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Al cinema. Napoleon sfida Paola Cortellesi

–  Questa settimana tocca al kolossal di Ridley Scott con il premio Oscar Joaquin Phoenix attaccare il primato di “C’è ancora domani” che vola oltre i 20 milioni d’incasso
– Outsider “Cento domeniche” di e con Antonio Albanese e “La chimera” di Alice Rohrwacher
– Possibili sorprese il documentario “Kissing Gorbaciov” e la commedia “Il paese dei jeans in agosto”

NAPOLEON storico, diretto da Ridley Scott, con Joaquin Phoenix e Vanessa Kirby. Durata 158 minuti.

«Francia, esercito e Giuseppina» sono le ultime parole di Napoleone prima di morire. Un’estrema sintesi della sua intera vita e anche un modo perfetto per Ridley Scott di chiudere i suoi 157 minuti dedicati appunto al suo Napoleon. Un film intenso, privato, meticoloso, storico, con battaglie indimenticabili e con una storia d’amore, quella per Giuseppina (ovvero Marie-Josèphe-Rose Tascher de La Pagerie), bella anche perché piena di quelle sconfitte che l’ex capitano di artiglieria nato ad Ajaccio non aveva mai conosciuto sul campo.

Tutto parte, in questo film, dalla ghigliottina che fa giustizia della testa imbiancata di Maria Antonietta (una delle decapitazioni più cruente e realistiche). Da lì scorre poi, con puntualità filologica, tutta la storia di Francia fino a Waterloo e al suo ultimo esilio a Sant’Elena. «La storia napoleonica è l’inizio della storia moderna. Ha cambiato il mondo, ha riscritto tutte le regole», ha detto Ridley Scott. «A parte questo, Napoleone era un personaggio singolarmente affascinante per un film, perché era un prigioniero del suo cuore e delle sue emozioni. Certo era un incredibile stratega e anche uno spietato politico, ma ero affascinato soprattutto da un uomo così importante che mentre sta andando a conquistare Mosca è ossessionato da ciò che sua moglie sta facendo a Parigi».

E va detto che il Premio Oscar Joaquin Phoenix e Vanessa Kirby, ovvero Napoleone e Giuseppina, sono perfetti per raccontare questo amore fatto dalla sua gelosia motivata dall’incostanza della donna. «Ditemi che non ci sono serpenti nel vostro letto» le scrive lui sapendo benissimo dei suoi tradimenti, mentre lei nell’intimità gli impone frasi come questa: «Sono un bruto che non vale niente senza di voi». Questo indugiare da parte del regista sul loro amore, compreso un sesso sbrigativo fatto in piedi, sembra quasi un modo di bilanciare, sul fronte umano, quello che l’Imperatore dei Francesi non era in una vita condotta tra mille successi. «Circa un anno dopo aver fatto Gladiator, ho ricevuto una lettera da un docente senior in una delle grandi università che mi ringraziava per aver portato in vita l’Impero Romano rendendo i suoi studenti entusiasti della materia», rivela Ridley Scott. Ora questa stessa operazione c’è sicuramente anche in Napoleon, anche se molti dicono che dietro questo progetto ci sia stata la voglia di portare a termine una cosa che non era mai riuscita a Stanley Kubrick, regista di culto di Ridley Scott.

Ma in questo film di battaglie, le più belle viste sul grande schermo, forse alla fine a prevalere è un amor straordinario che fa sì che Napoleone, ormai a fine vita, senta queste parole di Giuseppina ormai morta da anni: «Ti prego, ora vieni da me». Voto: 4.5 su 5

CENTO DOMENICHE drammatico, diretto da Antonio Albanese, con Antonio Albanese e Liliana Bottone. Durata 94 minuti.

Racconta la storia di Antonio (Albanese), che lavora come operaio in un cantiere nautico e conduce una vita per lo più tranquilla: trascorre il tempo libero a giocare a bocce con gli amici; si prende cura dell’anziana madre; ha una figlia, Emilia, che adora, avuta dalla sua ex moglie, con cui è in ottimi rapporti.

Un giorno Emilia comunica al padre l’intenzione di volersi sposare e Antonio ne è davvero felice, perché finalmente può coronare uno dei suoi sogni: regalare alla figlia il ricevimento che ha sempre desiderato, grazie ai risparmi messi da parte da una vita. Peccato che la banca in cui l’uomo è cliente sembri nascondere qualcosa; infatti, è difficile comunicare con i dipendenti, che improvvisamene risultano sfuggenti, e il direttore cambia in continuazione senza alcuna spiegazione.

Il sogno di Antonio di pagare le nozze di Emilia si rivelerà davvero una dura impresa e l’uomo capirà a sue spese che chi custodisce i nostri tesori non è detto che custodisca anche i nostri sogni. Voto: 4 su 5

KISSING GORBACIOV documentario, diretto da Andrea Paco Mariani, Luigi D’Alife. Durata 97 minuti.

È un documentario che ci riporta indietro nel tempo, precisamente al 1988 in un remoto paesino del Salento, Melpignano, in provincia di Lecce. Per la prima volta dei gruppi rock sovietici si esibiscono oltre cortina in quello che la critica musicale ha definito «il primo sbarco ufficiale della nuova armata musicale russa». Gorbaciov era stato eletto nel marzo dell’85 come presidente del PCUS e, all’alba della prossima caduta del muro di Berlino, ci si trovava in un momento in cui, sia la Storia che le storie di chi era sul palco, stavano cambiando per sempre: il festival viene subito chiamato “Le Idi di Marzo”. La primavera successiva saranno alcune band italiane, tra cui i CCCP, a esibirsi in Unione Sovietica. Attraverso materiale d’archivio e testimonianze, scopriremo l’incredibile storia del tour che riuscì a creare un ponte tra due mondi fino ad allora divisi attraverso un linguaggio che non ha bisogno di interpreti: la musica. Voto: 4.5 su 5

IL PAESE DEI JEANS IN AGOSTO commedia, diretto da Simona Bosco Ruggeri, con Lina Siciliano e Pasquale Risiti. Durata 93 minuti.

La storia si svolge nel cortocircuito fra i social e la socialità di una piccola provincia un tempo isolata, adesso fortemente “connessa”. Carlo Arato (Pasquale Risiti) ha 26 anni, ex concorrente ex vip, ora @IlCarlito, sedicente influencer alla perenne ricerca di soldi per farsi notare, altalena le sue giornate fra il ricordo di tempi migliori e le lamentele per un paese cafone che, come suo padre, non lo apprezza quanto dovrebbe. Luisa (Lina Siciliano), invece, di anni ne ha 28 ed era prossima alla laurea, fino a quando non si è ritrovata alla mercé del paese in perenne attesa che le accada qualcosa. Per uno strano caso del destino l’uno capiterà all’altra e viceversa: lui piace, ma non ha un soldo; lei ha i soldi, ma non piace. È così che @IlCarlito e @LaRosetti insieme decidono di puntare a tutto. Quella di @LaRosetti e @IlCarlito è una storia d’amore social, esibita e invidiata che, tra gite a Paestum e viaggi a Formentera, scorre sugli smartphone dei giovani e sulla bocca degli adulti, perché, a prescindere dal mezzo, l’importante è menar la lingua e le dita. L’amore stra-ordinario non è, però, sufficiente a garantire a Carlo e Luisa stabilità: i due ragazzi hanno bisogno di cementare i loro nuovi privilegi familiari, sociali e monetari e nulla santifica di più un’unione quanto un figlio, tanto più che un bambino non deve nascere per forza… Voto: 4.5 su 5

FISHERMAN’S FRIENDS commedia, diretto da Chris Foggin, con James Purefoy e Meadow Nobrega. Durata 112 minuti.

Si svolge in Cornovaglia dove Danny (Daniel Mays), un cinico produttore musicale, si reca per l’addio al celibato del suo collega Henry (Christian Brassington). Una volta lì, il suo capo Troy (Noel Clarke), gli chiede a sorpresa di ingaggiare un gruppo di pescatori che cantano canzoni marinare. I dieci uomini, molto genuini e affiatati, si mostrano inizialmente diffidenti e scontrosi nei confronti di Danny. Quest’ultimo dovrà guadagnarsi la fiducia dei lupi di mare, mostrando che è uno di loro e che crede nei valori della comunità della piccola cittadina di mare.

Il suo tentativo di integrarsi lo porta a entrare in contatto con gli abitanti del posto e a scoprire una realtà che non conosceva, fatta di rispetto e integrità. Grazie a loro, Danny finisce per rivalutare i rapporti autentici e riscopre l’importanza di valori come l’amicizia e l’amore. Voto: 3.5 su 5

HEARTLESS – SENZA CUORE drammatico, diretto da Nara Normande, Tião, con Maya de Vicq e Eduarda Samara. Durata 91 minuti.

Ambientato nell’estate del 1996 nel nord-est del Brasile, racconta la storia di Tamara, che prima di andare al college si sta godendo le ultime vacanze estive. Un giorno sente parlare di una ragazza soprannominata “Sem Coração” per la sua cicatrice sul petto. Mentre l’estate volge al termine, Tamara sente crescere sempre più una forte attrazione per la misteriosa ragazza “senza cuore”. Voto: 3.5 su 5

IN FILA PER DUE commedia, diretto da Bruno De Paola, con Francesca Chillemi e Ilaria Rossi.

Si svolge ai piedi del Vesuvio dove a seguito di una scossa di terremoto che rischia di provocare l’eruzione del vulcano, gli abitanti dei paesini limitrofi vengono trasferiti in un comune gemellato. Germano (Andrea Di Maria) e Sonia (Francesca Chillemi) sono fidanzati ma vivono in due centri diversi, gemellati con due comuni diversi. Si vedranno così costretti ad allontanarsi e Germano sembra esserne molto contento.

Arrivato a 35 anni senza una stabilità economica e con poca voglia di lavorare, deve subire quotidianamente le pressioni di Sonia. Lei vorrebbe sistemarsi e la sua possessività lo soffoca. Inoltre, la giovane donna è estremamente gelosa e gli rende la vita impossibile. Germano sale sul pullman che lo porterà, insieme ai suoi concittadini, verso la nuova destinazione, ma il caos provocato da questa repentina evacuazione trasformerà il viaggio di Germano in una vera e propria avventura ricca di imprevisti divertenti e particolarmente stimolanti. Voto: 3 su 5

LA CHIMERA drammatico, diretto da Alice Rohrwacher, con Josh O’Connor e Carol Duarte. Durata 134 minuti.

È ambientato negli anni Ottanta nel traffico clandestino dei manufatti storici, alimentato dai “tombaroli”. Il film racconta la storia di un archeologo britannico, Arthur (Josh O’Connor), che viene coinvolto nel mercato nero di reperti storici preziosi, rubati dalle tombe durante gli scavi. Dopo essere tornato da una cittadina sul Mar Tirreno, Arthur si riunisce con la sua banda di tombaroli, alla quale offre la sua dote: sentire il vuoto. Arthur, infatti, è in grado di percepire il vuoto della terra, là nelle profondità del suolo, dove vi sono nascoste le vestigia di un mondo passato. Quel vuoto è identico a quello che l’uomo percepisce nel suo animo, quando ricorda il suo amore perduto, Beniamina. Ed è così che la chimera, inseguita con tanta fatica e di ardua cattura, diventa un sogno agognato e difficile da raggiungere, come un guadagno facile o la ricerca dell’amore ideale. Voto: 2.5 su 5

MARY E LO SPIRITO DI MEZZANOTTE animazione, diretto da Enzo D’Alò, con Mia O’Connor e Brendan Gleeson. Durata 85 minuti.

Racconta la storia di bambina di 11 anni di nome Mary, che ha un grande sogno nel cassetto, mossa dalla sua passione per la cucina: diventare una importante chef. La prima a credere in lei e nel suo futuro tra i fornelli è sua nonna Emer, a cui Mary è molto legata.

Nonostante l’incoraggiamento della nonna, la strada per realizzare il suo sogno è ricca di ostacoli e imprevisti, tanto da trasformare in una vera e propria avventura questo percorso verso il suo futuro. Per Mary ha così inizio un viaggio che va oltre il muro del tempo, nel quale quattro donne, appartenenti a quattro generazioni, si confrontano l’una con l’altra e si conoscono più profondamente. Voto: 4 su 5

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