– Torna la cantante dei Portishead, una delle voci più potenti della sua generazione: il singolo “Floating On A Moment” annuncia l’arrivo dell’album “Lives Outgrown”
– È un disco che esplora l’invecchiamento, la maternità, la perdita e le sensazioni di una donna in post-menopausa. «I testi rispecchiano le mie ansie e le mie notti insonni»
Cinque anni fa Beth Gibbons, la cantante di Portishead, ha pubblicato un lavoro sulla Symphony No. 3 di Henryk Górecki, che aveva interpretato con la Polish National Radio Symphony Orchestra a Varsavia nel 2014. Lo scorso agosto, invece, aveva collaborato con la band femminile afghana Miraculous Love Kids per eseguire cover di Atmosphere dei Joy Division e Heroes di David Bowie. Tutte notizie passate in sordina. Nel frattempo, dieci anni fa, aveva anche cominciato a lavorare su un nuovo disco da solista. Quell’album, intitolato Lives Outgrown, uscirà il prossimo 17 maggio.
Senza dubbio una delle cantanti più potenti della sua generazione, la voce bruciante di Beth Gibbons illumina tutti e tre gli album dei Portishead. Tuttavia, il lavoro da solista si è limitato a un album – Out of Season – dai risultati scarsi. Ci riprova adesso, con Lives Outgrown, offrendo una anticipazione con il singolo Floating On A Moment.
«È probabilmente uno dei brani più allegri», dice James Ford, produttore di Blur, Depeche Mode, Arctic Monkeys, che collabora alla realizzazione del disco di Beth Gibbons. «Da lì diventa un po’ più cupo. È un album legato a cose reali, al punto che è quasi doloroso da ascoltare a volte. Ma c’è una bellezza nella tristezza».
Oltre a Ford, la cantante si è affidata a Lee Harris, l’ex batterista dei Talk Talk. Insieme hanno cominciato ad abbozzare i nuovi brani nel fienile della casa di Gibbons nel Devon e, in seguito, negli studi State Of Art a Bristol. «Dopo quattro anni avevamo dieci tracce stilisticamente varie», racconta Harris. «Avevano un’atmosfera simile a un’esplosione psichedelica, pastorale e morbida».
Completato a Bristol e Londra nei due anni successivi, e con Ford che contribuisce musicalmente, l’album finito, senza synth, include arrangiamenti d’archi classici contemporanei, il violino di Raven, nipote di Kate Bush, e una miriade di trame acustiche, tra cui un basso cinese ruan, dulcimer martellato e fiati di legno a strati. Floating On A Moment presenta i figli di Gibbons ai cori.
«I miei cinquant’anni hanno portato a un nuovo orizzonte», ha detto la cinquantanovenne Gibbons in una dichiarazione. «È stato un momento di addii alla famiglia, agli amici e persino a chi ero prima. I testi rispecchiano le mie ansie e le mie notti insonni… Volevo allontanarmi da breakbeat e rullanti, concentrandomi sul tessuto legnoso dei timbri, lontano dalla dipendenza delle alte frequenze».
Quando sei giovane, non sai mai il finale, non sai come andrà a finire. Pensi: andremo oltre questo. Andrà meglio. Alcuni finali sono difficili da digerire. Prima avevo la sensazione di poter cambiare il mio futuro, ma quando sei di fronte al tuo corpo, non puoi fargli fare qualcosa che non vuole né può fare. Ed è una tristezza che non avevo mai provato
Beth Gibbons
È un disco che esplora l’invecchiamento, la maternità, la perdita e il suo senso di sé in evoluzione come donna in post-menopausa. «Molte persone che conoscevo sono morte», commenta Beth. «Quando sei giovane, non sai mai il finale, non sai come andrà a finire. Pensi: andremo oltre questo. Andrà meglio. Alcuni finali sono difficili da digerire. Prima avevo la sensazione di poter cambiare il mio futuro, ma quando sei di fronte al tuo corpo, non puoi fargli fare qualcosa che non vuole né può fare. Ed è una tristezza che non avevo mai provato».
L’album contiene dieci canzoni. Floating On A Moment è una ballata essenziale e introspettiva, in cui Gibbons s’interroga sul significato della vita per arrivare all’accettazione di non poter sapere cosa verrà dopo: è accompagnata da un video diretto dall’artista multimediale Tony Oursler – il regista di Where Are We Now? di David Bowie – che vede la cantante fondersi con immagini del mondo naturale. Poi ci sono le più oscure Blue, Reach e Burden Of Life. «In questo album ho esplorato i toni più bassi», dice Beth. «Non ho mai usato tutta questa gamma prima. È sicuramente più ricco e più disegnato su di me».
Per celebrare l’uscita di Lives Outgrown, Beth Gibbons sarà in tour nel Regno Unito e in Europa. Si comincia il 27 maggio con uno slot a Parigi e poi vedranno la cantante fare tappaa Barcellona, Lione, Berlino, Bruxelles e altre. Per giugno sono previsti anche tre spettacoli nel Regno Unito, a Londra, Manchester ed Edimburgo.