– Lina Gervasi presenta il progetto “Beyond the mirror”: un album di inediti che fa da colonna sonora al suo romanzo di fantasy. E poi un audiolibro e una graphic novel. Punto di partenza per promuovere uno strumento poco conosciuto che aprì l’era dei sintetizzatori
– Come il libro è un viaggio in mondi paralleli, il disco attraversa l’universo musicale: elettronica, jazz, cori gregoriani, pop, progressive, classica. Al fianco dell’artista siracusana valenti cavalieri come Fabrizio Bosso, Lorenzo Dada, Claudio Simonetti, Giovanni Sollima, Denis Marino, Puccio Castrogiovanni e Seby Burgio
– «Al centro della storia c’è un ragazzo, David, che per certi versi è il mio alter ego. David viaggia in mondi paralleli attraversando specchi alla ricerca del suo “io” intimo. In ogni capitolo vengono affrontati temi attuali: la famiglia, l’amore, l’amicizia, il coraggio, il rispetto, l’uguaglianza, l’inseguimento dei sogni»
La prima volta che mi sono imbattuto nel theremin è quando stavo guardando un vecchio video dei Led Zeppelin e vedo Jimmy Page agitare le mani in aria come uno stregone. Poi sento suoni spettrali che apparentemente provengono dal nulla. Solo quando ho notato una piccola scatola con l’antenna mi è sorto il sospetto che quello poteva essere una sorta di “magical box”. Dopo un po’ di indagine online, finalmente ho scoperto che quella scatola si chiama theremin.
Approfondendo la ricerca, ho scoperto che questo strumento poco conosciuto è stato inventato nel 1920 dal fisico russo Leon Theremin e, secondo molte fonti, è accreditato come il primo strumento elettronico, l’archetipo del moog. Non a caso, trent’anni dopo fu proprio Robert Moog a copiare l’invenzione di Theremin.
Quella scatola magica chiamata theremin
Ma in cosa consiste il theremin? È una scatola con due antenne comunicanti fra loro che formano un campo magnetico all’interno del quale il movimento delle mani produce dei suoni. Una “magical box”, appunto, difficile però da governare e adattare. Utile per evocare un suono che nessun altro strumento può duplicare, essenziale quando quel suono è richiesto, ma inutile per il mainstream musicale. Tuttavia, Robert Moog spiegò che il theremin ha fornito la “pietra angolare” dei moderni strumenti musicali elettronici.
Il suo suono ultraterreno è stato usato da Hitchcock per suggerire la malattia mentale in Io ti salverò (Spellbound, 1945) dal compositore Bernard Herrmann, per accompagnare le forme di vita aliene in Ultimatum alla terra (2008), da Billy Wilder per suggerire disorientamento alcolico in I giorni perduti (The Lost Weekend, 1945) e da Jerry Lewis per suggerire la solitudine nel film Il delicato delinquente (1957).
Utilizzato spesso nei film horror – Suspiria (1977) di Dario Argento – così come nella musica rock progressive e nelle colonne sonore dei videogame, il theremin mantiene il suo posto come uno degli strumenti di effetti sonori più importanti della storia. È stato usato da musicisti rock, da Jimmy Page ai Rolling Stones, da Michael Jackson ai Beach Boys, ed è stato perfezionato da virtuosi classici. Nel 1994 l’uscita del film Theremin: An Electronic Odyssey fece guadagnare allo strumento forse il suo più alto livello di popolarità fino ad oggi tra musicisti e registi.
Guardare Theremin: An Electronic Odyssey è un’esperienza curiosa. S’inizia con l’interesse, poi si passa attraverso le fasi di curiosità, fascino e incredulità, fino a quando negli ultimi venti minuti, si arriva a uno stato di meraviglia sbalordita. Sono le stesse sensazioni che si avvertono ascoltando Beyond the mirror, album di debutto di Lina Gervasi, la regina del theremin conosciuta e apprezzata in tutto il mondo.
Un amore nato a causa di una allergia al nichel
Laureata in flauto trasversale, docente di musica, al theremin l’artista siracusana si è accostata per cause di forza maggiore: «Nel 2018 mi dissero che soffrivo di intossicazione acuta da metalli pesanti, ovvero allergia al nichel», rivela. «Quando suonavo avvertivo problemi respiratori». Un dramma per Lina che, sin da piccola, aveva mostrato un grande desiderio di fare musica, di esibirsi in pubblico, tanto da aver partecipato negli anni Novanta alle selezioni dello Zecchino d’Oro con Mago Zurlì. Si trovò davanti a un bivio: cambiare strumento o eliminare la musica dalla sua vita. Ovviamente, prevalse la prima soluzione.
«Avrei potuto scegliere il pianoforte, ma tecnicamente non si addiceva a quello che volevo fare io», racconta. «Mi sono messa a cercare online ed ho trovato due opzioni: l’arpa laser e il theremin». Scarta la prima perché troppo semplice da suonare. Ma il primo approccio con il theremin non è stato affatto semplice. «Dopo la prima settimana lo volevo buttare dalla finestra», ride.
«La vita è dura, bisogna resistere, con pazienza. Nel momento che non ti aspetti si aprono le porte», le ripeteva la nonna Lina. «Veniva sempre ad ascoltarmi, a seguirmi nei miei progressi con lo strumento, a spronarmi», ricorda con affetto e nostalgia la nipote omonima. Due anni fa quel tenero legame si è rotto, a 96 anni nonna Lina è salita in cielo.
La genesi di “Beyond the mirror”
Quel consiglio che le rinnovava ogni giorno adesso chiude Beyond the mirror. E due anni fa è nato questo progetto che il 19 dicembre ha visto uscire il lavoro discografico per Musica Lavica Records (grazie anche al contributo di NuovoIMAIE) e che prevede, a inizio 2024, la pubblicazione dell’omonimo romanzo fantasy, un audiolibro e in maggio una graphic novel ad opera di Diego Fichera (autore della copertina del disco) in occasione di Etna Comics.
«L’album nasce come la colonna sonora del racconto fantasy e nel libro si troveranno i codici QR code per seguire l’ordine corretto dei brani», spiega l’autrice. «Al centro della storia c’è un ragazzo, David, che per certi versi è il mio alter ego. David viaggia in mondi paralleli attraversando specchi alla ricerca del suo “io” intimo. In ogni capitolo vengono affrontati temi attuali: la famiglia, l’amore, l’amicizia, il coraggio, il rispetto, l’uguaglianza, l’inseguimento dei sogni. Interlocutori di David sono spesso animali in via di estinzione (altro tema del libro) che gli danno la forza di affrontare il viaggio».
È un viaggio in un mondo fantastico che, al termine di una sfida nell’arena con la sua ombra e il corvo nero, porterà il protagonista ad abbracciare le proprie paure, esorcizzandole, per rivedere il nonno proiezione di se stesso. Un nuovo mistero che sarà risolto nel sequel.
Come David, anche Lina Gervasi attraversa mondi paralleli con il suo theremin (ma, per l’esattezza, sono sette quelli che usa, ciascuno con una timbrica diversa). Non ci sono personaggi dalle forme animalesche – né mamma lupa né lucciola a guidarla, né entità malefiche come il corvo nero – come nel romanzo, ma magnifici cavalieri e damigelle del valore di Denis Marino, che è anche il produttore, Seby Burgio al piano, Emilia Belfiore agli archi, Alessandro Longo al violoncello, Michele Musarra al basso elettrico e alcuni ospiti di riguardo come Fabrizio Bosso alla tromba nel brano The Dream Maker, Giovanni Sollima al violoncello elettrico in Softly, il dj e producer romano Lorenzo Dada per Far Away e Puccio Castrogiovanni al marranzano in Breathless e nell’iniziale Neah. «La presenza del marranzano di Puccio vuole sottolineare il legame con la propria terra, le origini», sottolinea Denis Marino.
Un viaggio in mondi paralleli e incantati
Compagni di viaggio in mondi paralleli e incantati. Il suono del theremin dialoga con l’elettronica, il jazz, cori gregoriani, pop, progressive, classica. È evocativo e distopico nel brano di apertura Neah, con il canto ammaliante della sirena Lina Gervasi, è misterioso in Mirror, liberatorio e catartico in Rising, primo singolo dell’album che ritorna in chiusura con la voce della nonna. È un filo di malinconia che avvolge la tromba “cool” di Bosso in The Dream Maker, è una soffice ninna nanna in contrasto con lo struggente violoncello elettrico di Sollima. Epico nella marziale The legend of Elenos, che rappresenta un momento-chiave del romanzo che non vogliamo spoilerare. Esotico fra i richiami della natura di Far Away. È in fuga davanti alla cascata di note provenienti dal piano di Claudio Simonetti nella quasi pop Lost in the Dark. È un convulso turbinio di note e sonorità Breathless, divisa in tre movimenti, fino al finale rasserenante, «quando David prende coscienza di se stesso», evidenza Lina Gervasi.
Rispecchiando il libro, anche l’album è un viaggio in un mondo sorprendente, pieno di sorprese, di colpi di scena, di cambi di modulo. Ti incuriosisce, ti strega, ti affascina, ti avvolge. Incute paura e trasmette serenità. È freddo e grigio e, nello stesso tempo, pieno di calore e di colori. È elettronico e acustico. Ti conduce in dimensioni fantastiche e lontane ed è fortemente legato al territorio, alle origini, ad antichi valori, come la voce di nonna Lina che sigilla l’album. Punto di partenza di un progetto che andrà oltre al disco, al libro, al fumetto e all’audiolibro. Che presto salirà su palchi importanti e che mira a promuovere il theremin, magari aprendogli le porte delle scuole. Come ha già fatto Lina Gervasi con i suoi alunni.