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Le magie musicali di Lina Gervasi

– In un applaudito concerto al Monk di Catania la “regina del theremin” mostra le grandi potenzialità del suo strumento
– Dalle canzoni del nuovo album “Beyond the mirror” (del quale è uscito anche il libro) a Battiato, U2, Bocelli, Morricone, Coldplay

Quando suona sembra acchiappare le note al volo. Le prende, le accarezza, le solletica, le lancia. In alto, in basso, in un vortice di armonie e melodie. Non per nulla Lina Gervasi è la “maghetta della musica”, come la definisco nella prefazione al suo libro Beyond the mirror, uscito proprio ieri, nel giorno in cui la musicista siracusana presentava per la prima volta a Catania l’omonimo lavoro che segna il suo esordio discografico (e, a ridosso di Etna Comics, sarà pubblicata anche una graphic novel).

Lina Gervasi non usa come Harry Potter la bacchetta che trema simulando l’energia nello sprigionare l’incantesimo, ma le mani. Sono le sue dita a diffondere suoni tanto celestiali quanto misteriosi muovendosi con eleganza sul theremin. Uno strumento poco conosciuto, inventato nel 1920 dal fisico russo Leon Theremin e, secondo molte fonti, accreditato come il primo strumento elettronico, l’archetipo del moog. Non a caso, trent’anni dopo fu proprio Robert Moog a copiare l’invenzione di Theremin. 

Lina Gervasi e il theremin

È una scatola con due antenne comunicanti fra loro che formano un campo magnetico all’interno del quale il movimento delle mani produce dei suoni. Una “magical box”, appunto, difficile però da governare e adattare. Non per Lina Gervasi. Che a questo strumento si è accostata per cause di forza maggiore: una intossicazione acuta da metalli pesanti, ovvero allergia al nichel. Per lei, laureata in flauto traverso, si sarebbero chiuse le porte della musica, se non avesse scoperto il theremin. 

E la magia si è ripetuta venerdì sera nella piccola saletta del Monk, davanti a un pubblico qualificato, composto da maestri e colleghi, amici e curiosi. Insieme al suo fido cavaliere Denis Marino, alla chitarra e al computer, Lina Gervasi ha trasportato gli spettatori nel mondo fantastico di Beyond the mirror, colonna sonora del libro, un romanzo di formazione, onirico e visionario come il disco. Alternandosi soltanto per pochi attimi al suo primo strumento, il flauto, con le mani ha disegnato note nell’aria immergendosi in un mondo sonoro nel quale il theremin dialoga con l’elettronica, il jazz, cori gregoriani, pop, progressive, classica. E raccontando la storia di David, il protagonista del libro che viaggia in mondi paralleli attraversando specchi alla ricerca del suo “io” intimo, combattendo con quel lato oscuro che è dentro a ciascuno di noi. In ogni capitolo vengono affrontati temi attuali: la famiglia, l’amore, l’amicizia, il coraggio, il rispetto, l’uguaglianza, l’inseguimento dei sogni.

Quel sogno che con caparbia e l’incoraggiamento della nonna che non c’è più («La vita è dura, bisogna resistere, con pazienza. Nel momento che non ti aspetti si aprono le porte», le ripeteva), Lina Gervasi ha realizzato. Non solo. Il concerto al Monk, ha dimostrato che l’artista, così come il suo strumento, meritano un palcoscenico più grande e possono essere protagonisti all’interno di una orchestra e in qualsiasi dimensione. Dopo aver presentato i pezzi inediti, l’artista ha dato un saggio della sua versatilità. In un crescendo di applausi, ha adattato la sua “scatola magica” alle canzoni di Franco Battiato e Giuni Russo, alle colonne sonore di Ennio Morricone, al rock degli U2 mescolato con la romanza di Andrea Bocelli, fino al pop da stadio dei Coldplay. Insomma, non solo fantasy, fantascienza e horror, confini entro i quali il theremin è stato finora isolato.

Capacità intuite da Giovanni Sollima che ha voluto il theremin di Lina Gervasi per il suo Stabat Mater (e, tra l’altro, il violoncellista è fra gli ospiti di Beyond the mirror insieme con Claudio Simonetti, Fabrizio Bosso e Lorenzo Dada), aprendole la strada per entrare nella corte di Riccardo Muti che la dirigerà il prossimo 7 luglio al Ravenna Festival con l’Orchestra Cherubini. La “maghetta” è diventata regina.

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