Storia

St. Vincent si immerge nell’oscurità

– Venerdì 26 aprile esce l’avvincente “All Born Screaming”, il nuovo album della cantautrice e chitarrista di Tulsa. Un ritorno al rock ed ai suoi eroi: David Bowie, Nine Inch Nails e Nirvana
– Un viaggio dall’inferno alla luce, alla ricerca della bellezza tra i rifiuti e i (de)relitti della vita del XXI secolo. Morte, distruzione e dubbio permeano le canzoni
– «Un lavoro più oscuro e potente, necessario e psicotico. Mi libero dal mio personaggio queer. Direi che è il mio disco meno divertente. Non c’è niente di carino»

L’anno scorso St. Vincent ha incanalato Portishead con The Roots su The Tonight Show, ha riletto Young Americans di David Bowie per l’ente di beneficenza Love Rocks NYC e ha cantato Running Up That Hill per introdurre Kate Bush nella Rock and Roll Hall of Fame. Quest’anno, però, Annie Clark torna ad essere se stessa, con l’album che fa seguito al superbo Daddy’s Home del 2021. 

Nel 2021 St. Vincent (pseudonimo di Anne Erin Clark, cantante e chitarrista nata Tusla nel 1982) ha pubblicato l’album introspettivo e psichedelico, Daddy’s Home, ispirato al suo rapporto difficile con il padre, uscito di prigione nel 2019 dopo una condanna per truffa. Un disco che l’ha portata alla conquista di un Grammy Award come Best Alternative Music.

«Ho sicuramente giocato con la personalità, perché sono queer», commenta. «È così che gioco e do un senso alla mia vita. Tutto ciò mi sembra assolutamente naturale, giocare con la persona e l’identità e metterli in pratica». Ma adesso ritiene che non sia più il momento di adottare una personalità esagerata. «Sono più interessata a ciò che è crudo ed essenziale», sottolinea. «Sei vivo o sei morto. E se sei vivo, faresti meglio a viverlo, perché è breve».

Ho sicuramente giocato con la personalità, perché sono queer È così che gioco e do un senso alla mia vita. Tutto ciò mi sembra assolutamente naturale, giocare con la persona e l’identità e metterli in pratica. Ma adesso non è più il momento di adottare una personalità esagerata. Sono più interessata a ciò che è crudo ed essenziale. Sei vivo o sei morto. E se sei vivo, faresti meglio a viverlo, perché è breve

St. Vincent

È il punto di partenza di All Born Screaming, il nuovo album in uscita venerdì 26 aprile, «più oscuro e potente» e soprattutto «necessario e psicotico». Un nuovo passo nell’evoluzione di una delle artiste più eclettiche e sperimentali dell’indie rock americano, che in passato ha scritto hit per Taylor Swift (Cruel Summer del 2019) e collaborato con David Byrne con l’album Love This Giant. St.Vincent ha registrato il nuovo album nel suo studio Compound Fracture di Los Angeles e due luoghi storici del rock come gli Electrical Audio di Steve Albini a Chicago e gli Electric Lady di New York. «Volevo scavare in profondità nel mio vocabolario sonoro, e ho scritto un disco che parla di paradiso e inferno. Una metafora appropriata, perché passare così tante ore in studio da sola è una specie di inferno».

Tra i collaboratori del nuovo album, ancora senza titolo, ci sono Dave Grohl e Josh Freese, il nuovo batterista dei Foo Fighters. St. Vincent aveva già suonato con Dave Grohl nel 2014 durante la clamorosa reunion dei Nirvana alla Rock and Roll Hall of Fame. La sua esecuzione di Lithium conquistò tutti, dandole un posto tra i migliori interpreti della chitarra elettrica degli ultimi anni. Il nuovo album è una evoluzione di suono con l’aiuto di Dave Grohl e la spinta del batterista dei Foo Fighters, e una nuova esplosione di rabbia e creatività: «L’isolamento del Covid ha generato paranoia e solitudine e dalla solitudine nasce la violenza», spiega St. Vincent. «Ma le perdite, collettive e personali, servono anche a rendere le cose più chiare e a far sparire tutto quello che non conta».

Volevo scavare in profondità nel mio vocabolario sonoro, e ho scritto un disco che parla di paradiso e inferno. Una metafora appropriata, perché passare così tante ore in studio da sola è una specie di inferno

St. Vincent (pseudonimo di Anne Erin Clark, cantante e chitarrista nata Tusla nel 1982)

Dopo essersi ispirata agli anni Settanta in Daddy’s Home, il nuovo album presenta «un sacco di chitarre» e di sintetizzatori analogici degli anni Settanta e Ottanta. «Suona urgente e psicotico, con un’atmosfera di grande intensità. Urgente e psicotico in parti uguali. È un suono di alta qualità». Per All Born Screaming, Clark è tornata alle origini e ha tratto ispirazione da «quel tipo di rock che è la prima musica che ho sentito come se fosse mia, e non musica di un’altra generazione». Parla dei Nine Inch Nails, di Tori Amos e, sì, anche di quella band che ha contribuito a inserire nella Rock & Roll Hall of Fame. Mentre lavorava sulla tonificante Flea, si è resa conto che aveva bisogno di percussioni enormemente potenti. L’unica persona che poteva immaginare che suonasse in quel modo era Grohl. Così gli scrisse, e pochi giorni dopo lui era nel suo studio di casa, registrando le tracce di batteria per quel brano e per Broken Man. «È un grande batterista perché è un grande cantautore», riflette. «Aggiunge così tanta potenza, elettricità e vivacità, ma supporta sempre la canzone. Porta una canzone da nove a, tipo, cento».

All Born Screaming è costruito come un viaggio dall’oscurità alla luce; la sua prima traccia meditabonda è intitolata, appropriatamente, Hell Is Near: un paesaggio sonoro industriale, che continua su Reckless, in cui Clark canta di tempeste e naufragi prima di lanciarsi bruscamente in un finale apocalittico di droni industriali e pugnalate di chitarra da film horror, definisce subito l’album. Un viaggio alla ricerca della bellezza tra i rifiuti e i (de)relitti della vita del XXI secolo. Distruzione e dubbio permeano canzoni come la cinematografica Violent Times (che parla dell’amore in tempo di guerra) e la devastante The Power’s Out

Il finale della title track finisce in un posto più terreno: la canzone è vivace e deliziosamente fuori dal comune, strana nel modo inimitabile e specifico di St. Vincent. «È nata dalla consapevolezza che gioia e sofferenza sono parti uguali e necessarie dell’intera cosa. E l’unica ragione per vivere è l’amore e le persone che amiamo e questo è più o meno. Non è facile. Ma è semplice», dice. «Nell’ultimo disco affrontavo argomenti difficili con un umorismo e un’arguzia molto pungenti. Mi mettevo una parrucca, saltellavo in giro, era così divertente. Questo disco è più scuro, più duro. Direi che è il mio disco meno divertente. Non c’è niente di carino».

All Born Screaming è un album eccitante, rivoluzionario, alieno. 

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