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Avion Travel, leggerezza e ironia

– Ormai è una rarità ammirare questa piccola grande orchestra di artigiani della musica. E il concerto di Acireale è stata una occasione speciale
– Da quarant’anni dimostrano che un’altra canzone è possibile: leggera e profonda, mai urlata, ma cantata e suonata per emozionare ed emozionarsi

Finalmente fiori nell’estate concertistica siciliana. E che fiore. Introvabile, profumato, pregiato. Perché è ormai diventata una rarità assistere a un concerto della Piccola Orchestra Avion Travel. Così, quando capita l’occasione, bisogna subito accorrere al richiamo di questa formazione di grande originalità, serietà, rigore, sapienza artigiana e insieme leggerezza e ironia. E l’occasione è stata domenica 30 giugno per la conclusione di Jaci&Jazz in piazza Duomo ad Acireale.

«Ciascuno di noi è impegnato in una miriade di progetti che è davvero difficile ritrovarci assieme», ammette Peppe D’Argenzio, sassofonista e componente storico del gruppo. «Risulta quindi difficile trovare una data per rimettere insieme la band, ma soprattutto quello che ci manca è la fase creativa. Ci riuniamo per suonare, ma è da tempo che non componiamo più».

Conseguenza fors’anche della scomparsa di Fausto Mesolella, chitarrista sopraffine e una delle menti creative della band. «Una perdita da un punto di vista sentimentale e artistico che è stata scioccante», sottolinea ancora Peppe Servillo, frontman degli Avion Travel. 

Da sinistra: Peppe Servillo. Mimì Ciaramella e Peppe D’Argenzio il nucleo storico degli Avion Travel

L’assenza di Mesolella poteva essere il punto di non ritorno, un buco capace di inghiottire la band che voleva tornare a incidere inediti: «Il 30 marzo del 2017 ci siamo visti la prima volta tutti insieme per ascoltare le canzoni e per pianificare una pubblicazione. Proprio nel pomeriggio di quel giorno Fausto ci ha lasciato», ricorda con tristezza Servillo. È diventata, invece, «come succede nella vita vera, non solo in quella dei gruppi, una ripartenza dolorosa». Facendo a meno della chitarra, lo strumento di Mesolella, cercando una new entry, trovata nell’ottimo Duilio Galioto. Usando le canzoni come balsamo sulle ferite, come condivisione di un lutto.

Il concerto è un viaggio fra alcune delle storie più e meno popolari della band casertana, anche se all’ombra della Reggia è rimasto a vivere soltanto lo storico batterista Mimì Ciaramella, fresco nonno «e felice di esserlo, mi fa tornare giovane». Come le canzoni che si ascoltano e che ci riportano nel passato, a quando si era più giovani. Ad Abbassando, “cavallo di battaglia” dell’album Bellosguardo, datato 1990, e poi al sublime Opplà, capolavoro che l’anno scorso ha festeggiato trent’anni e dal quale Servillo e company attingono a piene mani: La conversazioneL’amante improvvisoCuore grammaticoLa famigliaAria di teBelle Caviglie

Peppe Servillo, alle sue spalle sulla sinistra Ferruccio Spinetti

Finalmente fiori, come recita un loro album del 1995. E come api laboriose, gli Avion Travel vanno ad attingere nel grande prato verde del loro repertorio e della canzone italiana. «Canzoni che amiamo, alcune delle quali da tempo non facevamo dal vivo», sottolinea Peppe Servillo. Come l’iniziale Via delle Indie, esotica e misteriosa, o Scherzi d’affitto, un piccolo musical di quattro minuti e mezzo. Nel mondo leggero e fantastico degli Avion, illuminato da Italo Calvino, si possono incontrare un Orlando Curioso e Cirano con L’astronauta. Si può ballare un torrido tango, un fresco samba o un «anomalo sirtaki». Si possono ascoltare atmosfere alla Paolo Conte fra i vicoli di Napoli, come in Sogno biondo, o incrociare Kurt Weill, Raffaele Viviani e Domenico Modugno. 

Fa impressione accorgersi che sono quarant’anni che suonano dimostrando che un’altra canzone è possibile: leggera, appunto, ma profonda, mai urlata, bensì cantata e suonata per emozionare ed emozionarsi. Musica per passione, non soltanto per mestiere né tantomeno per business. Musica sideralmente lontana da quella “gastronomica”, per dirla con Adorno. In questi quarant’anni ci stanno una dozzina di dischi importanti, tante canzoni, tanti concerti, colonne sonore, incontri, persino un Sanremo vinto, nel 2000, con Sentimento, che rifanno al termine del set, prima dei bis con Dormi e sogna, l’altra canzone festivaliera (vinse il premio della critica nel 1998), e l’omaggio a Celentano con Storia d’amore

I due Peppe della band, Servillo e D’Argenzio, sul palco di Acireale dove hanno chiuso “Jaci&Jazz”

Sono gli ultimi custodi della tradizione che continuano a tramandare oralmente: il Molleggiato, Lucio Dalla, Modugno, Paolo Conte, la canzone napoletana, Caterina Caselli, Nino Rota. Con lo spirito da spregiudicati, eccentrici ricercatori e un culto per l’inventiva e la creatività sbrigliata, una vena cosmopolita e un gusto spiccato per la contaminazione, che combina riferimenti colti (il citato Calvino, ma anche Pasolini) e radici folk (con richiami alle feste di piazza e alle orchestrine paesane), incursioni nell’avanguardia (la Penguin Cafè Orchestra) e nel teatro surreale con spunti minimalisti e melodie mediterranee e partenopee, ritmi sudamericani e orchestrazioni jazz. Il tutto all’insegna dell’emozione sottile, del buon gusto, di una musicalità sofisticata, evocativa, magicamente sospesa.

Nel concerto si canta e si sogna, e si sorride con Servillo, istrionico ed estroso cantante dal talento attorale e dalla infinita varietà di mimica facciale. I fiati di D’Argenzio, rigoroso e preciso, virano verso il jazz (le note di Night in Tunisia fanno capolino in L’amante improvviso). Mimì Ciaramella passa dalle spazzole alla potente ritmica rock nel finale del brano L’astronauta, mentre Ferruccio Spinetti si destreggia fra basso elettrico e contrabbasso (un cameo il duetto con la voce di Servillo in Intermezzo) e Duilio Galioto (che altri avranno applaudito con Daniele Silvestri) dà la spinta con le sue tastiere e i suoi interventi vocali. Rare volte appare una chitarra, forse in omaggio a quanto ripeteva Fausto Mesolella. «Un chitarrista passa metà tempo ad accordare la chitarra e l’altra metà a suonarla scordata». O, semplicemente, perché l’anima di Mesolella è sempre lì al fianco dei vecchi compagni della Piccola Grande Orchestra Avion Travel.

Ovunque voi siate, se venite a conoscenza di un concerto di questa leggendaria formazione, non lasciatevelo scappare e fate accorrere più gente possibile. Alla fine vi sentirete più freschi e leggeri.

  • nella foto in apertura la Piccola Orchestra Avion Travel, da sinistra: Duilio Galioto, Mimì Ciaramella, Peppe Servillo, Peppe D’Argenzio e Ferruccio Spinetti

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