Libri

Streisand: prima insulti, poi spasimanti

– La cantante, attrice e regista pubblica il libro di memorie “My Name Is Barbra” di quasi mille pagine
– Le è stato detto di modificare i suoi lineamenti e cambiare il suo nome. Rifiutandosi, ha ridefinito le nozioni hollywoodiane di bellezza e popolarità
– Di lei si innamorarono Omar Sharif, Marlon Brando, il tennista Agassi e perfino l’attuale re Carlo. Gli attacchi sul suo aspetto fisico all’inizio di carriera

Come racconta la stessa Barbra Streisand, quando era un’attrice alle prime armi, sua madre le suggerì di prendere lezioni di dattilografia per diventare una segretaria nel sistema scolastico di New York. La giovane Barbra si fece invece crescere le unghie per rifiuto ed è entrata nel mondo dello spettacolo. Il resto è storia, anche se Streisand ora ammette che la capacità di digitare avrebbe potuto rendere la scrittura di libri un po’ più facile.

Il libro di memorie My Name Is Barbra è di quasi mille pagine. Attraverso 59 capitoli del libro e molti decenni, Streisand oggi ha 81 anni, tiene a evidenziare i nomi di coloro che l’hanno incoraggiata, impressionata o addirittura sfidata. Vendicandosi dei suoi detrattori. Racconta la sua vita come una serie di odissee, e lei la vincitrice sempre trionfante. Il suo curriculum è una leggenda vivente: più di 50 album, un titano del botteghino e un intero EGOT (Emmy, Grammy, Oscar e Tony per quelli che non conosce). Le è stato detto di modificare i suoi lineamenti e cambiare il suo nome, e, rifiutandosi, ha ridefinito le nozioni hollywoodiane di bellezza e riconoscibilità. Nel 1984, Streisand è diventata la prima donna a vincere il Golden Globe come miglior regista per il suo lavoro su Yentl, e rimane ancora una delle sole tre vincitrici della storia.

Anni dopo, quando tutti, dal suo agente a dozzine di produttori, suggerirono che Yentl fosse «troppo ebrea» per piacere al pubblico mainstream, ha insistito, alla fine ottenendo cinque nomination agli Oscar e una vittoria per il film. Il film ha richiesto oltre 15 anni per essere fatto, ma alla fine la determinazione di Streisand ha vinto. «Sono diventata quello che volevo essere… Non voglio che qualcuno mi dica cosa non posso essere», disse.

I rapporti con gli uomini sono fra i temi centrali del libro: Barbra avrebbe preferito lasciarli fuori ma l’editore non ne ha voluto sapere. Ed ecco quindi la storia di quelli che si sentivano minacciati come la co-star Sydney Chaplin (il figlio del grande Charlie) che tutte le sere minacciava di sabotare la sua performance in Funny Girl. O il regista Frank Pierson che attaccò la sua performance sul set di È nata una stella perché mai soddisfatta delle inquadrature. Gli insulti sul suo aspetto fisico ricevuti all’inizio «hanno fatto male», spiega ora nel memoir. «Ho più talento nelle mie scoregge di quanto tu abbia in tutto il tuo corpo!», le disse  Walter Matthau sul set di Ciao, Dolly. Mike Wallace l’ha definita «totalmente egocentrica» e l’ha fatta piangere in 60 minutes.

Chi non si sentiva minacciato, restava sedotto: Omar Sharif le scriveva lunghe lettere d’amore e perfino il futuro Re Carlo, che da studente a Cambridge aveva un poster di Barbra nella stanza del dormitorio, ne lodò una volta «il grande sex appeal». Dopo il matrimonio con Elliott Gould da cui nacque il figlio Jason, la Streisand ebbe love story con il premier canadese Pierre Trudeau, gli attori Don Johnson e Ryan O’Neal e la star del tennis Andre Agassi, di 28 anni più giovane. Ma molti altri sono caduti ai suoi piedi, incluso Marlon Brando. Pat Conroy, l’autrice del Principe delle Maree, la paragonò alla dea Atena, Stephen Sondheim ha riscritto i testi per lei.

Con l’attuale marito Josh Brolin, 25 anni fa, il primo appuntamento rischiò di fallire per il sarcasmo di lei, ma Josh restò folgorato. «Non penso a me come a una persona famosa», afferma oggi la Streisand: «Sono la stessa che ero da ragazzina». Orfana del padre a 15 mesi e con una madre fredda e poco comunicativa, Barbra fu salvata dal suo talento: «A cinque anni sapevo già di avere una voce».

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