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«Siamo ancora i fottuti Subsonica di una volta»

– La cronaca del concerto milanese al Forum di Assago, prima tappa del tour per la promozione dell’album “Realtà Aumentata”
– I rapper Ensi e Willie Peyote ospiti in una performance molto energica e coinvolgente che ripercorre trent’anni di carriera

È una Realtà Aumentata che per una volta aiuta a buttare l’occhio nel passato e a prendere tutto quello che era attuale già allora, figuriamoci adesso, quella che ha ispirato i Subsonica per il loro decimo album. Il capitolo discografico è quello che fa da colonna sonora portante al tour che ha portato i cinque torinesi al Forum di Assago a Milano per la seconda data dopo quella inaugurale di Mantova e che li vedrà calcare i palchi dei principali palazzetti italiani. 

Realtà aumentata racconta il presente, toccando temi attuali attraverso un universo musicale vario e sorprendente ma con lo stile eclettico che li contraddistingue dal 1996, anno della loro formazione. Uno stile fatto di bassi potenti e di ritmi ballabili, sempre con un suono incisivo e robusto, inizialmente influenzato dai linguaggi più innovativi degli anni Novanta e poi evolutosi assieme alla band, tra le prime esponenti di quella culla dell’indie italiano che è stata Torino. «Questo nuovo album torna a rappresentare l’identità della band, perché c’è tanto delle nostre origini, pur andando in una direzione completamente nuova», sottolinea Ninja, che, insieme a Max, Samuel, Boosta, Vicio, ha deciso che si doveva tornare a fare «alla vecchia maniera»: riunirsi. 

«I Subsonica ci servono», aggiunge Boosta. «Perché sono parte delle nostre vite e sono qualcosa che dura da più tempo di molte nostre relazioni, o almeno di sicuro delle mie. L’energia creativa è anche qualcosa che ha bisogno di essere rigenerata e la musica è un collante e uno strumento potentissimo».

E, allora, quale situazione migliore per ritrovare lo spirito d’un tempo se non il palco. Per i Subsonica il live è da sempre la dimensione naturale (sono arrivati a fare anche 150 date in un anno) e sono famosi per le loro elettrizzanti performance che fondono paesaggi sonori e melodie contagiose con un crossover di ritmi che spaziano dal big beat alla jungle, dalla drum and bass alla disco. Una volta emersa sul palco, un’impressionante struttura hi-tech con cinque pedane mobili che si sollevano fino a raggiungere i cinque metri di altezza, la band è accolta da un’ondata di applausi e si lancia senza preamboli nel suo set che parte con l’ipnotica Cani umani, brano che apre anche l’ultimo lavoro discografico e cattura immediatamente l’attenzione del pubblico. Segue il crescendo dei nuovi Mattino di luce, la rockeggiante Pugno di sabbia con la chitarra di Max in primo piano e Africa su Marte.

«Benvenuti nella nostra realtà aumentata», dice Samuel. «Iniziare con quattro pezzi nuovi è molto coraggioso, però volevamo raccontare questo nuovo mondo. Il futuro è importantissimo ma non si arriva a nessun futuro se non si ha ben presente il passato». Lo show entra nel vivo.

La batteria di un Ninja in gran spolvero colpisce con Cose che non hoVeleno, e la hit Aurora Sogna con il suo “transumanesimo cyberpunk”. Poi la band cala gli assi con il ritmo frenetico di Liberi Tutti, una all time favorite che invita il pubblico a ballare senza freni, seguita da Discolabirinto, uno dei pezzi più attesi della serata, assieme a Nuvole rapide che fanno esplodere il Forum. Si tira il fiato e si fa spazio a un momento più riflessivo e romantico con Missili e droniDentro i miei vuoti e Giungla Nord”.

«Ventidue anni fa fu la prima volta che vedemmo da dietro il palco spegnere le luci di questo palazzetto ed è uno dei ricordi più forti che portiamo dentro», racconta emozionato Boosta. «Essere ancora qui con la stessa voglia è uno dei privilegi più grandi che avessimo mai potuto sognare quando abbiamo iniziato a fare musica». 

Quando parte Il Cielo su Torino si svela una delle sorprese della serata, la collaborazione speciale con Ensi. Il rapper (al secolo Jari Ivan Vella) si alterna a Samuel anche per la successiva Scoppia la bolla insieme a Willie Peyote, secondo ospite sul palco. Parte poi Numero uno di Ensi seguito dalla cover di Aspettando il Sole di Neffa, altra pietra miliare della scena indipendente italiana degli anni Novanta, cantata all’unisono dai tre e da tutti i presenti.

La padronanza della scena da parte della band è immediatamente evidente mentre passa da un pezzo all’altro con la sicurezza di chi ha calcato centinaia di palchi, intrecciando perfettamente elementi di elettronica e rock. Uno dei segmenti più puramente dance è formato dal trittico Il DiluvioBenzina Ogoshi e il dubstep di Lazzaro mentre il set raggiunge il suo epico finale con la sanremese Tutti i Miei Sbagli, degna conclusione di questo viaggio sonoro, e Strade, che cattura l’essenza della loro produzione musicale.

Samuel è sempre carismatico sul palco, supportato dall’altrettanto magnetico Boosta con le sue fluttuanti (in senso letterale e musicale) tastiere, dalle chitarre ora funk ora rock di Max Casacci, veterano e a pieno titolo uno dei padri fondatori della scena alternativa italiana e da una sezione ritmica da far invidia a chiunque per tiro e precisione composta da Ninja e Vicio. Una band di grandi musicisti e una celebrazione della diversità della scena musicale italiana che non fa solo ballare e saltare ma anche riflettere e ragionare. «Siamo ancora i fottuti Subsonica di una volta», tuona Samuel. E con ragione.

Dopo Milano, Conegliano (Tv), Roma, Bologna e Firenze, la carrellata di concerti si concluderà il 13 aprile nella “loro” Torino.

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