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Al cinema. Debutta il kolossal Dune 2

–  I film nelle sale questa settimana. Il sequel della saga di fantascienza con Timothée Chalamet è l’evento 
– In “Caracas” Toni Servillo e Marco D’Amore si muovono in una Napoli che ricorda Gotham City

DUNE – PARTE 2 fantascienza, diretto da Denis Villeneuve, con Timothée Chalamet e Zendaya. Durata 166 minuti.

«La prima parte era più contemplativa. Era la storia di un ragazzo vittima degli eventi che ha cercato di sopravvivere insieme alla madre Jessica. Questa seconda parte è più viscerale, più muscolosa, volevo fare un film più emotivo e spero che si avverta quest’emozione». Così il regista Denis Villeneuve parla di Dune 2, secondo capitolo della saga ispirata al celebre romanzo Dune di Frank Herbert, che inizia esattamente dalla fine della prima parte. Ovvero con gli eserciti del barone Vladimir Harkonnen (Stellan Skarsgard) che hanno ripreso il pianeta desertico di Arrakis, compreso il controllo della fornitura di quella preziosa merce psicotropa nota come Spice. «Siamo passati dalla prima parte direttamente alla pre-produzione della seconda per portarla al mondo il più rapidamente possibile», sottolinea ancora Villeneuve. «Rivedere il tuo ultimo film fa sì che tu veda solo gli errori che hai fatto, almeno così capita a me. Per la prima volta avevo però una seconda chance: potevo tornare indietro, rivisitare un mondo e farlo meglio».

In questa parte due della saga Paul Atreides (Timothée Chalamet), erede della Casa Atreides in cerca di pace, e sua madre Lady Jessica (Rebecca Ferguson) fuggono nel deserto. Qui Paul incontra Chani (Zendaya), una ragazza che ha visto in premonizioni, e si unisce ai Fremen che ormai lo vedono sempre più come un messia, un predestinato sul sentiero della vendetta contro i cospiratori che hanno distrutto la sua famiglia. Dice invece Chalamet: «Paul è la stessa persona del primo film, ma evolve. Non è più la figura infantile che abbiamo conosciuto all’inizio, è un giovane che riceve una chiamata al ruolo di guida di cui non è necessariamente entusiasta ma che abbraccia tra molti dubbi». La scena più difficile? «Il duello. L’allenamento è iniziato dal primo giorno. Ho imparato la coreografia del combattimento con il personaggio del principe di Harkonnen a Los Angeles. Austin Butler, che lo interpretava, è stato un compagno di lotta incredibile. E l’intera sequenza era semplicemente epica, non trovo altro modo per definirla». 

In tutto il film ci sono scontri di civiltà, un ecosistema malato in cui l’acqua è più preziosa dell’oro, il pericolo dei fondamentalismi religiosi e, infine, gli enormi vermi della sabbia del deserto che possono, con grande coraggio, essere cavalcati una volta richiamati o ingoiare interi villaggi e montagne. Dice poi Rebecca Ferguson del suo personaggio di Lady Jessica: «In questo momento è una donna che ha perso tutto – suo marito, la sua casa, la sua gente, il suo pianeta – ed è stata gettata nell’ignoto, quindi non potrebbe essere in uno stato più vulnerabile. Passa dall’essere madre protettiva a prendere il comando quando diventa una reverenda». Voto: 4 su 5

CARACAS drammatico, diretto da Marco D’Amore, con Marco D’Amore e Toni Servillo.

Una Napoli senza sole, umida, che sembra Gotham City, tra fascismo e Islam, è quella che racconta Marco D’Amore nel suo terzo film tratto dal libro Napoli Ferrovia di Ermanno Rea. Tra realtà e sogno, di scena la singolare vicenda di Giordano Fonte (Toni Servillo), scrittore napoletano che, tornato nella sua città dopo alcuni anni, scopre di essere in piena crisi creativa.

È una città che non riconosce più, ma l’incontro con Caracas (D’Amore), un uomo inquieto alla ricerca di un senso che milita nell’estrema destra e che sta per convertirsi all’Islam, lo rimette in corsa, lo riapre alla scrittura. Giordano si ritrova così dentro un’avventura nera in una Napoli troppo bagnata, tra fascisti che picchiano neri e islamici e questi ultimi che pregano in precarissime moschee. Per tutti un incubo: per fortuna c’è l’amore impossibile tra Caracas e Yasmina (Lina Camelia Lumbruso), musulmana eterodossa che potrebbe salvarlo da se stesso.

«Inclassificabile, inspiegabile, com’è inspiegabile la vita e che un vecchio scrittore si avvicini a uno come Caracas» dice D’Amore. Mentre Servillo sottolinea: «È stata un’emozionante circostanza ritrovarmi a lavorare con Marco che è cresciuto nella mia compagnia teatrale. È bello che oggi sia lui a dirigermi. Questo film ha un linguaggio complesso su argomenti complessi. Poi c’è il romanzo di Rea che conoscevo e amo. Quello di Ermanno Rea è un diario esistenziale. Giordano Fonte fa i conti con sé stesso. Ma ha incontrato realmente quello strano personaggio, di cui non rivela mai l’identità o il nome, che noi chiamiamo Caracas». 

È un film politico?

«Sarebbe riduttivo definirlo tale, anche se offre spunti e riflessioni legate alla politica. Quando Caracas incontra l’Imam, gli chiede: cosa date alla vostra gente per tenerla insieme che noi non siamo capaci di dare?». Voto: 3.5 su 5

ESTRANEI sentimentale, diretto da Andrew Haigh, con Andrew Scott e Paul Mescal. Durata 105 minuti.

È ambientato a Londra dove una notte, in un palazzo semivuoto, Adam (Andrew Scott), fa la conoscenza del suo vicino Harry (Paul Mescal). È un incontro casuale ma che a entrambi sembra essere avvenuto per un motivo. I due iniziano a frequentarsi e la vita monotona di Adam sembra cambiare in fretta. La loro profonda relazione risveglia i fantasmi del suo passato che decide di voler affrontare insieme a Harry.

Primo tra tutti, tornare nella sua casa d’infanzia dove non è più stato da oltre trent’anni, e cioè da quando sono morti i suoi genitori (Claire Foy e Jamie Bell) e lui era ancora un bambino. Arrivati lì, Adam scopre sconcertato che sua madre e suo padre abitano ancora in quella casa, sono vivi e hanno la stessa età dell’ultima volta che li ha visti… Voto: 3.5 su 5

IL VENTO SOFFIA DOVE VUOLE drammatico, diretto da Marco Righi, con Jacopo Olmo Antinori e Fiorenzo Mattu. Durata 108 minuti.

Ci troviamo in un piccolo paese degli Appennini dove il giovane e devoto Antimo (Jacopo Olmo Antinori) vive una vita tranquilla tra la chiesa locale, i casti appuntamenti con la fidanzata e la stalla dove lavora pigramente con il padre. Un giorno incontra Lazzaro (Fiorenzo Mattu), un uomo semplice e selvaggio che lavora come aiutante nella vicina fattoria. Antimo vede una scintilla in Lazzaro e si propone di convertirlo. La religione che inizia a insegnargli non rispecchia però quella che ha imparato al catechismo. È una lettura personale del cristianesimo, che conduce i due su sentieri non battuti, senza via di ritorno. Voto: 2 su 5

LA SALA PROFESSORI drammatico, diretto da Ilker Çatak, con Leonie Benesch e Leonard Stettnisch. Durata 98 minuti.

Si svolge in una scuola media tedesca. Carla Nowak (Leonie Benesch), una giovane insegnante di matematica e educazione fisica è entrata da poco a far parte del corpo docente. Carla è al suo prima lavoro, e lo affronta con passione e idealismo. Tutto procede per il meglio fino a quando cominciano a verificarsi dei piccoli furti all’interno della scuola.

Il principale sospettato di questi furti è un alunno turco, quando viene sottomesso a un umiliante interrogatorio dalla preside, Carla prende a cuore il suo caso e decide di indagare segretamente in prima persona per scoprire la verità. Usando la videocamera del suo computer e un portafogli come esca, riesce a registrare il braccio di qualcuno che lo ruba. Carla riconosce il braccio, è quello di Friederike Kuhn (Eva Löbau), una segretaria dell’istituto che quel giorno indossava la stessa camicia. La Kuhn è anche la madre di un allievo di Carla e questo metterà in crisi la giovane insegnante e innescherà una serie di conseguenze negative che le si ritorceranno contro. Voto: 3 su 5

MY SWEET MONSTER animazione, diretto da Viktor Glukhushin, Maxim Volkov, con Lyubov Aksyonova e Aleksey Chumakov. Durata 98 minuti.

È la storia della principessa Barbara (voce originale Lyubov Aksyonova), che sogna un giorno di poter sposare il principe Edward e passa le sue giornate leggendo storie d’amore. Quando la principessa compie 16 anni, suo padre, il re Elia decide di darla in sposa a un arrogante postino di nome Joyce. Ma Barbara scappa dal palazzo reale che il padre ha trasformato in una gabbia dorata. Arrivata in mezzo al bosco incontra il buffo mostro Bogey e il suo amico Coniglio. La giovane principessa decide di rimanere a vivere con loro, mentre il re e tutti i suoi sudditi sono occupati a cercarla pensandola rapita. I suoi nuovi amici la aiuteranno a incontrare il principe Edward ed a salvare il regno da una terribile minaccia… Voto: 2 su 5

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