– Spettacolare evento per chiudere il “Celebration tour” sulla spiaggia di Copacabana, trasformata in una gigantesca discoteca. Entra nella Top 5 mondiale dei concerti con più spettatori
– Sul palco i figli Ester, Mercy e David. Ospiti la star brasiliana Anitta e la drag queen Pabllo Vittar. Uno show carico di riferimenti, con molta attenzione alla comunità Lgbt
– «La storia della mia vita, la storia di una donna coraggiosa, un po’ naïve, idealista e a volte ridicola arrivata dal Michigan a New York quarant’anni fa con un sogno e appena 35 dollari in tasca»
Quanti sono stati alla fine? Un milione, un milione e mezzo? Forse di più? Un milione e seicentomila, certifica l’agenzia di stampa Reuters. Sta di fatto che per una notte la spiaggia di Copacabana di Rio de Janeiro si è trasformata nella più grande discoteca del mondo per il concerto gratuito di Madonna che ha concluso il suo Celebration Tour: la sessantacinquenne regina del pop si è esibita su un palco di 800 metri quadrati e per oltre due ore ha ripercorso la sua carriera da Like a Virgin a Material Girl.
La guardarobiera che si fece star. «La storia della mia vita, la storia di una donna coraggiosa, un po’ naïve, idealista e a volte ridicola arrivata dal Michigan a New York quarant’anni fa con un sogno e appena 35 dollari in tasca», ha detto rivolgendosi al pubblico in delirio, cosciente di partecipare all’ultima tappa del The Celebration Tour, già considerato il più grande concerto della storia dell’artista statunitense.
I grandi schermi al led affiancati da un articolato gioco di luci hanno regalato un grande impatto visivo a tutto lo spettacolo. Con la musica affidata a basi preregistrate, sono stati i corpi a occupare lo spazio. Molta danza e coreografie articolate in una performance energica della show-woman in cui non sono mancate provocazioni e trasgressioni grazie all’interazione sensuale con i ballerini, tra allusioni sessuali, scene erotiche e baci appassionati che hanno scatenato i fan.
La ballad Live to tell ha fatto da colonna sonora a una parentesi più intimista in cui la cantante ha omaggiato amici e personaggi famosi – tra cui i brasiliani Renato Russo e Cazuza – morti di Aids. Un richiamo al 1989 quando Madonna decise di includere nel libretto dell’album Like a Prayer un riferimento alla Aids in un’epoca in cui parlare dell’epidemia di Hiv era ancora un tabù.
Allegorie e riferimenti dissacranti verso la religione hanno attraversato il palco durante la performance di Like a Prayer, seguita da Erotica, Justify My Love, Hung Up e Bad Girl, in cui la regina del Pop è stata accompagnata al pianoforte dalla figlia Mercy James di 18 anni.
Gli eventi mondani della comunità Lgbt della New York degli anni Ottanta – ispirazione per il lavoro di Madonna – sono stati ricordati nel blocco composto da Human Nature e Crazy for You in cui Madonna ha celebrato agli attivisti della Queer Nation «che sono stati sempre lì per me», aggiungendo un ringraziamento a «tutti quelli che lottano e rischiano per la libertà e l’amore». Per poi aggiungere: Non abbiate paura, lotterò per voi fino al giorno in cui morirò».
È toccato alla figlia undicenne Ester Ciccone voltare la pagina del racconto in musica con un intervento di Dj-set seguito da Human Nature, Crazy for You e Vogue, durante il quale ha fatto la sua apparizione sul palco la stella internazionale del funk carioca Anitta. A infiammare nuovamente il pubblico è stato il successo La Isla Bonita seguito da Don’t tell me, con Madonna accompagnata dal figlio David Banda alla chitarra.
Con immagini di favelas proiettate sugli schermi e l’arrivo sul palco dell’istrionico cantante drag-queen Pabllo Vittar la hit Music è stata rivisitata a ritmo di samba grazie alla partecipazione di un gruppo di giovanissimi percussionisti delle scuole di samba della città.
Nel finale Madonna ha eseguito un omaggio a Michael Jackson cantando Billie Jean con all’interno una citazione di Like a Virgin prima concludere il concerto con Celebration.
Il concerto di Copacabana potrebbe rappresentare il sigillo di una carriera folgorante che ha portato Madonna a essere proclamata l’“artista femminile di tutti i tempi”, accreditandole più di 400 milioni di dischi venduti. Ha insegnato a intere generazioni di artiste a gestire in proprio tutti gli aspetti della propria musica e del proprio lavoro. E ha celebrato la sessualità femminile in modo radicale, a volte anche eccessivo, rivendicando una libertà di scelta e di costumi che ha fatto scuola, aiutando la crescita della consapevolezza in milioni di ragazze e donne sopraffatte dal modello maschile.
Dopo essersi imposta come la “regina del pop” in un ambiente maschilista, adesso Madonna sta conducendo un’altra battaglia: quella contro il trascorrere del tempo, lo sfiorire della bellezza. In occasione della cerimonia dei Grammy 2023 aveva polemizzato via social con chi faceva notare alcune deformazioni del suo volto, conseguenza della chirurgia estetica: «Sono foto ravvicinate con una fotocamera a obiettivo lungo che distorcerebbero il viso di chiunque», ha ringhiato, aggiungendo di vivere in «un mondo che rifiuta di celebrare le donne che hanno superato i 45 anni e sente il bisogno di punirle anche se continuano a essere volitive, laboriose e avventurose».
Discorso condivisibile, ma quello che trasmette oggi Madonna è un complicato rapporto col tempo. Musicalmente insegue ancora le generazioni più giovani, ingaggiando produttori alla moda e puntando dritto sulla dance più contemporanea. Ma negli ultimi anni, da Lady Gaga a Dua Lipa a Beyoncé fino al fenomeno Taylor Swift, la sua leadership femminile è in netto calo. Anziché cercare strade meno impervie, Madonna sfida le sue rivali sul piano della giovinezza, con risultati quantomeno controversi.
- In testa c’è un italiano: Vasco Rossi con il concerto a Modena Park del luglio 2017: presenti 220.000 spettatori.
- A-ha a Rio de Janeiro nel 1991, allo stadio Maracanà: 198.000 persone.
- Tina Turner, sempre a Rio, nel 1988: 188.000 paganti.
- Paul McCartney, ancora una volta al Maracanà di Rio, nel 1990: 185.000.
- Ligabue a Campovolo, nel 2005, con 165.000 spettatori.