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Gli U2 in una Sfera di suoni e immagini

Oggi, venerdì 29 settembre, a Las Vegas il debutto dello show “U2:UV Achtung Baby Live At Sphere” che rimarrà sino alla vigilia di Natale nella “città del gioco”
La band inaugura la nuova meraviglia della tecnica, vera protagonista dell’evento, con cui Las Vegas reclama il suo titolo di capitale dell’intrattenimento
«Il concerto è uno spettacolo d’arte»: Brian Eno, Es Devlin, architetti, video artisti e maestri dell’illusione cinematografica coinvolti nella creazione
Adam Clayton: «Se c’è un tema che attraversa l’intero spettacolo, è il rapporto tra l’economia dei consumi e il cambiamento climatico»
The Sphere al The Venetian Resort

A Las Vegas, Sin City, la città del peccato, dove ogni sogno è possibile, gli U2 rimasero scottati quando nel 1997 la scelsero come trampolino di lancio del loro PopMart Tour, quello del limone gigante sul palco. Impossibile competere con la magnificenza, lo scintillìo, le luci, i colori, gli spettacoli di Las Vegas. Un peccato mortale. 

La band di Dublino torna ventisei anni dopo sul luogo della sconfitta. Anche questa volta da co-protagonista. Inchinandosi alle fantastiche invenzioni della città del gioco. Non sono gli U2 a rituffarsi nell’arena per dimostrare di essere ancora loro la più grande rock band del pianeta, è Las Vegas che reclama il suo titolo di capitale dell’intrattenimento dei pesi massimi del mondo. Sul ring c’è Sphere (ufficialmente The Sphere al The Venetian Resort), una sede da 2,3 miliardi di dollari sviluppata dalla Madison Square Garden Sports Corp. Capace di ospitare 18.600 persone, la struttura è stata progettata da Populous Architects ed è prevista come la prima di una serie di locali di nuova generazione da costruire in tutto il mondo (la seconda, prevista per la Stratford di Londra, è attualmente in attesa).

«Così abbiamo creato lo spettacolo»

Agli U2 è stato affidato il compito di inaugurare questa meraviglia della tecnica. Il quartetto irlandese ha un’esperienza impareggiabile di messa in scena elaborata per accompagnare epici paesaggi sonori. Willie Williams, un collaboratore di lunga data della band, è stato incaricato di plasmare lo spettacolo, U2:UV Achtung Baby Live At Sphere, che aprirà il 29 settembre 2023 lo Sphere per restarci sino alla vigilia di Natale. 

Il primo spettacolo degli U2 al quale Williams ha lavorato è stato il tour War nel 1983, e da allora ha supervisionato undici importanti tour globali, aprendo la strada a molti aspetti dello spettacolo negli stadi, dalle atmosfere meditabonde del tour di Joshua Tree nel 1987 fino alla collisione di immagini che fa da sfondo allo Zoo TV Tour, che si è fatto strada intorno al mondo dal 1992 al 1993.

«La visione degli U2 è sempre stata quella pionieristica: occupare uno spazio a cui nessun altro ha pensato», commenta Williams. È stata una lunga strada per il palcoscenico della Sfera, un viaggio non privo di difficoltà creative: «Il team creativo inizialmente ha lottato con uno spazio che era sia un vincolo – senza angoli – che una tela bianca».

In basso il palco, piccolissimo rispetto all’enormità dello schermo

Caratterizzata da un esterno circolare alto 90 metri, coperto da uno schermo a LED, lo Sphere contiene un auditorium ripidamente inclinato, con il palco avvolto da uno schermo avvolgente. Fatturato come il più grande schermo LED del mondo, comprende 268.435.456 pixel, l’equivalente di 72 televisori HD. Come sottolinea il materiale fornito alla stampa, «ogni minuto di contenuti prodotti per Sphere equivale a un’ora di televisione in streaming». È molto lontano dal mondo di PopMart, quando Williams e il suo team hanno supervisionato l’allora più grande schermo LED del mondo, una struttura di 50 metri che estendeva l’intera larghezza del palco.

Per U2:UV, Achtung Baby Live at Sphere, sono stati “arruolati” i maestri dell’illusione cinematografica, la Industrial Light e Magic, ed è stato richiesto il contributo dell’amico e collaboratore di vecchia data Brian Eno. Sono state commissionate installazioni dei video artisti Marco Brambilla e John Gerrard e un pezzo da Es Devlin, che ha avuto sempre un ruolo chiave nell’arsenale creativo degli U2. 

Alcune scritte dello ZooTv Tour riappariranno durante il nuovo show

Il punto di partenza è l’album “Achtung Baby”

Il punto di partenza dello spettacolo è Achtung Baby. L’album del 1991 è invecchiato bene. Segnando la fine della fase messianica di Bono, si è immerso nelle nuove tecnologie, sia dal punto di vista sonoro che visivamente, contribuendo a definire un decennio sovraccarico di eventi storici che hanno sconvolto il mondo: la caduta del muro di Berlino, la prima guerra del Golfo, l’ascesa dell’era di Internet. Zoo TV anticipò la reality TV, le notizie false, i social media. 

Il tour di accompagnamento, Zoo TV, con le auto Trabant sospese e gli schermi sparsi che mostravano filmati dal vivo e preregistrati, è stato un bombardamento deliberato di immagini, creato in collaborazione con Eno, gli artisti Mark Pellington e Catherine Owens. Alcune di quelle immagini uniche riemergeranno. «Inizialmente, non pensavo che avremmo rivisitato l’era dello Zoo TV Tour, ma il linguaggio visivo sembrava ancora elettrizzante e fresco», dice Williams. Rappresentò forse il punto d’arrivo, mai più eguagliato, degli spettacoli rock per la perfetta simbiosi fra canzoni, musicisti ed elementi scenografici.

Alcuni progetti per la realizzazione dello spettacolo

Spettacolo diviso in tre sezioni

U2:UV, Achtung Baby Live at Sphere è suddiviso in tre parti, a partire da Achtung Baby, seguito dalle canzoni tratte dall’album Songs of Surrender, che presenta tracce rivisitate e rielaborate dalla copiosa discografia della band. Per questa sezione, l’impostazione fisica del palcoscenico ha un ruolo importante. Ha una struttura che ricorda una sorta di giradischi ed ha due colori differenti: rosa e viola, in tema con il logo celebrativo dell’evento. La sezione finale si immerge nelle canzoni-inno degli U2. È in questa parte che si scatena il pieno potenziale cinematografico della Sfera. 

«Abbiamo considerato lo spettacolo un po’ come uno spettacolo d’arte di gruppo”, interviene Es Devlin. C’è anche il pezzo “gioco e kitsch” di Brambilla “King Size”, che accompagna la canzone Even Better Than the Real Thing. Il contributo di Brambilla si è evoluto da un progetto di realtà aumentata che utilizzava Elvis generato dall’intelligenza artificiale, un familiare punto di contatto di Las Vegas. 

L’ascesa e la caduta di «Elvis rispecchiano l’ascesa e la caduta dell’America, in un certo senso», riflette Adam Clayton, bassista della band, aggiungendo che se c’è un tema che attraversa l’intero spettacolo, è il rapporto tra l’economia dei consumi e il cambiamento climatico. «Non è ovvio o diretto, ma l’arte e gli artisti hanno creato una narrazione che incarna l’idea di comunità. Siamo tutti parte del problema e della soluzione».

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