– Il film di Matteo Garrone oggi, domenica 7 gennaio, affronta la prova dei Golden Globes sulla strada che porta alla “Notte delle stelle”
– Quella che è stata definita l’“anticamera dell’Oscar” si presenta con una veste rinnovata dopo lo scandalo che l’aveva travolta
– Hollywood ha bisogno di ritrovare il glamour dopo il lungo periodo di scioperi che hanno bloccato i set e il calo di oltre 2 miliardi di dollari al botteghino
Ci sono poche cose che Hollywood ama più della narrazione di un ritorno, di una resurrezione, di una storia da zero a hero strappa applausi e lacrime. I Golden Globe Awards di domenica 7 gennaio offriranno una nuova puntata in questa storia secolare: questa volta è lo spettacolo stesso che cerca una seconda possibilità.
Due anni fa, i Globes si erano impantanati in una crisi di pubbliche relazioni potenzialmente fatale. Dopo che un’indagine del Times del 2021 aveva denunciato una sorta di razzismo culturale nei confronti della diversità nell’assegnazione dei premi, sollevando preoccupazioni sull’etica e sulle pratiche finanziarie, Hollywood aveva scelto di evitare i Globes. Tom Cruise ha restituito i suoi trofei e la NBC ha cancellato lo spettacolo dal palinsesto. Molti credevano che fosse il momento di arrotolare il tappeto rosso su quella che era stata definita per decenni come “la festa dell’anno di Hollywood” o l’“anticamera degli Oscar”.
Ma l’industria non poteva abbandonare così facilmente i Globes e lo strumento di marketing che fornisce. Così, dopo una serie di riforme radicali e trasformando l’organizzazione in un’impresa a scopo di lucro, i Golden Globes hanno trovato una nuova casa alla CBS e gli organizzatori annunciano che la festa è tornata. In un momento in cui l’industria cinematografica è ancora alle prese con profonde ansie esistenziali – con il botteghino nazionale in calo di oltre 2 miliardi di dollari l’anno scorso dai livelli pre-pandemia – per molti a Hollywood l’impulso a guardare oltre il passato dei Globes è stato semplice.
Fra le novità della nuova edizione, l’ampliamento delle categorie da cinque a sei candidati per aggiungere ulteriore potere stellare allo spettacolo e l’introduzione di due nuovi premi: uno per la stand-up comedy, “miglior speciale comico”, e l’altro per “Cinematic and Box Office Achievement”, ovvero “miglior Blockbuster”. Quest’ultimo ha lo scopo di andare incontro ai gusti del pubblico per film come Taylor Swift: The Eras Tour o Super Mario Bros. (oltre a Barbie e Oppenheimer). Inoltre, un nuovo pool di votanti che da un’ottantina è salito a 300 da 75 Paesi e, per simboleggiare l’inizio di una nuova era, il trofeo stesso è stato ridisegnato.
La nuova categoria sui film di successo dei Globes è stata accolta con scetticismo e critiche; nel 2018, l’accademia cinematografica aveva ritirato l’introduzione di una categoria simile di “miglior film popolare”. «Successo al botteghino? Quindi si sta dicendo che vince chi ha fatto più soldi? Grande affare. Non andrà a Oppenheimer o John Wick. Andrà a Barbie perché ha fatto più soldi. Non c’è suspense. Acrobazie del genere non aumenteranno gli ascolti», è il commento comune.
La rinascita dei Golden Globes potrebbe coincidere anche con quella del cinema italiano. Domenica 7 gennaio a Beverly Hills sarà il primo banco di prova di Io Capitano, il film di Matteo Garrone Leone d’Argento a Venezia, candidato dell’Italia agli Oscar, entrato nella shortlist per il miglior film internazionale, e arrivato ai Golden Globes, l’anticamera del più ambito premio cinematografico, con una nomination tra i sei migliori non in inglese.
Il gala aprirà la stagione dei premi di Hollywood in vista della “Notte delle stelle” del 10 marzo. Nel lungo e atteso duello tra Barbie e Oppenheimer, tra la bambola della Mattel e il padre della bomba atomica, tanti film stranieri potrebbero avere chance anche per via dell’ampliamento della giuria. Il film di Greta Gerwig con Margot Robbie e Ryan Gosling arriva ai Globes con nove candidature, davanti di una lunghezza al dramma di Christopher Nolan su Los Alamos. Ma attenzione anche a Killers of the Flower Moon di Martin Scorsese e Poor Things (Povere Creature) di Yorgos Lanthimos, Leone d’oro a Venezia, con sette chance a testa.
Sono dodici in tutto i candidati al miglior film, distribuiti tra drammatici e comici: nella prima categoria rientrano il francese Palma d’oro a Cannes, Anatomia di una caduta di Justine Triet, in gara anche nella categoria del film non in inglese e per la migliore attrice, Sandra Hüller, Killers of the Flower Moon, Maestro, Oppenheimer, Past Lives della coreana-americana Celine Song e il britannico The Zone of Interest di Jonathan Glazer, Gran Prix Speciale della Giuria a Cannes; mentre Barbie, Air, American Fiction, The Holdovers, May December e Poor Things sono nella seconda.
Per le attrici in un film drammatico viene data per favorita Lily Gladstone di Killers of the Flower Moon, tra gli attori il duello è tra Bradley Cooper di Maestro e Cillian Murphy di Oppenheimer con Andrew Scott di All of Us Strangers a fare da terzo incomodo. Sul fronte della commedia Emma Stone (Poor Things) è in pole position.
Quanto a Garrone, la sfida è complessa: oltre ad Anatomia di una Caduta, The Zone of Interest e Past Lives, sono in gara il finlandese Foglie al Vento di Aki Kaurismaki, premio della giuria a Cannes, e lo spagnolo La Società della Neve J.A. Bayona per Netflix che ha chiuso la Mostra del cinema di Venezia.
