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Mediaset confonde giallo con rosa

– Deludente la fiction “Vanina – Un vicequestore a Catania”: toni da melò, piatti i personaggi, la solita Sicilia banale e oleografica. Tuttavia, gli ascolti della prima puntata la promuovono
– La protagonista è l’antitesi di Montalbano, priva di ironia e di gioia di vivere. E ci si chiede: ma tutte le donne vicequestore d’Italia sono così belle come Giusy Buscemi e Lolita Lobosco? 

Avevo acquistato un libro di Cristina Cassar Scalia. Incuriosito da alcuni articoli che descrivevano il suo personaggio, il vicequestore Vanina Guarrasi, come una sorta di commissario Montalbano in gonnella («La migliore scrittrice di storie di poliziotte in circolazione», scriveva Severino Colombo sul Corriere della Sera), avevo trovato L’uomo del porto, che non so se rientri nella sua migliore o peggiore produzione. Anche perché non c’è stato un seguito. Rimasi molto deluso, viste le lodi che l’accompagnavano, sia dello stile narrativo sia della trama. Insomma, ben lungi la fantasia, la scorrevolezza e la brillantezza di Andrea Camilleri.

Il libro L’uomo del porto, seguendo l’esempio del mio eroe di riferimento Pepe Carvalho, il detective ideato dallo scrittore catalano Manuel Vázquez Montalbán, è andato al rogo. E questo precedente mi ha fatto accostare con molto scetticismo alla prima puntata della serie tv di Canale5 intitolata Vanina – Un vicequestore a Catania e tratta dai racconti della Cassar Scalia. E l’esito è identico a quello del libro, se non peggiore. Anche se, in questo caso, non darò fuoco al televisore.

L’ex “Miss Italia” Giusy Buscemi è il vicequestore Vanina Guarrasi nella fiction di Canale 5

Devo, tuttavia, riconoscere il merito a Giusy Buscemi di aver definito il suo personaggio Vanina, che interpreta senza infamia né lode (piatti gli altri protagonisti della fiction), un «anti-Montalbano», piuttosto che un “Montalbano in gonnella”. In effetti, i due poliziotti sono antitetici. Se il commissario di Camilleri vive con gioia il sesso e il cibo, il vicequestore invece si riempie la bocca di brioches e dolci senza gustarli e l’amore lo affronta con sensi di colpa e tormento. Se il primo mostra umanità nei confronti dei perdenti, siano vittime o carnefici, la seconda ha atteggiamenti di compassione. Sentimenti ben diversi. 

Ma il più grave difetto nel libro come nella fiction è l’assenza di ironia, che invece è un elemento fondamentale nelle storie di Camilleri. E non certo per la macchietta di Agatino Catarella. Era il racconto stesso che scorreva sul filo della ironia e della leggerezza. Al contrario, la fiction di Canale5 si appesantisce di travagli interiori, spettri del passato, tragedie familiari, flashback, assumendo quel tono da melò, da telenovela, che è tipico di tutte le serie tv prodotte da Mediaset. Un romanzo rosa piuttosto che giallo.

Lasciando perdere le tante incongruenze nel corso dell’indagine condotta da Vanina, ci sono diversi momenti di disorientamento. Non si capisce se si sta assistendo a un giallo o a una puntata serale di Terra amara oppure a una soap opera per i tanti intrecci sentimentali all’interno e all’esterno del commissariato di polizia. E, poi, le solite, insopportabili, banalità oleografiche e folcloristiche sulla Sicilia, su Catania, sulle dispute tra la città etnea e Palermo, la granita, l’arancina/o, la pasta con le sarde, quella alla Norma e via dicendo. Anche la città è raccontata come una cartolina (che da tempo non è), con sottolineature che hanno il sapore di pubblicità. Uno stile lontano dall’eleganza narrativa di Camilleri che ha reso il suo personaggio universale.

Luisa Ranieri è il vicequestore Lolita Lobosco nella fiction di Rai1

La partenza, dal punto di vista degli ascolti, lascia ben sperare: Vanina – Un Vicequestore a Catania ha incollato davanti al video 3.308.000 spettatori con uno share del 19.3%. Vediamo le prossime puntate, ma i picchi di Montalbano sono molto lontani. In tutti i sensi.

Post scriptum. Mi chiedo: ma, nella realtà le donne vicequestore in Italia sono tutte così belle come Lolita Lobosco e Giusy Buscemi? 

Post scriptum 2. Una battuta come «non mi scassare la minchia» detta dal vicequestore Giusy Buscemi, che tutto sembra tranne che un vicequestore, e, soprattutto, da una donna è verosimile?

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