. La trombetta, come il kazoo di Paolo Conte o la vuvuzela sudafricana, “sgrigna” potente, monocorde, impertinente, irriverente, fastidiosa. «È stato un lavoro difficile artisticamente: conciliare l’anarchia delle trombette con il progetto musicale senza perdere la genuinità», sottolinea Puccio Castrogiovanni, orchestratore del progetto. La voce di Eleonora deve gareggiare in potenza per non farsi sommergere dal rimbombare dalle trombette intonate spesso dal vino. Riesce ad ammorbidirle in Amisg (“amici”), trasportandole in una morbida ballata dalle atmosfere alla Robert Wyatt, per poi trascinarle nell’allegra e divertente Giuriei, dove il testo dell’avvocato-scrittore Antonino Versaci viene adattato a una ritmica dub, resa rovente dall’assolo di marranzano di Castrogiovanni. 

Fra il tema di Bonanza, serie tv anni Sessanta, e l’Equipe 84 il brano Culaur sgargient (“Colori sgargianti”), scritto da Benedetta Mondello, che riflette gli sgargianti colori del costume dei Giudei. È pop-soul alla Sade Umbra vaganti, che fa riferimento al periodo fascista, quando i Giudei erano vietati. «Loro si vestivano di nascosto e andavano a suonare nelle campagne, nei boschi. A quel tempo usavano il corno animale, perché non avevano le trombe», racconta Eleonora Bordonaro. «Un atteggiamento ostile nei loro riguardi che continuò fino agli anni Ottanta».

Eleonora riesce ad addomesticare le petulanti trombette dei Giudei, riesce perfino a addolcirle in Ciro Zzirìan, una canzone nata come una ninna nanna: strepitosa l’interpretazione. È una ballata d’amore La duntanänza, il cui testo risale a Serafina Di Paola, già musicata dall’orchestra di Ambrogio Sparagna, e qui fatta propria dai Lautari e suonata con i plettri.

Alla fine, la storia dell’artista etnea s’incrocia con quella di San Fratello. Airàm Uoi, “Aiutatemi voi”, secondo singolo, scritto da Eleonora, è una preghiera e fa riferimento alla frana che nel 2010 spaccò San Fratello, contribuendo ad accelerare il fenomeno migratorio. «È una preghiera collettiva», spiega. «In quella tragica Pasqua non ci fu festa, ma tutti, compreso fra Giuseppe Maggiore, giudeo prima di farsi frate, portarono le trombe durante la funzione religiosa per suonare La Disgrazziera, per ringraziare la vita e affermare che insieme si può tutto perché, come diceva papà, bel tempo e cattivo tempo non dura tutto il tempo».

Gli Giudei accompagnano un rito di morte, prevedendone il percorso e anticipandone gli esiti. Sdrammatizzano, alleggeriscono grottescamente, rappresentano quella quota di fantasia, di inseguimento del futile. Quella dissipazione di energie alla ricerca di un divertimento che trovo irresistibile e necessario in ogni percorso di vita

Eleonora Bordonaro

Ed è proprio la voce del padre di Eleonora, registrata poco prima che morisse lo scorso giugno, a chiudere il brano. “U tempo malutempu on dura tuttu u tempu”. Scariche elettriche di marranzano squarciano come fulmini l’oscurità di un rock dark, dal ritmo dettato da una batteria incalzante. Si chiude con le trombette dei Giudei fra bersaglieri e Mameli, «la comitiva che ti alleggerisce un percorso doloroso legato a mio padre». Perché i Giudei, oltre a essere diventati amici, sono quelli che «accompagnano un rito di morte, prevedendone il percorso e anticipandone gli esiti. Sdrammatizzano, alleggeriscono grottescamente, rappresentano quella quota di fantasia, di inseguimento del futile. Quella dissipazione di energie alla ricerca di un divertimento che trovo irresistibile e necessario in ogni percorso di vita».

L’album Roda, realizzato con il contributo di NuovoImaie, esce oggi in digitale e in fisico. Il prossimo 6 aprile a San Fratello avverrà la “restituzione”, ovvero un incontro con la comunità e tutti coloro che hanno partecipato al progetto per condividere l’album. Che sarà presentato ufficialmente il 21 aprile a Catania da Zō Centro Culture Contemporanee con tutti i Giudei. In maggio, inoltre, mentre la Rai dorme, la Radio Svizzera si è assicurata un concerto di Eleonora Bordonaro e una serie di trasmissioni con lei conduttrice sulla storia del progetto e delle tradizioni musicali siciliani di ieri e di oggi. In ottobre, speriamo di incontrarla a Sanremo per il Premio Tenco.

1 Comment

  • Giuseppe Assisi Marzo 8, 2024

    Grazie Eleonora Bordonaro erede unica di una storia immensa,quella Meridionale ricca di Cultura e tradizioni che grazie a te rivivono da secoli fino ai nostri giorni.!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *