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L’ammutinamento dell’ex soldato Amadeus

– Ufficializzato il divorzio dalla Rai. Il messaggio d’addio: «Mai chiesto programmi per miei familiari». «Ora è tempo di nuove sfide professionali e personali». Il 10 maggio ultima apparizione a VivaRadio2 con Fiorello?
– La storia di un simbolo della mediocrità, diventato generale e “re Mida” degli ascolti. Un durissimo colpo per TeleMeloni. I nuovi scenari aprono la strada al ritorno di Carlo Conti al Festival di Sanremo

«Quest’uomo deve il suo successo al fatto che in ogni atto e in ogni parola del personaggio cui dà vita davanti alle telecamere traspare una mediocrità assoluta, unita (questa è l’unica virtù che egli possiede in grado eccedente) ad un fascino immediato e spontaneo spiegabile col fatto che in lui non si avverte nessuna costruzione o finzione scenica: sembra quasi che egli si venda per quello che è e che quello che è sia tale da non porre in stato di inferiorità nessuno spettatore, neppure il più sprovveduto».

IL RITRATTO DI UN EX SOLDATO. È il ritratto di Mike Bongiorno, buonanima, anatomizzato da Umberto Eco nella celeberrima Fenomenologia del 1961. Come spiega lo scrittore e semiologo, la popolarità del presentatore di Rischiatutto era dettata dal fatto che fosse «un esempio vivente, e trionfante, del valore della mediocrità. Non provoca complessi di inferiorità pur offrendosi come idolo, e il pubblico lo ripaga, grato, amandolo. Rappresenta un ideale che nessuno deve sforzarsi di raggiungere perché chiunque si trova già al suo livello».

Se si riflette, è un ritratto nel quale si potrebbe rispecchiare Amedeo Umberto Sebastiani, in arte Amadeus, nato nel 1962 a Ravenna, ma veronese d’adozione. Ex dj di provincia, primi passi in tv con Deejay Television e Festivalbar, poi su Rai1 come conduttore prima di Domenica In, poi di Mezzogiorno in famiglia L’eredità. Sempre a posto, perfettino e perbene, simpatico, uno che sembrava destinato a fare il secondo per tutta la vita, quello che Fiorello si porta dietro come le belle a scuola si portano dietro l’amica bruttina. Per anni la domanda rituale era: «E Sanremo?». Lui rispondeva immancabilmente con un sorriso: «Non lo so, quando sarà il momento, ci sono altri più bravi…». Alla fine, l’occasione tanto attesa è arrivata. E lì il soldatino Amadeus, con l’ingenuità sventata del debuttante, ha cominciato la sua trasformazione. Un po’ come le “Povere creature”, nel giro di cinque anni si è trasformato nel generale Frankesteus. Che finisce per credersi tale fino a esserlo davvero, come il generale Della Rovere di Rossellini. Nel loro Dna c’è quello di milioni di italiani.

Amadeus, cinque Festival di Sanremo come Mike Bongiorno e Pippo Baudo

Amadeus ha assunto il timone della corazzata di Rai1 grazie all’endorsement di Fiorello. Quando ha cominciato era il quasi presentatore. Ha vinto perché nessuno lo prendeva sul serio. Via via ha assunto un potere sempre maggiore, che s’ingigantisce, talvolta si fa discrezionale, travalica il senso della misura, e cresce con una progressione direttamente proporzionale all’impreparazione e alla debolezza della tv generalista, ridotta a un reality show, passerella di influencer. 

Il mistero gaudioso di Amadeus si nasconde nelle banalità rassicurante, mentre altri – Alessandro Cattelan – spargono ansia ogni volta che aprono bocca. È entrato con il suo suadente sorriso nei salotti tutto limoncelli e rosoli di nonna Speranza, che adesso rappresenta il suo zoccolo duro. Nei sondaggi e negli ascolti. Si è mosso come fece il maestro elementare di Arzano (quello di “Io speriamo che me la cavo”) fra i temi dei suoi allievi: piluccando fra gli idoli e i nipotini di nonna Speranza. E si è costruito una fortuna personale di consensi e ascolti. Lo swiffer delle polemiche – come lo ha genialmente definito l’amico “Ciuri” – non è stato neanche scalfito da polemiche e gaffe che avrebbero cadere teste. 

Nel pieno dei suoi poteri si è dichiarato antifascista ed ha intonato Bella Ciao nell’epoca di TeleMeloni. Ha invitato i trattori a salire sul palco dell’Ariston facendo sudare sette camicie ai vertici Rai. E, alla fine, ha alzato la cresta davanti a chi gli chiedeva obbedienza e disciplina. Ha preferito la libertà e l’autonomia, pur sapendo che una prima volta gli andò male, anzi malissimo. Era il 2006 e l’uscita dalla Rai fu un flop che lo costrinse ad anni di anticamera, ricostruendo pezzo dopo pezzo una carriera, fino al quinquennio meraviglioso di Sanremo, ma arrivato dopo tanti, tantissimi sacrifici. Solo nel 2013, infatti, Amadeus era nel cast di Tale e Quale Show, format considerato appunto per bolliti desiderosi di rilancio. Poi, piano piano, la risalita del modesto dj di provincia a nume tutelare della televisione italiana.

LA RAI PERDE PEZZI: Dall’alto verso il basso: Fabio Fazio e Luciana Littizzetto, Bianca Berlinguer, Corrado Augias, Massimo Gramellini, Roberto Saviano e Amadeus

A confortarlo, questa volta, le esperienze di altri colleghi. Dallo scorso anno, in pratica, è cominciato un esodo da TeleMeloni verso altri approdi, con risultati clamorosi per i transfughi: Fabio Fazio sul Nove, a Bianca Berlinguer su Rete 4 fino a Massimo Gramellini e Corrado Augias su La7. Non solo: La7 e Nove sono reti in notevole crescita, a dispetto di quelle Rai in caduta libera. E la scelta di Amadeus rimbomba come un nuovo sonoro schiaffo a TeleMeloni, a una dirigenza che perde pezzi e annaspa nel riempire le falle, priva di competenze e di idee (un po’ come i ministri del governo Meloni). Se la Rai fosse quotata in Borsa oggi sarebbe al tracollo. È il simbolo di un Paese allo sbando.

LA NUOVA AVVENTURA. «Non è stata per me una scelta facile anche in considerazione degli sforzi importanti fatti da Rai per trattenermi, e senza che io abbia mai fatto alcuna richiesta per favorire i miei familiari o per escludere miei passati collaboratori, a dispetto di quanto è stato fatto circolare sulla stampa negli ultimi giorni. Non è nel mio stile», ha scritto Amadeus nel messaggio d’addio postato sui social. «I programmi che ho avuto la possibilità e la gioia di realizzare (Sanremo compreso) appartengono al pubblico, ma rappresentano per me un pezzo di cuore e di vita. Sono entrato ogni giorno nelle case di milioni di persone, ho provato a ripagare il grande affetto e l’apprezzamento ricevuto, con il lavoro, la professionalità, il rispetto e la libertà. Ho dato tutto me stesso. Ora è tempo di nuove sfide professionali e personali. È tempo di nuovi sogni. Grazie a tutti», conclude. «Ci vediamo in tv».

La nuova avventura si chiama Nove, ma si legge Warner Bros. Discovery, colosso americano dell’entertainment che può permettersi di garantirgli un contratto quadriennale come quello offerto al collega Fabio Fazio, emigrato lo scorso autunno per una cifra che si aggirerebbe intorno ai dieci milioni di euro (numeri che si ripeteranno con ogni probabilità anche per Amadeus). Avrà la guida di un programma in prima serata, che potrebbe essere I Soliti Ignoti (il contratto per i diritti del format è in scadenza) e la direzione di tutto l’intrattenimento di Nove. In ballo anche una serie di prime serate legate alla musica, in cui Amadeus metterebbe in campo l’esperienza del quinquennio da direttore artistico e conduttore di Sanremo.

Amadeus e Fiorello insieme nella puntata conclusiva del 10 maggio di Vivarai2

Amadeus sarà ancora in Rai per qualche mese fino a scadenza del contratto, il prossimo agosto. Probabilmente l’ultima volta che apparirà sulla Rai sarà il prossimo 10 maggio per la puntata di chiusura di VivaRai2!. Prima condurrà il concerto-evento contro la violenza sulle donne Una Nessuna Centomila in Arena, che andrà in scena a Verona il 4 e 5 maggio e sarà poi trasmesso su Rai1 in un’unica serata mercoledì 8 maggio. Ma l’attesa è per il 10 maggio quando dai microfoni del programma dell’amico Fiorello potrebbe commentare il suo addio alla Tv di Stato. E chissà che non ci sia un’altra sorpresa…

I POSSIBILI SCENARI. L’uscita di scena di Amadeus apre la strada a nuovi talenti. Chi prenderà il suo posto? Stefano De Martino appare il candidato favorito per Affari Tuoi. Al Festival di Sanremo, lo “yes man” Carlo Conti, che non aveva nascosto il desiderio di tornare sul palco dell’Ariston, avrà la strada spianata. 

«Ha fatto la scelta più giusta per lui, l’ha meditata bene», ha commentato il conduttore di Tale e Quale Show. «È un grande amico, un grande professionista, gli auguro ogni bene possibile e immaginabile e sono felice per lui e sono certo che abbia preso la scelta più giusta per lui». Poi una considerazione: «Mi dispiace aver perso un compagno di squadra così forte».

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