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Ornella Muti, Milo Manara e l’erotismo

A “Etna Comics” l’incontro fra il disegnatore e l’attrice. «Praticamente l’ho disegnata mille volte perché lei è diventata un archetipo della bellezza ideale. Ornella ha nutrito l’immaginario di tutti». «Il segreto dell’eros? Tutto parte dallo sguardo»

Milo Manara, il maestro italiano del fumetto erotico, dalla cui matita sono nati la spigliata sensualità di Miele, lo sfrenato (ma solo a comando) erotismo di Claudia, protagonista del Gioco, la tenacia e la grazia di Molly ne El Gaucho. Personaggi che hanno ridisegnato, nel mondo, i canoni della bellezza a fumetti. 

Ornella Muti icona del cinema italiano e sex symbol degli anni Settanta e Ottanta, alle cui fattezze s’ispirò Sukia, vampira da nome che fa sorridere protagonista di una collana della Edifumetto, pubblicata tra il 1977 e il 1986. La stessa Muti querelò la casa editrice per sfruttamento d’immagine, o almeno così raccontano le leggende metropolitane. È certo che molti protagonisti del fumetto erotico carnalmente hanno rappresentato una donna dai tratti evidenti di Ornella Muti. «Probabilmente ho incarnato dei personaggi erotici senza rendermene conto», commenta Francesca Romana Rivelli, che esordì nel cinema nel 1969, a 14 anni, scelta dal regista Damiano Damiani come protagonista del suo film La moglie più bella, ispirato alla vicenda di Franca Viola, di Alcamo in Sicilia, prima donna italiana a rifiutare il matrimonio riparatore. In quella occasione Damiani le impose il nome d’arte Ornella Muti.

Lo stesso Manara, pur sottolineando di «non aver mai disegnato Ornella Muti», ammette che «praticamente l’ho disegnata mille volte perché lei è diventata un archetipo della bellezza ideale. Ornella ha nutrito l’immaginario di tutti, compreso il mio ed ha contribuito a realizzare un vero e proprio ideale. Pensate all’iperuranio, a quella zona che secondo Platone si trova al di là del cielo dove risiedono le idee. Quest’ultime sono indispensabili all’idea del mondo e ciò che è terreno partecipa all’esistenza delle idee stesse. Ed è stato questo il contributo di Ornella Muti, ha concorso a un’ideale».

I due, Milo Manara e Ornella Muti, si sono incontrati per la prima volta a Etna Comics, la cui undicesima edizione è in svolgimento in questi giorni alle Ciminiere di Catania. è stata l’occasione per dare la stura ai ricordi: Federico Fellini, Marcello Mastroianni e Giuletta Masina sul set di Ginger e Fred, Luc Besson per il disegnatore, la Principessa Aura interpretata nel kolossal americano Flash Gordon e la dura vita sui set per l’attrice. Ma, alla fine, l’argomento si è spostato sull’erotismo.

Il manifesto di “Etna Comics” firmato da Milo Manara e dedicata a Sant’Agata, un po’ somigliante a Ornella Muti

«L’erotismo mi appartiene totalmente. È un’etichetta che mi ha aiutato molto: non solo non la rinnego ma la guardo con una certa gratitudine», afferma Manara. «Il segreto dell’eros? Tutto parte dallo sguardo. È dagli occhi che inizio a disegnare una figura. È quello il punto fondamentale. Posso anche licenziare un disegno non a posto sul piano dell’anatomia, ma mai lo farò per un disegno che non abbia lo sguardo come voglio. L’attenzione del lettore può cadere sulle gambe, sul seno o sul sedere, ma comunque tutto parte dagli occhi delle mie ragazze: è lì che inizia il rapporto tra la figura disegnata e il lettore». 

«L’artista parla di una figura reale: la donna esiste nella sua straordinaria bellezza, e l’artista quella prende cercando di farla assomigliare a quella ideata», continua Manara. «Questo è lo scopo dell’artista secondo Platone, che non è confinato solo alla Grecia antica: il nostro rinascimento Botticelli e Raffaello Sanzio si sono riferiti a come vedeva il neoplatonismo. I quadri di Botticelli ci permettono di guardare questa bellezza perfetta».

«Manara esprime, con la sola matita e con i disegni la bellezza, permettendo ad ognuno di noi di fantasticare con i nostri limiti», interviene Ornella Muti. «Ognuno si spinge con la propria fantasia con i propri limiti: per cui io magari oso di meno e quindi vedo una delle sue donne e la immagino più romantica, lei osa di più e c’è magari un po’più di sadomaso. Quando disegna Milo a me dà la stessa emozione di un testo perché i suoi disegni fanno lavorare la fantasia, ma non tutti riescono, e invece lui sì».

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