– Il cantautore romano approda sul palco dell’Ariston con la malinconica ballad “Tutto qui” dopo un anno memorabile e un “live” allo stadio Olimpico
– «Mi piace l’idea di partecipare in un momento in cui non mi serve esserci». «Non ho aspettative di vittoria ma vorrei che la gente mi conoscesse». «Cerco i miei 5 minuti di batticuore». «Macché indie, sono un cantautore pop»
– «Il brano è un manifesto della mia carriera, ci ho messo dentro tutto, una canzone sull’amore e sulla nostalgia e sulla malinconia, ma c’è dentro anche la speranza e la voglia di futuro»
«So che il Festival non è proprio il mio sport, ma mi piace l’idea di andare all’Ariston in un momento in cui non mi serve esserci». È la premessa con la quale Gazzelle, iscritto 34 anni fa all’Anagrafe di Roma con il nome di Flavio Bruno Pardini, si presenta in gara per la prima volta a Sanremo con la canzone Tutto qui. E, in effetti, alla luce di un 2023 memorabile, con il suo live allo Stadio Olimpico di Roma, è strano ritrovarlo sul palco dell’Ariston, in genere ultima spiaggia per naufraghi o trampolino di lancio per giovani talenti.
«Sanremo, storicamente, può essere un trampolino per un emergente, un modo per promuovere un progetto o un’iniezione per la carriera di un artista che sta affrontando una fase di discesa», riflette. «Io arrivo da un ottimo periodo, ho fatto un live importante all’Olimpico, a marzo tornerò in tour nei palazzetti e ho presentato due canzoni in cui credevo. Se fossi andato al Festival in una fase discendente, il pubblico se ne sarebbe accorto. Inoltre, io non passo quasi mai in tv, la mia idea è proprio di fare come dice Sfera Ebbasta: “Entro spacco esco ciao”…». Poi, più serio, aggiunge. «Sanremo rappresenta l’Italia, la musica è lo specchio della società, della cultura e anche della politica, per questo sono molto contento di esserci, non ho aspettative di vittoria ma vorrei che la gente mi conoscesse. Cerco i miei cinque minuti di batticuore. Ma so che una volta sceso dal palco saranno già passati».
Tutto Qui rispecchia il mood del cantautore romano: la nostalgia, un sentimento da sempre preponderante nella sua scrittura. Ma, soprattutto, porta se stesso e la complessità dell’amore. «È un manifesto della mia carriera, ci ho messo dentro tutto, parla di amore per l’amore, una canzone sull’amore e sulla nostalgia e sulla malinconia, ma c’è dentro anche la speranza e la voglia di futuro», spiega.
Questa volta si lega però al desiderio di esplorare il passato di una persona cara con la quale non si ha avuto la possibilità di vivere insieme. Quasi in modo surreale, la canzone è intrisa anche di un intenso senso di speranza e una forte voglia di vivere. La sua capacità di evocare immagini attraverso i testi che scrive si traduce in un’esperienza a tratti cinematografica, pronta a rimanere nel cuore degli spettatori.
Poi Gazzelle svela che «c’è un’altra canzone che ho scritto negli stessi giorni e che ho proposto ad Amadeus che è diversa e forse uscirà più avanti. È più inglese e più agguerrita È una cosa estemporanea nata in quel preciso momento: Tutto qui è una ballad, un lento, una melodia semplice, scrivendola immaginavo due che ballavano un lento negli anni Sessanta. Ogni canzone è figlia del giorno, a volte non scrivo nulla altre sì ed è la rappresentazione del giorno medesimo. Scrivo sempre cose diverse ma restando in un perimetro mio. Ho fatto 54 canzoni e ci sono tante cose diverse».
Durante la serata delle cover, in programma venerdì 9 febbraio, Gazzelle sarà accompagnato da Fulminacci e porteranno sul palco la loro Roma con l’intramontabile e generazionale Notte prima degli esami di Antonello Venditti: «È una canzone che conoscono tutti, in cui tutti si ritrovano, ma soprattutto è un omaggio a Venditti e alla mia Roma, voglio portare un po’ di Roma in Liguria… Al brano abbiamo dato un nuovo vestito intimo e delicato per evitare l’effetto karaoke. Pensa che mai la ho cantata e mai presa in considerazione: prima ho ragionato su Vasco e Lucio Battisti poi in studio la ho provata e la conoscevo tutta a memoria».
Gazzelle è una delle voci più amate e sincere della sua generazione. Poetico, romantico e spiazzante. «Mi definiscono “indie”, ma io mi sento un cantautore pop come potrebbe essere percepito Cremonini, ovvero un artista che ha fatto delle hit, ma anche tanto altro», tiene a sottolineare. «Mi sento figlio di quella scuola. Non voglio essere una popstar, ma neppure il cantante di nicchia che scrive in modo complicato. Sono un ibrido. L’indie, nel tempo, è diventato un genere con cui le persone definiscono un mondo. E serve alla gente per capire meglio, a me va bene. In realtà da quella scena è nato un nuovo pop che ha preso il sopravvento e ha cambiato il modo di scrivere. Un pop generazionale che riconosce il valore dei grandi maestri, ma che si esprime a suo modo».
A partire da marzo Gazzelle tornerà live con Dentro x sempre sui palchi dei principali palasport d’Italia e sarà l’occasione per i fan di vivere dal vivo la magia del suo ultimo album Dentro e di ascoltare per la prima volta live il brano sanremese Tutto Qui.