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TV. I Dragoni tornano a volare

– Film e serie in uscita nella settimana dal 17 al 23 giugno. Su Sky e in streaming su NOW, alle tre della notte fra il 16 ed il 17 giugno, in contemporanea assoluta con gli Stati Uniti per poi essere replicato il 17, prende il via la seconda stagione di “House of the Dragons”
– In tv il biopic “Bob Marley: One Love”, mentre su Canale 5 comincia la serie dedicata a Brigitte Bardot. “Agents of Mystery” è una serie reality coreana su delitti irrisolti. Su Amazon Prime Video va in onda “Maschile Plurale”, sequel di “Maschile Singolare”
– “Gang of Galicia” è nuova serie thriller spagnola targata Netflix. Per gli amanti dei fumetti giapponesi e del golf arriva l’anime “Rising Impact”. E per gli appassionati di tennis il documentario che racconta gli ultimi dodici giorni di carriera di Roger Federer

House of the Dragon 2” (dal 17 giugno su Sky Atlantic)

«Cavalcare dragoni è terribilmente scomodo». Emma D’Arcy, Eve Best, Matt Smith, Bethany Antonia e gli altri protagonisti di House of the Dragons sono tutti d’accordo: recitare a cavalcioni del marchingegno che in televisione prenderà le sembianze di una magica creatura alata è un vero incubo. Nonostante i disagi però, nella seconda stagione di House of the Dragons le maestose battaglie aeree che li vedono protagonisti saranno ancora più numerose e spettacolari. «Avevo promesso che ci sarebbero stati cinque dragoni in più e cinque sono i nuovi dragoni», dice lo showrunner Ryan Condal nella conferenza stampa che ha preceduto la première newyorchese della seconda stagione del prequel del Trono di Spade

Dopo un’attesa lunga due anni il primo episodio arriverà in Italia — in esclusiva su Sky e in streaming su NOW — alle tre della notte fra il 16 e 17 giugno in contemporanea assoluta con gli Stati Uniti per poi essere replicato il 17, in prima serata. Forte dello straordinario successo del Trono di Spade, che con i suoi 59 Emmy Award ha fatto la storia della televisione, questo prequel ambientato duecento anni prima aveva anch’esso registrato numeri da capogiro. La prima stagione aveva raccolto una media di 29 milioni di spettatori a episodio. Basata su Fire & Blood, il romanzo di George R.R. Martin del 2018 che racconta la storia di Westeros, House of the Dragons si concentra sulle lotte intestine della biondissima e incestuosa famiglia Targaryen la cui linea genealogica arriverà a Daenerys, il personaggio interpretato da Emilia Clarke in Trono di Spade

«L’azione riprenderà un paio di giorni dopo gli eventi che pongono fine alla prima stagione», spiega Condal. «Le ferite sono dunque ancora fresche». L’usurpazione del trono di spade da parte di Aegon II Targaryen (Tom Glynn-Carney) dopo la morte di Re Viserys (Paddy Considine) ha posto le basi della guerra civile con la sorella maggiore Rhaenyra Targaryen (Emma D’Arcy). «Ora ci sono due fazioni, la nera e la verde, in aperto conflitto fra loro, due parti che si odiano, e la tragedia cresce», dice Matt Smith, che all’interpretazione di esponenti di famiglie reali ci ha abituato dando il volto al principe Filippo in The Crown. Ora è Daemon, principe guerriero, fratello di Re Viserys e sposo di Rhaenyra, a sua volta figlia di Viserys e dunque nipote di Daemon. Il matrimonio fra consanguinei avrebbe dovuto rafforzare l’ascesa al trono di Rhaenyra, ma così non è: sul trono di spade siede Aegon e la guerra civile sta per cominciare. 

Cosa rende così interessante oggi una storia di cavalieri e dragoni, lotte di potere, intrighi di corte e battaglie a fil di spada? Per Olivia Cooke, che interpreta Queen Alicent Hightower, madre di Aegon ed ex amica di Rhaenyra, il successo ha anche a che fare con il ruolo delle donne in un racconto che solo qualche anno prima sarebbe stato declinato al maschile. «Sono le donne che tengono le fila. La mia Alicent ha lasciato il trono al figlio forzandosi a una sorta di pensione anticipata, ma in realtà vedrà crescere il suo potere». Per Condel è anche «l’elemento fantastico radicato nella storia d’Inghilterra a piacere al pubblico». L’autore dei romanzi, George R.R. Martin, ha infatti incastrato le sue storie in quello che è chiamato il «periodo dell’anarchia», nell’Inghilterra del XII secolo. «Queste fondamenta appoggiate sulla storia reale rendono il racconto più realistico ed interessante». Non era scontato che dopo il successo di Trono di Spade, uno spin-off sarebbe andato altrettanto bene.

“Bob Marley: One Love” (da lunedì 17 giugno su Sky Primafila, Prime Video, Rakuten Tv, Google Play, Microsoft Store, iTunes)

L’istanza epica c’è. E c’è pure l’immagine western droga e politica del musicista introverso, ispido, innovativo, legato alle radici, la Giamaica reggae, ma proteso con tutto sé stesso ad affermare il significato universale della sua musica, un grido di libertà contro l’oppressione politica e razziale, un appello per l’unificazione dei popoli di colore per arrivare all’uguaglianza. C’è anche il profilo di un uomo tradito, ferito, osannato e mortificato. Un leader silenzioso con i suoi amori più o meno riusciti, solo tra la folla con le sue ballate, con il ritmo nelle vene, un Dna che si traduce in uno stile di vita. La star ribelle di Redemption SongNo Woman No CryI Shot The SherifSun Is Shining e di album memorabili come Rastaman VibrationUprisingExodus. Eppure, è come se nel tentativo di raccontarci il personaggio Bob Marley in maniera non convenzionale, Reinaldo Marcus Green, il regista di King Richard, avesse scelto la strada più lunga e difficile e stentasse a farci riconoscere sia l’uomo che l’artista.

“Bardot” (da lunedì 17 giugno su Canale 5)

Brigitte Bardot il 28 settembre festeggia 90 anni: lunedì 17 giugno, in prima serata su Canale 5, debutta Bardot, la nuova serie che racconta un decennio di vita dell’attrice dall’inizio della sua travolgente carriera, dalla prima copertina al drammatico giorno dei suoi 26 anni quando tentò il suicidio. Dall’esordio sugli schermi di B.B. alla maternità (indesiderata), dai tanti amori a quello per gli animali. 

La serie è creata e diretta da Danièle e Christopher Thompson, madre e figlio, tre episodi ognuno, ed è già andata in onda su France Télévisions, con un’ottima accoglienza critica. A interpretare l’icona che sconvolse tutti gli schemi e rivoluzionò l’immagine femminile della donna sia nel cinema che nella società, è Julia De Nunez, giovane attrice francese dalla somiglianza incredibile con la diva.

“Agents of Mystery” (da martedì 18 giugno su Netflix)

Il 18 giugno Netflix presenta Agents of Mystery, una serie reality coreana che promette di affascinare i fan del soprannaturale e delle trame irrisolte. Prodotto da Jeong Jong-yeon, lo show riunisce un cast eterogeneo e carismatico che comprende Lee Yong-jin, John Park, Lee Eun-ji, Lee Hye-ri, Kim Do-hoon e Karina. Insieme, intraprendono affascinanti indagini per risolvere misteriosi incidenti che la scienza non riesce a spiegare.

In Agents of Mystery, un team di sei investigatori esplora strani fenomeni e incidenti inspiegabili in tutta la Corea del Sud. Lee Yong-jin, John Park, Lee Eun-ji, Lee Hye-ri, Kim Do-hoon e Karina viaggiano attraverso il Paese per indagare su luoghi infestati, apparizioni misteriose e altri enigmi che sfidano la razionalità. Ogni episodio di questa serie reality combina avventura, intrattenimento e intrigo, portando gli spettatori nel cuore dell’inspiegabile. Gli investigatori utilizzano una varietà di metodi, dalle interviste alle analisi sul campo, per cercare di svelare questi affascinanti misteri.

“We Were The Lucky Ones” (da mercoledì 19 su Disney+)

Un’altra toccante storia ambientata durante gli anni della tragedia dell’Olocausto sta per arrivare in tv, precisamente su Disney+. È We Were The Lucky Ones, miniserie basata sul romanzo bestseller di Georgia Hunter Noi, i salvati.  Scritta e prodotta a livello esecutivo da Erica Lipez (The Morning Show e Bates Motel), We Were the Lucky Ones è ispirata alla storia vera di una famiglia di ebrei che combatté per la sopravvivenza e, separata, cercò di riunirsi dopo la Seconda Guerra Mondiale. Thomas Kail (Hamilton, Fosse/Verdon) è il regista e produttore esecutivo. 

“Maschile plurale” (da giovedì 20 giugno su Prime Video)

Ci sono film che sembrano destinati a passare in sordina ma che, grazie al passaparola, diventano dei veri e propri fenomeni, e Maschile singolare è uno di quelli. Uscito direttamente su Prime Video nel 2021 in un periodo di restrizioni e coprifuochi, il film di Alessandro Guida è riuscito a entrare nel cuore di migliaia di spettatori per la tenerezza della trama, e soprattutto, per il carisma e la sinergia di due protagonisti brillantemente interpretati da Giancarlo Commare e da Gianmarco Saurino, al punto da ingegnarsi per trovare presto un modo per rimetterli insieme sullo schermo. Ecco, così, a due anni da Maschile singolare, è uscito Maschile plurale, che, dopo aver debuttato al cinema, arriva in tv su Prime Video per svelarci se la storia tra Antonio e Luca avrà un seguito oppure no.

Maschile plurale riprende a tre anni dalle vicende di Maschile singolare e dalla scomparsa di Denis (Eduardo Valdarnini). Antonio (Giancarlo Commare) è andato avanti con la sua vita, diventando un pasticcere di successo workaholic, anche se non ha mai del tutto dimenticato Luca (Gianmarco Saurino) che, a un certo punto, rientra nella sua vita, solo che stavolta non è più solo. Luca è, infatti, fidanzato con Tancredi (Andrea Fuorto), operatore di una casa-famiglia per giovani LGBTQ+ riuscito ad aiutarlo a superare una fase complessa della sua vita, ed è qui che la situazione si complica. Antonio scopre, infatti, di provare ancora qualcosa per Luca, e il fatto che i due rilevino insieme il forno di famiglia che l’amico è stato costretto a vendere non farà che complicare le cose: come finirà?

“Federer: Gli ultimi dodici giorni” (da giovedì 20 giugno su Prime Video)

Il 15 settembre 2022 il campione di tennis, Roger Federer, aveva annunciato il suo ritiro, affermando che avrebbe giocato il suo torneo finale alla Laver Cup. Alla Laver Cup, ha giocato per il Team Europe insieme a Casper Ruud, Rafael Nadal  Stefanos Tsitsipas, Novak Djokovic, Andy Murray, Matteo Berrettini e Cameron Norrie, sotto la guida del capitano Björn Borg.

Diretto dal regista premio Oscar Asif Kapadia e dal co-regista Joe Sabia, Federer: Gli ultimi dodici giorni segue in maniera intima gli ultimi dodici giorni dell’illustre carriera di Roger Federer. Nato come home video non destinato alla visione pubblica, il film mostra Federer nella sua versione più vulnerabile e sincera, mentre dice addio a uno sport e ai fan che hanno plasmato la sua vita negli ultimi due decenni. Arricchito dalle interviste dei leggendari rivali, nonché intimi amici Rafael Nadal, Novak Djokovic e Andy Murray, Federer: Gli ultimi dodici giorni offre un accesso senza precedenti alla relazione tra queste stelle senza eguali.

“Gang of Galicia” (da venerdì 21 giugno su Netflix)

Arriva su Netflix una nuova serie thriller spagnola pronta a incollarvi allo schermo. Si intitola Gangs of Galicia ed è un thriller pieno di colpi di scena sulla storia di un’avvocata che decide di ricominciare da zero la sua vita e dovrà fare i conti con un passato che torna a bussarle alla porta. Ma entriamo più nel dettaglio per scoprire cosa sappiamo su questa nuova serie Netflix. 

Una nuova avvocata si trasferisce nella cittadina di Cambados. Si chiama Ana e non passa certo inosservata. La nota anche Daniel, il figlio di un importante trafficante di droga a capo del clan Padín mentre il padre è in carcere. Dopo essersi fatta le ossa in uno dei migliori studi legali di Madrid, Ana decide di ricominciare da zero a Cambados, mentre cerca di venire a patti con il proprio passato.

“Rising Impact” (da sabato 22 giugno su Netflix)

Rising Impact è un anime prodotto da Netflix incentrato sullo sport del golf e basato sul manga omonimo di Nabata Suzuki, lo stesso autore di The Seven Deadly Sins. La serie debutterà sulla piattaforma streaming con la prima stagione il 22 giugno, alla quale farà seguito a stretto giro una seconda in arrivo il 6 agosto. La storia raccontata da Rising Impact ruota attorno al bambino di terza elementare Gawain Nanaumi, che si appassionerà allo sport del golf affrontando grandi rivali.

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