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Maria Antonietta: amo la complessità

– L’artista marchigiana porta il suo nuovo album “La tigre Assenza” in tour nei club: giovedì 28 dicembre ai Candelai di Palermo e l’indomani ai MercatiGenerali di Catania
– «Il club è la dimensione ideale per questo album scuro e magnetico, fatto di ballad notturne e di pezzi uptempo da ballare con un gin tonic in mano, e per i pezzi del mio repertorio»

Maria Antonietta è stata considerata uno dei talenti più interessanti dell’indie-rock. Piglio da PJ Harvey e una capacità d’espressione che la fa assomigliare a una piccola Nada, sembrava destinata a grandi imprese dopo il debutto del 2012 con l’album omonimo prodotto da Dario Brunori, seguito da Sassi nel 2014 e Deluderti nel 2018. Poi, però, Letizia Cesarini, questo il suo vero nome all’anagrafe di Pesaro, ha preso strade collaterali.

Laureata in storia dell’arte e amante della poesia, ha dedicato una serie di reading alla creatività femminile e alle sue poetesse del cuore e nel 2019 ha pubblicato il libro Sette ragazze imperdonabili. Un libro d’ore (Rizzoli). Nel 2021 poi ha provato l’esperienza televisiva mettendo a frutto i suoi studi nella serie Sky Sacra bellezza – Storie di santi e reliquie sul mondo dell’arte sacra. È giurata del Premio Strega Poesia, ma più di tutto ama la musica, che ha sempre messo al primo posto in ogni sua scelta.

E al suo primo amore è tornata quest’anno con La tigre Assenza, un album di dieci tracce che sta presentando in questi scampoli di 2023 in un tour nei club, che giovedì 28 dicembre fa scalo ai Candelai di Palermo e l’indomani, venerdì 29, ai MercatiGenerali di Catania, portando l’energia rock di chi ha bisogno del contatto per esprimersi. Quel dolore delle assenze nelle canzoni si trasforma così in gioia dell’incontro live, da Viale Regina Margherita, composta con Francesco Bianconi a Per le ragazze come me realizzata con la collaborazione di Laila Al Habash, cantautrice di sangue romano e palestinese, già una delle grandi promesse della scena italiana, fino ai brani del passato come Questa è la mia festa o Io e te certamente, la cantautrice marchigiana ripercorre la sua storia, continuando a sperimentare con le parole, per mostrare il percorso che l’ha portata dove è ora, felice.

«Sono appassionata di molte cose differenti tra loro. Amo la poesia, amo l’arte, amo il punk. È sempre difficile far convivere tutte le mie anime, ma non ce n’è una che prevale sulle altro. Amo alternare», commenta l’artista. «Nei club porto uno spettacolo molto fisico, molto rock’n’roll, molto punk, acustica e violoncello, cassa dritta, e ballad torbide. Sono una grande sostenitrice della complessità, non voglio ridurre le cose a una sola superficie. Questo le rende forse a volte più difficili da digerire, ma sicuramente più curiose, più vive. Il club è la dimensione ideale per questo album scuro e magnetico, fatto di ballad notturne e di pezzi uptempo da ballare con un gin tonic in mano, e per i pezzi del mio repertorio».

La tigre Assenza è un omaggio a Cristina Campo, che ha scritto una poesia così intitolata, dedicata agli assenti. Chi non c’è, è sempre pronto a sbranarti, come una tigre. Chi non c’è, è feroce. Così, il suo ricordo. 

«Il filo rosso che unisce i brani è quello dell’assenza, gli assenti e i fantasmi della tua vita», spiega Maria Antonietta. «Penso che diventare grandi significhi anzitutto riuscire a distinguere il passato dal presente. Nella vita ci sono degli assenti che rimangono lì, nella tua testa, e anche se tu fingi che non esistano perché fisicamente non ci sono, in realtà proprio il fatto di albergare nella tua mente dà loro un potere smisurato. E alla fine, se vuoi andare verso il futuro e non farti trascinare indietro, sei costretta a sciogliere quei nodi. O reagisci o soccombi. Ora mi sentivo abbastanza forte da mettere un punto e lasciare andare alcune persone, non solo dalla mia vita ma anche dalla mia testa». 

La poesia è un altro degli amori di Maria Antonietta. «Sono proprio pazza di poesia. Accende sempre qualcosa dentro di me, la mia creatività si alimenta. È successo anche quando ho letto Blonde di Joyce Carol Oates, o quando ho letto Giovanni Giudici. Siccome fa parte della mia vita è inevitabile che poi finisca nelle mie canzoni».

Rimasta fedele alla linea, Maria Antonietta è una mosca bianca nel panorama musicale italiano polarizzato fra il mondo urban/hip hop e quello più pop. Lei non si lascia tentare dal mercato. In testa le parole di Patti Smith, artista adora. «Lei diceva che non esiste nulla di più importante e più prezioso del tuo nome e della tua reputazione. Il resto sono tutte scelte che puoi fare, ma una volta che hai macchiato il tuo nome cosa resta? Bisogna sempre pensare sul lungo termine».  

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