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Playlist #48: il ritorno di John Cale

– Le uscite discografiche della settimana. Esce il singolo che annuncia il nuovo album dell’ex Velvet Underground. St. Vincent in “Flea” accompagnata alla batteria da Dave Grohl. Lorde rilegge “Take Me to the River”
– Terzo singolo dall’album “Roda” di Eleonora Bordonaro. Il piano minimalista di Francesco Cataldo. La coppia urban pop formata da Misty ed EDY
– Raffaele Viviani riletto da Fiorenza Calogero con la complicità di Eugenio Bennato e M’Barka Ben Taleb. L’indie rock melanconico della band pugliese La Municipàl

“How We See the Light”, John Cale

Il compositore e cofondatore dei Velvet Underground John Cale ha annunciato il suo nuovo album Poptical Illusion con un video per la sua nuova canzone How We See the Light. Il disco uscirà il 14 giugno. Il singolo sfida la rabbia che attraversa il resto del disco con un po’ di riflessione, catturato nel suo video musicale diretto da Pepi Ginsberg con teste di cartapesta. 

Poptical Illusion è stato co-prodotto da Cale e dalla sua partner artistica di lunga data Nita Scott nel suo studio di Los Angeles. Comprende tredici tracce, nelle quali John Cale suona sintetizzatori, organi, pianoforti e altro ancora. Poptical Illusion è il secondo album di Cale in un anno, arrivando sulla scia di Mercy del 2023. 

“Flea”, St. Vincent

St. Vincent è tornata con un’altra canzone di All Born Screaming, l’album in uscita il 26 aprile. Dopo Broken Man del mese scorso, Annie Clark ha condiviso il singolo Flea, con Dave Grohl alla batteria e Justin Meldal-Johnsen al basso. L’album vanta contributi di Grohl, Meldal-Johnsen, Cate Le Bon, Josh Freese, Stella Mozgawa, Rachel Eckroth, Mark Guiliana e David Ralicke.

“Take Me to the River”, Lorde

Lorde ha pubblicato una nuova cover di Take Me to the River per il nuovo album Everyone’s Getting Involved: A Tribute to Talking Heads’ Stop Making Sense. Al Green ha co-scritto e registrato Take Me to the River nel 1974. I Talking Heads hanno reinterpretato la canzone per More Songs About Buildings and Food del 1978 e l’hanno suonata dal vivo per Stop Making Sense del 1984.

“Split Screen”, Kings Of Leon

Can We Please Have Fun, il nuovo album dei Kings Of Leon, uscirà a maggio. Dopo il primo singolo Mustang, caratterizzato da un’energia rock anni Ottanta, esce adesso Split Screen, molto più addomesticato e lunatico. Un impulso morbido ma incessante conduce la band attraverso una progressione di accordi emotivamente carica, risultando una ballata di potenza che avrebbe sicuramente potuto fare da colonna sonora a un momento cruciale di una serie tv.

“Giuriei”, Eleonora Bordonaro

Tra fede e leggenda, tra sacro a profano. A San Fratello, piccolo borgo in provincia di Messina tra i Nebrodi e le Eolie, la settimana di passione si trasforma in una grande festa animata dai Giudei: musicisti, figuranti, acrobati, disturbatori dei riti sacri in giubba rossa, un po’ guerrieri, un po’ fauni, un po’ flagellanti, che intonano con le loro trombe melodie militari, ballabili e marce. Un rito pasquale, una rappresentazione di fede, di cui non si conosce bene l’origine. Le leggende sono tante ma è una quella che Eleonora Bordonaro ha scelto di raccontare – attraverso il testo del sanfratellano Antonino Versaci – nel brano Giurei, terzo estratto dall’album Roda, che esce accompagnato da un videoclip di Luca Bordonaro che racconta quello che accade a San Fratello nei giorni che precedono la Pasqua.

Gesù fu messo in croce il Venerdì e nessuno al mondo poteva immaginare che il terzo giorno sarebbe resuscitato. Ma, si narra, che qualcuno confidò ai Sanfratellani questa bella notizia due giorni prima, così loro non sapendo contenere la gioia, il Mercoledì riempirono le strade di Giudei che, non avendo avuto la pazienza di aspettare, anticiparono la Pasqua mettendosi a saltellare e strombettare per la felicità della resurrezione del Padreterno. Quindi, le sonate dei Giudei non sono fatte per oltraggiare Morte e Passione ma nel cuore e nella mente dei Sanfratellani sono manifestazioni di giubilo per la Resurrezione.

“Amaranto”, Francesco Cataldo

È il brano che dà il titolo al nuovo album dell’artista siracusano, Un lavoro che segna il ritorno a un pianismo romantico e mininalista. Un po’ Debussy, un po’ Sakamoto, un po’ Einaudi, un po’ stile ECM. Francesco Cataldo soprattutto: con la sua sensibilità, le sue emozioni, i suoi ricordi, la sua vita, racconta tredici “short stories”.

E, come ogni storia, anche quelle del musicista aretuseo hanno dei protagonisti. A cominciare Amaranto, riferita al colore delle uniformi della Caritas, dove ha conosciuto Giuseppe Agosta, direttore della San Martino, nella quale nel 2000 Cataldo fece l’obiettore. «Siamo diventati grandi amici, è stato per me quasi un secondo padre», racconta. «È venuto a mancare per un tumore due anni fa. Io avevo già alcuni brani scritti. Dopo la sua scomparsa, superato il trauma, ho deciso di dedicare l’album a lui». 

“Kitty”, Misty ed EDY

È la nuova canzone della coppia artistica formata dalla cantante catanese Misty, all’anagrafe Sophia Mustica, e Alessio Edy Grasso, compositore, autore, musicista e produttore nato a Milano, cresciuto a Catania e “adottato” da Roma. La canzone dipinge l’immagine di una ragazza che sfida le convenzioni e non teme di mostrare la sua autenticità. Un messaggio che può ricollegarsi alle “maschere” che molte persone indossano al fine di farsi accettare dagli altri. Un mix di suoni che spazia fra punk, rock, sonorità trap. Fondamentalmente urban pop.

L’uscita di “Kitty”  fa parte del progetto Matrice17. Si tratta di una nuovissima etichetta discografica italiana, con sede a Catania, che si occupa di differenti generi musicali, come pop punk, emotrap, drill e hyperpop; fondata sul valore punk Made in USA del “Do It Youself”.

“Si vide all’animale”, Fiorenza Calogero feat. Eugenio Bennato e M’Barka Ben Taleb

Brano pubblicato in occasione dell’anniversario della morte di Raffaele Viviani, primo passo verso la pubblicazione di un nuovo progetto discografico incentrato sulla riproposta dei testi e delle musiche di Viviani in chiave contemporanea. Non un convenzionale omaggio al protagonista della drammaturgia napoletana del ‘900, bensì la riscoperta di un’appartenenza.

Fiorenza Calogero è una delle voci di Napoli. La sua trentennale attività la porta ad intraprendere un cammino nel canto melodico di tradizione orale, la sua arte affonda le radici nei linguaggi e nelle suggestioni tipici della terra d’origine. La sua carriera è un percorso tra attività teatrali, cinematografiche e soprattutto concertistiche. La versatilità della voce, l’approccio sanguigno alla scrittura e l’espressività scenica, fanno di Fiorenza Calogero una delle più profonde interpreti della canzone tradizionale italiana.

Si vide all’animale di Raffaele Viviani è un brano che riflette sulla condizione umana attraverso l’uso di metafore. L’autore esplora il lato selvaggio e istintivo dell’uomo per esaminare le complessità della vita e della società. Il testo invita a riflettere sul nostro rapporto con la natura e sulla ricerca di un equilibrio tra la civilizzazione umana e gli istinti di sopraffazione sul più debole che condividiamo con gli animali.

“Cemento”, La Municipàl

Ho sempre considerato la band di Galatina composta inizialmente dai fratelli Carmine e Isabella Tundo fra le più interessanti del panorama indie nazionale. Sia per i testi, spesso sociali, sia per le musiche, cariche di malinconia. Continuo a ritenerla tale, sebbene non sia riuscita ad avere una vetrina giusta per mettersi in evidenza. Isabella Tundo, nel frattempo, ha indossato il camice bianco per intraprendere la carriera medica a Catania. Il fratello Carmine continua, con alterne fortune, a produrre canzoni. Questo nuovo singolo rispecchia il loro miglior stile. 

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