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Al cinema. Spider-Man nel Metaverso

Le uscite in sala. Il film di animazione diretto da un team di registi, definito «una opera d’arte vera», e il nuovo lavoro di Emilia Mazzacurati sono tra le prime visioni più interessanti. Dalla mente di Stephen King “The Boogeyman”

SPIDER-MAN: ACROSS THE SPIDER-VERSE animazione, diretto da Joaquim Dos Santos, Kemp Powers, Justin K. Thompson, con Shameik Moore e Hailee Steinfeld. Durata 140 minuti.

«Una vera opera d’arte»: così molti critici hanno definito non senza ragione Spider-Man: Across the Spider-Verse, sequel della pellicola del 2018, premio Oscar e campione di incassi (oltre 4,33 milioni di dollari) Spider-Man – Un nuovo universo. E c’è chi ha aggiunto che questo film sia più «scuro e triste» di quanto si potesse immaginare. Montaggio serrato, immagini pop dilatate con stili visivi innovativi, musica giusta e inseguimenti al cardiopalma, il tutto in un’esplosione di colori e forme geometriche che non annoiano mai. E poi, per quanto riguarda la storia, la difficoltà di Spider-Man, come di Spider-Woman, di celare la propria identità e l’importanza della famiglia. Questa, in estrema sintesi, la storia che riparte oltre un anno dopo gli eventi del primo film: Miles Morales/ Spider-Man (Tommaso Di Giacomo) viene contattato da Gwen Stacy/ Spider-Woman (Roisin Nicosia) per aiutarla a completare una missione che salvera’ l’universo dal supercattivo Spot (la macchia). Insieme, Miles e Gwen si inoltrano, dal quartiere amichevole di Brooklyn, nel Multiverso, dove incontrano la Spider-Society, guidata da Miguel O’Hara (Emanuele Ruzza) e incaricata di proteggere l’esistenza stessa del Multiverso. Qui però Miles si trova inaspettatamente a confrontarsi con gli altri super-ragni nel ridefinire cosa significhi davvero essere un eroe in modo da poter salvare sia il mondo intero che le persone che ama di più.

«Il primo film è stato astronomicamente impegnativo e il team ci ha lavorato fino all’ultimo secondo» sottolinea la presidente di Sony Pictures Animation Kristine Belson. «Abbiamo iniziato a pensare al sequel subito dopo aver concluso il primo film nel 2018. La cosa eccitante del sequel era che avevamo un ottimo mix di nuovi arrivati e talenti di ritorno. Credo che si ottengano sempre i migliori risultati in situazioni come quella. Sappiamo tutti che fare un film d’animazione richiede una grande squadra, ma per Spider-Verse ci vuole sicuramente un villaggio!». 

E non finisce qui, ci sarà anche il sequel del sequel, Spider-Man: Beyond the Spider-Verse, la cui uscita è prevista per il 29 marzo 2024, mentre uno spin-off con protagoniste femminili è in corso di lavorazione. Voto: 4,5 su 5

BILLY drammatico, diretto da Emilia Mazzacurati, con Matteo Oscar Giuggioli e Carla Signoris.

Zippo, un rocker (interpretato da Alessandro Gassmann) affascinante e perso, fuggito dalla scena, pieno di figli abbandonati per troppo tempo, è il personaggio che fa scoppiare le bolle di sapone in cui vivono i personaggi di Billy, la tragicommedia di formazione ambientata in un mondo sospeso e di provincia, opera prima di Emilia Mazzacurati, con Matteo Oscar Giuggioli, Carla Signoris, Giuseppe Battiston, Benedetta Gris, Sandra Ceccarelli, Roberto Citran e Kristina Hermin. «Sono partita dai personaggi, Principalmente da Billy e la mamma Regina, una famiglia con ruoli inversi. Zippo è arrivato per ultimo: è un po’ come uno straniero solitario, che arriva se ne va dei film western, un genere che amo molto» spiega la cineasta, classe 1995, figlia d’arte (il papà, Carlo Mazzacurati, uno degli autori più sensibili e originali del cinema italiano è scomparso nel 2014). 

Il protagonista della storia, è Billy (Giuggioli), diciannovenne che non ha nessuna voglia di adeguarsi alle regole del mondo degli adulti, motore di curiosità e creatività  fin da bambino, quando ha inventato un podcast di musica. Non si è mai ripreso dall’abbandono del papà, vive con una madre brillante e eccentrica, Regina (Signoris) spesso inaffidabile e non sa come rivelare i suoi sentimenti alla vicina di casa Lena (Gris). Le giornate ripetitive ma rassicuranti di Billy, sono scosse dall’incontro con un suo idolo da sempre, Zippo (Gassmann), rocker di cui da anni si erano perse le tracce, ospitato dall’amico pompiere con la paura del fuoco, Massimo (Battiston). Nel film «c’è un mondo reso in maniera surreale, ma abbastanza sofferente», spiega Emilia Mazzacurati. «La storia inizia in un loop nel quale ogni personaggio è fermo nei propri difetti e ha dentro di sé un gran dolore, come il lutto. Un racconto che si muove più con il passo della memoria che nella realtà. L’arrivo di Zippo porta i vari personaggi a trovarsi e ritrovarsi».  La regista ha pensato che Gassmann, fosse perfetto «per rendere questo personaggio solitario. L’abbiamo “rivoltato”, con la parrucca, il look… A ognuno degli attori ho dato una playlist personale legata al ruolo. Nella sua c’erano fra gli altri un musicista che da sempre mi affascina, Townes Van Zandt, un documentario molto bello Searching for Sugar Man, e allontanandomi dal mondo musicale, il film Città amara di John Huston, sul rapporto tra un pugile con la carriera già finita e un ragazzo appena arrivato». Tra le fonti di ispirazione per Billy, in modo conscio o inconscio ci sono state storie di formazione, come American GraffitiStand By meBoyhoodSirene con Cher e Winona Ryder, ma anche il mondo cinematografico del padre. Voto: 3,5 su 5

SPOILER ALERT commedia, diretto da Michael Showalter, con Jim Parsons e Ben Aldridge. Durata 112 minuti.

Racconta la storia della relazione tra il giornalista Michael Ausiello e il fotografo Kit Cowan (Jim Parsons e Ben Aldridge).  Un amore profondo che dura da 14 anni e sembra uscire da una commedia romantica. Per Michael, Kit è tutto il suo mondo e la famiglia amorevole che non ha mai avuto, anche grazie ai suoi genitori Marilyn e Bob (Sally Field e Bill Irwin), che dopo un primo momento di esitazione lo accolgono come fosse loro figlio. La vita scorre quasi perfetta, contornata dalla loro vivace cerchia di amici a Manhattan. Ma il rapporto purtroppo prende una svolta tragica quando a Cowan viene diagnosticata una rara forma di cancro. Il film si concentra sugli undici mesi che i due trascorrono insieme e sui cambiamenti che rafforzano il loro rapporto e li aiutano a lottare contro la malattia. Voto: 4 su 5

BLUEBACK avventura, diretto da Robert Connolly, con Mia Wasikowska e Radha Mitchell.

È la storia di Abby (Ariel Donoghue), una bambina appassionata di immersioni. Sua madre Dora (Radha Mitchell) è una convinta ambientalista e la porta spesso al largo per osservare la fauna marina. Durante una di queste sessioni subacquee s’imbatte in una piccola cernia, che decide di adottare e a cui dà il nome BlueBack.  Ben presto la piccola si affeziona all’animale, instaurando con lui un forte legame di amicizia. Solo quando cresce, Abby (Ilsa Fogg) scopre che il pesce appartiene a una specie in via di estinzione a causa della pesca intensiva. Seguendo gli insegnamenti di Dora, la ragazza decide di provare a salvare il suo piccolo amico, confrontandosi proprio con il nemico dei mari, i bracconieri. Quando la barriera corallina viene dragata per agevolare l’ingresso alla baia, la vita di BlueBack e dei suoi simili è messa in serio pericolo. Abby e sua madre si ribellano esponendosi in prima persona. La giovane ragazza decide di intraprendere un percorso di attivismo coinvolgendo tutti gli abitanti della zona. Voto: 3,5 su 5

CAMPIONI commedia, diretto da Bobby Farrelly, con Woody Harrelson e Ernie Hudson. Durata 124 minuti.

Woody Harrelson è il protagonista nei panni di Marcus Marakovich, un ex allenatore di basket di una lega minore. Dopo una serie di passi falsi, l’uomo si ritrova di fronte a un tribunale, che gli toglie ogni incarico e gli affida la gestione di una squadra di giocatori con disabilità intellettive. Sebbene Marcus ritenga che questi giocatori siano impossibili da allenare e che forse il suo compito sia solo quello di farli sentire uniti come una squadra, ben presto deve ricredersi. L’allenatore si rende conto che, nonostante i suoi dubbi, questa squadra può andare più lontano di quanto abbia mai immaginato. Non solo questi ragazzi impareranno le regole del basket, ma avranno molto da insegnare allo stesso Marcus e insieme creeranno qualcosa di davvero speciale. Voto: 3 sue 5

THE BOOGEYMAN horror, diretto da Rob Savage, con Chris Messina e Sophie Thatcher. Durata 98 minuti.

Dalla mente di Stephen King la storia della liceale Sadie Harper (Sophie Thatcher) e di sua sorella minore Sawyer (Vivien Lyra Blair), entrambe rimaste sconvolte dalla recente perdita della madre. Le due, in questo momento difficile, non ricevono il giusto sostegno da parte del padre Will (Chris Messina). Quest’ultimo lavora come terapeuta e deve fare i conti, a sua volta, con il dolore causato dalla morte della moglie e la successiva elaborazione del lutto. Cerca di fare il possibile per le sue figlie, ma non riesce a connettersi con loro dopo il tragico lutto e il suo atteggiamento sta creando delle vere e proprie crepe nel rapporto con loro. Un giorno arriva in casa loro un nuovo paziente del padre, Lester Billings (David Dastmalchian), che ha bisogno disperatamente dell’aiuto di Will, dopo che la sua vita è stata devastata da una terribile serie di eventi, come la perdita dei suoi figli. L’uomo porta in casa con sé, però, una demoniaca entità soprannaturale, che prende di mira le famiglie e si nutre della sofferenza causata alle sue vittime. Dopo la visita dell’uomo, Sadie e Sawyer iniziano a essere protagoniste di alcuni eventi terrificanti, causati dalla malvagia entità soprannaturale che ha invaso la loro casa. Will non crede alle due ragazze e questo suo scetticismo rischia di distruggere la loro famiglia per sempre. Voto: 2,5 su 5

LA VERSIONE DI ANITA documentario, diretto da Luca Criscenti, con Flaminia Cuzzoli e Lorenzo Lavia. Durata 85 minuti.

È incentrato su Anita Garibaldi (Flaminia Cuzzoli), nata in Brasile nel 1821 e morta in Italia a soli 28 anni. Nella sua breve vita, la donna è stata ben quattro volte madre e ha partecipato a battaglie cruciali, combattute per la libertà del popolo italiano e brasiliano. Molti la ricordano soltanto come a fedele moglie di Giuseppe Garibaldi (Lorenzo Lavia), ma c’è un tutto un mondo nascosto dietro la figura di Anita, scoperto solo recentemente grazie ad alcuni studi. Era una donna indipendente, capace di compiere scelte difficili e a volte perfino scomode. Nel film emerge questo suo lato a lungo taciuto, che fa di lei un raro esempio di libertà, capace di comunicare con le nuove generazioni. Voto: 3 su 5

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