Interviste

KID GAMMA: canto il disagio della Gen Z

– Dietro al nome d’arte si nasconde il palermitano Gabriele Gallo, considerato il futuro del pop siciliano. Il suo nuovo singolo “Giovani vuoti” affronta il tema della salute mentale e dell’incremento dei suicidi fra gli adolescenti
– «Anch’io tempo addietro ho sofferto di ansia sociale, alcuni giorni non mi andava nemmeno di uscire di casa. Il messaggio che voglio lanciare è quello di parlare di queste cose, di non chiudersi in se stessi»
– «I social possono essere una minaccia. Chiudersi in casa, piuttosto che socializzare di presenza è controproducente». «Questo governo ci sta manovrando, vorrebbe dirci cos’è la vita». «I talent? Meglio levarci mano»

Durante la Settimana europea della salute mentale di metà maggio, l’Unicef ha ricordato che circa 11,2 milioni di bambini e ragazzi residenti nell’Unione Europea soffrono di disturbi psichici, stando ai dati pubblicati in The State of Children in the European Union 2024. Di questi, 5,9 milioni sono maschi e 5,3 femmine. Nella fascia di età compresa tra i 15 e i 19 anni, circa l’8% soffre di ansia e il 4% di depressione. Dopo gli incidenti stradali, il suicidio è la seconda causa di morte. I dati Istat confermano un incremento generale dei suicidi anche in Italia: nel 2021 si sono registrati 3.870 casi, rispetto ai 3.748 del 2020, con un aumento del 16% nella fascia d’età tra i 15 e i 34 anni.

Partendo da questi numeri drammatici, Gabriele Gallo, in arte Kid Gamma, uno dei più promettenti autori pop siciliani, ha composto il brano Giovani Vuoti che uscirà venerdì 6 dicembre. «Il brano è nato dall’esigenza di voler comunicare un po’ di cose, soprattutto per quanto riguarda le tematiche che affronto io: le tematiche giovanili, dell’ansia sociale, della solitudine, del disagio».

Palermitano della Zisa, il ragazzino (Kid in inglese) di nome Gabriele (Gamma, dall’alfabeto greco che foneticamente suona come la G) si presenta come il «portavoce della Generazione Z» e già in un altro brano aveva accennato al tema. In Paura, citando La Divina Commedia, canta: «Portami via dalla selva oscura del mondo, portami via dal mondo». 

«È una tematica molto ricorrente», commenta. «La mia generazione vive nella costante incertezza del futuro. C’è la paura del domani, per quanto riguarda il lavoro, cosa accadrà nel futuro, la crisi climatica, le guerre. La situazione a livello globale non aiuta. Credo che oggi sentire vicino qualcuno tramite la musica, che può essere la mia o di qualcun altro, possa essere d’aiuto, molto confortante».

Nella presentazione del brano, si accenna al dramma dei suicidi. Non è, quindi, soltanto la mancanza di prospettive, c’è un problema di disagio interiore, mentale.

«Sicuramente la salute mentale è un argomento che mi sta molto a cuore. Anch’io tempo addietro ho sofferto di ansia sociale, alcuni giorni non mi andava nemmeno di uscire di casa. Il messaggio che voglio lanciare è quello di parlare di queste cose, di non chiudersi in se stessi. Non far sfociare questo disagio interiore in atti che possano essere compromettenti».

Secondo una recente ricerca, quasi tre giovani su dieci dicono di non avere amici. Almeno, non in carne e ossa. Nessuno da incontrare fuori casa per una chiacchierata o una passeggiata. Tu, in Giovani Vuoti, canti: «Non è possibile restare soli». Consideri i social una minaccia per la salute mentale?

«Chiudersi in casa, piuttosto che socializzare di presenza è controproducente nei rapporti sociali. Penso che un ragazzo della mia età, così come tutte le persone, debbano avere dei rapporti sociali reali, avere persone con cui confrontarsi nella quotidianità. Tanta repressione poi porta a comportamenti scorretti, credo che s’impazzisca stando tutta la giornata davanti a uno schermo».

La copertina di “Giovani vuoti”

Molti ritengono che la pandemia abbia acuito i disagi psicologici.

«La pandemia è arrivata proprio quando ho cominciato a rilasciare i brani. Io però non l’ho vissuta malissimo, avevo amici nello stesso palazzo in cui abito e per cui ci vedevamo quasi ogni giorno. Non uscivamo dal palazzo, ma stavamo insieme. Anzi, la pandemia mi ha aiutato tanto nel riflettere su cosa fare della mia vita, sulla mia ipotetica carriera. Ho avuto tanto tempo per pensare, per scrivere. Inoltre, stando a casa, c’erano più possibilità attraverso i social di essere visto da qualcuno». 

Chi sono gli «stronzi» che «vogliono dirci cosa cazzo è la vita» dei quali parli nella canzone Male all’anima?

«Sono i nostri carissimi politici. Proprio questo governo ci sta manovrando, vorrebbe dirci cos’è la vita, ma in realtà siamo noi quelli che viviamo sulla nostra pelle l’inflazione, gli stipendi bassissimi. Una famiglia fa fatica ad arrivare a fine mese».

Giovani Vuoti ha un inizio rock-blues alla Eric Clapton per poi svolgersi come una soul ballad. Quali sono i tuoi modelli musicali?

«Sono cresciuto ascoltando musica americana. Michael Jackson, Prince, pop e r&b. Mi ispiro molto a quelle sonorità lì, anche le linee melodiche con le quali sono fissato. Giovani Vuoti, musicalmente, è nato molto casualmente, come tutti quanti i mei brani. Ero in studio con il mio chitarrista e avevamo in mente di fare una ballad, che poi si è rilevata tutt’altro. Il brano è un r&b in tre quarti; quindi, ha la metrica di una ballad, ma il genere è totalmente diverso».

E come si spiega la citazione di Mi sono innamorato di te di Luigi Tenco nel singoloInnamorato?

«Anche qui è avvenuto tutto casualmente. Non riuscivo a trovare la quadra per il ritornello. Il giro di accordi mi è sembrato molto simile a quello della canzone di Tenco. Allora mi sono chiesto: “Perché non farlo?”. Il brano ha lo stesso tema, riprendere in chiave moderna un brano del passato non è una bruttissima idea. Anzi, si è rivelata una ottima scelta autoriale: il brano sta infatti andando molto bene sulle piattaforme streaming».

Hai mai tentato la carta del talent?

«Li ho fatti tutti, ma penso di toglierci mano. È un mondo di merda. Ho fatto Sanremo giovani, X Factor, Amici. Negli ultimi due sono stato anche chiamato e richiamato da loro, ho fatto i provini davanti a Maria, ma poi passava il “figlio di” o il raccomandato di turno».

Eppure, nonostante i suoi 22 anni, Kid Gamma ha un talento innato. Ha cominciato a suonare a 4 anni, a 11 ha esordito al Teatro Politeama di Palermo come pianista solista accompagnato dall’Orchestra sinfonica siciliana. Nel luglio 2012 è risultato vincitore della Young Talent Special Mention all’International Ibla Competition e nel maggio 2013 ha debuttato alla prestigiosa Carnegie Hall di New York e alla New York University, ricevendo consenso unanime e l’Audience Award. D’altronde il vero giudice resta sempre il palco e non certo le valutazioni approssimative e sentenziose di giurie dall’improbabile autorevolezza o le vetrine di talent che semplificano la fragilità di una generazione.

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