Al Teatro greco di Siracusa il regista Giuliano Peparini ha messo in scena uno spettacolo pop, compendio delle sue esperienze passate. Rappresentazione piacevole, applausi per tutti, è mancato l’acuto. Repliche fino al 2 luglio
In una squadra di calcio conta più l’allenatore o i giocatori? O, meglio, in percentuale si può quantificare il ruolo che ciascuna delle due parti ha nel raggiungere un successo? L’interrogativo che anima da sempre i dibattiti sportivi è trasferibile in molti settori: dal team di ricercatori a una orchestra, da un ristorante stellato a una rock band. E, ovviamente, al teatro.
È naturale che, in assenza di grandi assi della pelota, così come di grandi performer (o “mattatori”, come venivano chiamati una volta), si debba puntare sul collettivo. Lo hanno fatto Pioli e Spalletti vincendo lo scudetto, rispettivamente con il Milan e il Napoli. E lo ha fatto il regista Giuliano Peparini nel mettere in scena “Ulisse, l’ultima odissea”, che ha debuttato giovedì 29 giugno, al Teatro greco di Siracusa (repliche sino al 2 luglio) a chiusura della Stagione degli spettacoli classici dell’Inda.



Uno spettacolo che si basa sull’insieme di danze-recitazione-acrobazie circensi-passerelle di moda-musica, specchio dell’eclettismo e della capacità del regista e coreografo di spaziare dal mondo classico a quello del pop. Molto déjà-vu, compendio di tutte le esperienze di Peparini: dalle coreografie iniziali che ricordavano “Amici” ai movimenti che accompagnano i concerti di Claudio Baglioni, dai musical al Cirque du Soleil, senza dimenticare le scuole di danza, teatro, cinema e le sfilate di moda che ha frequentato. O, ancora, i richiami all’immaginario della cultura pop, dal sadomaso di Madonna agli acrobati canadesi de “Les 7 doigts de la main”.
Il testo è rispettato. Cambia l’ambientazione che è un’aeroporto dove tutti i voli sono stati cancellati. Aiutato da un cantore e incalzato da un coro di viaggiatori, Odisseo narra i suoi straordinari viaggi: e così Calipso, il Ciclope, le Sirene, Circe, Scilla, Cariddi si formano nella sua memoria e prendono vita in scena, in un continuo intreccio fra le parole di Omero.

Lo spettacolo è piacevole e permette di sopportare le quasi due ore di tortura sulle pietre o sulle assi di legno del Teatro greco. Scorre veloce, pieno di effetti speciali, coup de théâtre. Gli attori sono discreti: atletico Giuseppe Sartori nel ruolo di Odisseo, e poi tutti gli altri Massimo Cimaglia (Aedo/Polifemo), Alessio Del Mastro (Anima di Tiresia/Lo spazzino), Giovanna Di Rauso (Circe), Gabriele Beddoni (Argo), Gianlorenzo De Donno (un viaggiatore), Giulia Fiume (Calipso/Anima di Anticlea). Bravi gli oltre cento performer tra attori, danzatori, acrobati, musicisti, che ne hanno sudate di camicie e canottiere nell’afosa serata siracusana. Più favorite le attrici seminude. Alla fine, applausi e standing ovation per tutti.
Uno spettacolo pop, molto pop, forse troppo. Ben curato, ben costruito, ben orchestrato. È mancata la ciliegina sulla torta, è mancato l’acuto, il colpo di classe, l’effetto spettacolare originale che stupisce. Ecco, è mancata l’emozione.
Nella scadente qualità degli spettacoli presentati quest’anno dall’Inda, “Ulisse, l’ultima odissea” è comunque l’unico che dà lustro alla stagione.
in copertina un momento dello spettacolo (foto di Franca Centaro)