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Rai, da TeleMeloni a TeleTafazzi

– L’ormai probabile passaggio di Amadeus a Nove fa seguito alla transumanza cominciata con Fazio, Augias, Berlinguer e Gramellini, ma è ancor più grave per l’importante ruolo che il conduttore di Sanremo ha avuto nel far recuperare ascolti alla Tv di Stato
– «È una scelta di vita. Non c’entrano i soldi», spiega Fiorello che potrebbe seguire l’amico. Un contratto di quattro anni per Ama e la direzione di tutto l’intrattenimento della rete. Carlo Conti dovrebbe tornare alla guida del Festival, De Martino verso “Affari tuoi”

Se la Rai fosse un’azienda quotata in Borsa, oggi sarebbe al tracollo. Se TeleMeloni doveva essere una rivoluzione culturale e di ascolti, allora si può dire che gli italiani l’hanno rigettata. E dovremmo allarmarci anche e soprattutto per le sorti del Paese (e già ci sarebbe ben donde). A dirlo sono i dati – e non quelli fuorvianti che ogni giorno snocciolano i Tg della Tv di Stato a sostegno del governo – ed i fatti.

IL FLOP. Cominciamo dai numeri, che attingiamo dall’Osservatorio sulle Comunicazione di Agcom, secondo il quale nei primi nove mesi dell’anno scorso i telegiornali della Rai nella fascia serale hanno perso su base annua il 6,3% degli ascolti giornalieri, passati da 9,75 a 9,14 milioni di spettatori, con una riduzione per il Tg1 delle 20:00 che ha toccato la spaventosa cifra dell’8,0% passando da 4,61 a 4,24 milioni di spettatori. Regge a malapena il Tg3 delle 19 che ha perso soltanto il 3,5% dello share. Ma a rendere ancor più evidente il fallimento della “nuova narrazione” chiesta dalle destre è soprattutto il dato del Tg2 che è letteralmente collassato nella sua edizione di punta, quella delle 20:30, segnando uno spaventoso -11%, passando da 1,25 a 1,11 milioni di spettatori.

Fabio Fazio

Passando ai fatti, osserviamo: gli ascolti imbarazzanti che hanno convinto ad accantonare il programma di Pino Insegno (che invece dell’Eredità avrà Reazioni a catena), Tango di Luisella Costamagna fermatosi al 2%, ascolti bassi per Nunzia De Girolamo, Max Giusti, flop altalenanti per Caterina Balivo, arranca il trasferimento di Serena Bortone, Monica Giandotti al posto del pensionato Maurizio Mannoni non fa meglio, Manuela Moreno ha chiuso il suo Filo Rosso con un triste 2,2% e Monica Maggioni, nonostante l’impegno, non riesce a portare a casa i numeri di Lucia Annunziata. Fino al nuovo show di Chiara Francini che sprofonda al 13.9% con 2.1 milioni di spettatori. Al contrario, tutti coloro che hanno lasciato viale Mazzini si godono il successo sulle altre reti, a partire dal clamoroso risultato di Fabio Fazio sul Nove, a Bianca Berlinguer su Rete 4 fino a Massimo Gramellini e Corrado Augias su La 7. 

LA RISALITA. Ad evitare il tracollo dell’azienda di Stato è stato il sergente mandato allo sbaraglio nel 2020 al Festival di Sanremo. Si pensava che sarebbe stata una edizione di transizione, invece Amedeo Umberto Rita Sebastiani, in arte Amadeus, sul palco dell’Ariston rimarrà cinque anni cinque, eguagliando i record di gente che la televisione l’ha inventata, come Mike Bongiorno e Pippo Baudo. 

Non solo. Quel geometra sfiorato e dj di provincia improvvisamente è assurto al ruolo di nume tutelare della televisione. Grazie ai suoi ascolti record con il Festival e con Affari Tuoi, il famigerato “gioco dei pacchi”, riesce a invertire la parabola discendente del Tg1, portando Rai1 a uno strepitoso prime time nei primi tre mesi del 2024 e nelle casse di Viale Mazzina una raccolta pubblicitaria di quasi 100 milioni di euro.

I RETROSCENA. Ma ecco che TeleMeloni si trasforma in TeleTafazzi (ve lo ricordate? Era il personaggio di Giacomo Poretti, del trio Aldo Giovanni e Giacomo, che si batteva con una bottiglia di plastica). E che fa? Non paga dei flop registrati ogni qual volta ha occupato uno spazio con un proprio adepto, dapprima tenta di piantare la bandierina del centrodestra anche a Sanremo – raccomandando Povia (vicino alla Lega) in gara e Mogol (in quota Fratelli d’Italia) come consulente di Amadeus, secondo quanto rivela Renato Franco del corriere.it – e poi snobba le richieste (legittime, visti i risultati) del conduttore. Che sono qualche soldo in più e un nuovo programma, ma soprattutto piena libertà e autonomia. Qualcosa che in una televisione di regime non può essere accettato.

Amadeus e Fiorello a Sanremo

L’AMICO “CIURI”. «Amadeus ha fatto questa scelta. È una scelta di vita. Non c’è dietrologia, non ci sono soldi o tutto quello che si sente: vuole nuovi stimoli…», commenta Fiorello. Proprio l’amico “Ciuri”, il compagno di RadioDeeJay, il complice in cinque Festival, ieri mattina si è lasciato scappare: «Amadeus lascia la Rai e va al Nove. No, non scherzo». 

Secondo il sito Dagospia, l’accordo sarebbe stato firmato giovedì scorso. Amadeus potrebbe portare in dote I Soliti Ignoti (il contratto per i diritti del format è in scadenza) e avrebbe la direzione di tutto l’intrattenimento di Nove. In ballo anche una serie di prime serate legate alla musica, in cui Amadeus metterebbe in campo l’esperienza del quinquennio da direttore artistico e conduttore di Sanremo. Il contratto che legherà il conduttore al gruppo Warner Bros. Discovery dovrebbe avere una durata quadriennale, come quello offerto al collega Fabio Fazio, emigrato lo scorso autunno per una cifra che si aggirerebbe intorno ai dieci milioni di euro. Numeri che si ripeteranno con ogni probabilità anche per Amadeus.

Secondo quanto sostiene sempre il sito di Roberto D’Agostino, l’intesa aprirebbe la strada anche a Fiorello: dopo l’estate, toccherà anche a “Ciuri” passare al “nemico”, anche se l’interessato nega: «Io? Nessuno mi ha offerto niente e, se mi offrono, sono blindato da un contratto con il mio divano. Dopo Viva Rai 2 sono fermo, nulla». Ma ribadisce anche di essere «libero». «Il mio contratto inizia alla prima puntata di un programma e finisce all’ultima», sottolinea. Dopo il 10 maggio si vedrà. 

LA REPLICA RAI. L’annuncio ufficiale potrebbe arrivare già lunedì, o al massimo martedì, dopo un incontro tra il conduttore e il direttore generale della Rai, Giampaolo Rossi. Ma nel clima infuocato di queste ore non si escludono sorprese, e i vertici Rai smentiscono le ricostruzioni, facendo circolare altre voci, che rafforzano l’ipotesi dell’imminente divorzio. Secondo queste indiscrezioni, Amadeus avrebbe «espresso il desiderio di costituire una società di produzione propria con la quale produrre dei format da vendere alle tv. Un modello, uguale a quello che aveva Fazio, che però ormai in Rai non è più applicabile, visto che, con le nuove regole, chi produce non può condurre». E si fa riferimento anche a un programma che Amadeus avrebbe chiesto per la moglie Giovanna Civitillo.

IL PRECEDENTE. L’ultima volta che Amadeus ha cambiato strada, non gli è andata bene. Era il 2006 e l’uscita dalla Rai fu un flop che lo costrinse ad anni di anticamera, ricostruendo pezzo dopo pezzo una carriera, fino al quinquennio meraviglioso di Sanremo, ma arrivato dopo tanti, tantissimi sacrifici. Solo nel 2013, infatti, Amadeus era nel cast di Tale e Quale Show, format considerato appunto per bolliti desiderosi di rilancio.

Poi, piano piano, da modesto dj di provincia assurse a nume tutelare della tv italiana. E oggi le condizioni sono molto diverse. Amadeus ha un peso specifico e un potere contrattuale assai diverso da quel 2006. Non solo. Il passaggio di Fabio Fazio l’estate scorsa e gli ottimi ascolti del suo Che Tempo Che Fa quest’anno sono una sicurezza. 

L’uscita di scena di Amadeus apre la strada a nuovi talenti. Chi prenderà il suo posto? Stefano De Martino appare il candidato favorito per Affari Tuoi. Al Festival di Sanremo, l’aziendalista Carlo Conti è davanti rispetto ad Antonella Clerici e Alessandro Cattelan.

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