Il viaggio di Paolo Nutini dalle strade di Paisley da Glasgow al palcoscenico mondiale era cominciato sicuramente in modo interessante, ma dal 2014, subito dopo la pubblicazione di Caustic Love, l’artista scozzese con papà toscano aveva fatto perdere le tracce. A parte l’assoluzione in un caso di guida in stato di ebbrezza nel 2017, il cantante scozzese dalla voce roca era sparito dai radar. Il nuovo album, Last Night in Bittersweet, sembra spiegare i motivi del suo improvviso allontanamento dalla scena. Con sedici canzoni e settanta minuti di musica si stacca con fermezza dal gloop sdolcinato dei primi successi come Last Request e dalla frivolezza di New Shoes.
La ricerca di una nuova strada, lontana dagli ardori adolescenziali, sembra però piena di curve e deviazioni. I testi parlano d’amore, il romanticismo resta di fondo, ma l’album appare come un patchwork di canzoni dagli stili differenti. Il brano di apertura, Afterneath, un clip audio del film True Romance, ricorda i Led Zeppelin con tanto di lamenti alla Robert Plant. Molte e variegate le influenze dagli anni Settanta: il krautrock affiora in Lose It, i Fleetwood Mac fanno capolino in Children of the Stars e Julianne è una ballata piano pop costruita secondo i canoni dei Chicago. Lasciano il segno anche gli anni Ottanta: Shine a Light suggerisce che Nutini ha ascoltato sia Springsteen sia gli U2 in rotazione pesante. Poi ci sono le divagazioni folk: Abigail pizzicata e strimpellata suona come un tributo a Don McLean o Cat Stevens.
Un album disarticolato, che tuttavia si fa ascoltare con piacere.
Paolo Nutini quest’anno sarà in tour in Italia, queste le date:
19 luglio Roma
20 luglio Bologna.
22 luglio Servigliano
23 luglio Trani
25 luglio Caserta
27 luglio Taormina
30 settembre Milano.