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TAYLOR SWIFT, la star da un miliardo di dollari

Il suo tour “Eras” potrebbe battere tutti i record d’incassi, secondo un calcolo del Wall Street Journal. Dopo oltre a 52 tappe negli Stati Uniti, la bionda cantante e performer della Pennsylvania terrà altri 54 spettacoli tra il Sud America, l’Asia, l’Australia e l’Europa (il 13 luglio 2024 sarà a Milano)

Taylor Swift va verso un record, il suo tour Eras potrebbe arrivare ad incassare oltre un miliardo di dollari dopo il concerto di chiusura a Londra nell’agosto del 2024. La stima è del Wall Street Journal. 

Attualmente la previsione del record di incassi per un tour appartiene a Elton John che, con il Farewell Yellow Brick Road Tour, suo tour d’addio, che si concluderà a Stoccolma il prossimo 8 luglio con un incasso di quasi 900 milioni di dollari, superando gli U2, Bruce Springsteen, Madonna e Ed Sheeran. 

Gli incassi sono indicati in dollari

Oltre a 52 tappe negli Stati Uniti, Taylor Swift terrà altri 54 spettacoli tra il Sud America, l’Asia, l’Australia e l’Europa (il 13 luglio 2024 sarà a Milano), tuttavia, potrebbero essere aggiunte altre date vista la velocità in cui vanno esauriti i biglietti per i suoi concerti e i prezzi da migliaia di dollari che sono disposti a pagare i suoi fan. Il tour Era è il primo dal 2018 per la cantautrice americana. 

«Ciò che si vede per questo tour in particolare della Swift è un fenomeno unico, è piuttosto straordinario», ha detto al Wall Street Journal Jarred Arfa, agente, tra gli altri, di Billy Joel e dei Metallica. Sono mesi che addetti del mondo musicale speculano sui guadagni dell’artista, la quale, in controtendenza con l’industria, non ha finora rivelato gli incassi per ogni concerto. Secondo Dave Brooks di Billboard, sarà fatto con un resoconto finale. 

Il successo fuori misura della Swift viene in un momento in cui si assiste ad un boom del mercato dei concerti nelle arene e negli stadi con un pubblico che sembra disposto a non badare a spese. Come sottolinea ancora Brooks, nel caso della Swift non è il prezzo che preoccupa bensì l’accesso ai biglietti. L’analisi del quotidiano newyorkese fa i conti in tasca all’artista dopo aver parlato con i principali manager musicali e tenendo in considerazione quanto genera la vendita dei biglietti e quanto effettivamente lei porta casa in guadagni. 

Il nome di Taylor Swift a soli 29 anni era stato inserito nel libro d’oro degli artisti che hanno segnato un decennio. Figura accanto a quelli di Elvis Presley (anni ‘50), Beatles (anni ‘60), Stevie Wonder (anni ‘70), Michael Jackson (anni ‘80), Garth Brooks (anni ‘90), ovvero gli artisti che hanno vinto prima di lei il prestigioso titolo degli American Music Awards. Soltanto negli anni ’00 il premio non fu assegnato.

Non solo. La cantante e performer della Pennsylvania è diventata l’artista più premiata di tutti i tempi agli American Music Awards. Oltre ad essere incoronata come artista del decennio, Taylor Swift ha fatto il pieno di premi (ben sei, tra cui video musicale, artista femminile, artista dell’anno) salendo così sul trono di regina della manifestazione con ben 29 vittorie totali. Numero con il quale ha battuto il record di 24 vittorie conquistato dal compianto “re del pop” Michael Jackson. 

Più top model che popstar, viso bellissimo e inespressivo incorniciato da una pettinatura alla Anna Wintour che non riesce a caratterizzarne i tratti, ha sedotto gli Usa con l’album 1989incassando tre grammofoni d’oro. Femminista contro Trump, paladina dei diritti dei musicisti, opinion leader, cantante da milioni di copie, Taylor Swift a 33 anni è una delle star più importanti al mondo. Nel 2018 la sua fortuna è stata stimata da Forbes sui 360 milioni di dollari: solo dal suo ultimo tour nel 2018 ha incassato 266 milioni di dollari, risultando la popstar più ricca al mondo, più di U2 e Lady Gaga. 

Talmente ricca e potente da poter sfidare nel 2014 Spotify e l’anno dopo Apple ritirando il suo catalogo per la «scioccante» mancanza di compenso per gli artisti nel periodo di prova gratuito del servizio e per le modalità di pagamento dei diritti d’autore. Una presa di posizione talmente forte che l’azienda di Cupertino fu costretta a fare marcia indietro, così come la piattaforma di streaming. E, poco prima di ritirare gli American Music Awards, Taylor Swift ha dichiarato guerra ai suoi ex discografici, che le hanno negato il diritto di cantare le vecchie canzoni, delle quali detengono i diritti, definendosi – lei supermilionaria – una «martire del capitalismo», attirandosi le critiche del Wall Street Journal: «Taylor Swift deve la sua fortuna al capitalismo americano, che ha reso possibile che uomini d’affari investissero su di lei e ha consentito che lei ne ricavasse, a sua volta, profitto».

L’unica onta, in questa inarrestabile ascesa l’ha subita da Joni Mitchell. L’icona delle cantautrici ha bocciato Taylor Swift per interpretare il suo ruolo in un biopic: «Tutto quello che avreste è una ragazza dagli zigomi pronunciati. E poi si parlerebbe solo di gossip, non avreste certo le grandi scene». Il film doveva essere un adattamento del libro Girls Like Us, scritto da Sheila Weller che, oltre alla carriera della Mitchell, racconta quella di Carly Simon e Carole King.

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