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La desertificazione culturale del Paese

– Dalla sospensione di “Noos” di Piero Angela perché fa meno ascolti del reality delle corna “Temptation Island” alle reazioni scomposte della politica alla denuncia del New York Times sulla crisi idrica siciliana

Ci sono tre notizie che in questi giorni mi hanno colpito particolarmente. La prima è la scelta della Rai di sospendere il programma culturale Noos di Piero Angela perché regolarmente battuto dal reality delle corna Temptation Island, che fa il triplo degli ascolti su Mediaset.

La seconda è la levata di scudi della ministra del Turismo Daniela Santanchè (indagata) contro un articolo del New York Times che si limita semplicemente a descrivere una realtà sottovalutata dal governo di centrodestra (la crisi climatica), sottolineando come la penuria d’acqua della quale soffre la Sicilia «è talmente grave che potrebbe pesare anche sul turismo». E con quale faccia tosta il ministro Nello Musumeci può commentare: «La lotta alla siccità si fa quando l’acqua c’è». E lui, per cinque anni, in quale Regione ha governato, nel Friuli Venezia Giulia?

Da sinistra: Daniela Santanchè, Nello Musumeci e Ignazio La Russa

La terza è la dichiarazione di Ignazio La Russa, presidente del Senato, seconda carica dello Stato, sul caso del giornalista della Stampa picchiato da elementi di estrema destra: «Sulla vicenda di questi giorni, ho una posizione di assoluta e totale condanna. Ci vuole un modo più attento di fare le incursioni legittime da parte dei giornalisti. La persona aggredita, a cui va la mia solidarietà, non si è mai dichiarata giornalista». Come dire che le botte sono giustificate se non ti qualifichi.

Si potrebbero citare altre situazioni, altre parole, mi limito a queste ultime perché le più recenti e quasi in successione. Ecco, facendo mia la preoccupazione del portavoce di Alleanza Verdi e Sinistra Angelo Bonelli, tutto ciò «dimostra solo che la desertificazione è anche culturale».

D’altronde, lo ascoltiamo ogni giorno nei telegiornali Rai. La sfilata di politici del centrodestra che citano statistiche, numeri, per sottolineare quanto di buono sta facendo il governo Meloni. E se qualcuno si permette di opporsi (leggi Report) viene messo all’indice o sottoposto alla minaccia della querela. E che dire di molta stampa che ormai conta soltanto sui fondi statali per riuscire ogni giorno a raggiungere le rare edicole superstiti?

Maria De Filippi e Piero Angela

È una realtà politica di bassa lega, impreparata, ignorante e arrogante. Specchio di quel Paese che preferisce stare davanti al televisore o allo smartphone a fare il guardone, a spiare le coppie di Temptation Island, un altro format firmato da Maria De Filippi, la “signora del trash”, la maggiore responsabile del decadimento culturale del nostro Paese, del suo imbarbarimento sociale, della sua corruzione e corrosione morale, della destabilizzazione mentale delle nuove generazioni, dell’impoverimento etico dei nostri giovani, della distorsione educativa dei nostri ragazzi. Una tv davanti alla quale l’attuale Rai, tv di Stato o TeleMeloni (fate voi) per la quale paghiamo il canone, alza bandiera bianca perché alla mera ricerca di numeri, piuttosto che di gradimento. 

Una realtà politica che è specchio della “desertificazione culturale” prodotta da persone come Berlusconi, De Filippi, Signorini, Briatore e dalla diffusione dei social, che consentono oggi di diventare famosi e milionari facendo boccacce o qualche smorfia. Le stesse che fanno la premier Giorgia Meloni in Parlamento o il ministro Salvini, assidui frequentatori di X, come si chiama oggi Twitter.

Adesso, come si sono tutti affrettati ad annunciare, si prevede una “pioggia di milioni” per far fronte all’emergenza idrica. Speriamo che i canali, che questi soldi devono seguire, non siano come quelli della rete idrica siciliana, colabrodo da decenni. Nel 2022 in Sicilia la perdita idrica nella fase di immissione in rete dell’acqua per usi autorizzati è stata del 51,6%, per un volume di 339,7 milioni di metri cubi di acqua sprecata.

Noi ringraziamo la stampa estera, nello specifico il New York Times (guarda caso uno dei pochi quotidiani a non soffrire la crisi), per essere rimasti gli unici a sorvegliare i Palazzi del potere, mentre qui si esaltano i grandi passi in avanti del Sud e il “boom” del turismo.

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