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Pippo Pollina: la genesi di un romanzo

– Il cantautore palermitano residente in Svizzera è in Sicilia nelle vesti di scrittore per presentare il suo libro “L’altro”, uno spaccato su mondi lontani e diversi, dalla Sicilia alla Germania, sui quali incombe o è presente da sempre il flagello della mafia
– «Volevo sempre scrivere un romanzo», dice. Un progetto sempre rinviato per lasciare spazio alla musica. «Nel 2020 la pandemia rivoluzionò ovviamente i piani di tutti noi artisti»

Volevo sempre scrivere un romanzo. Da ragazzo ne iniziai uno che si intitolava “Le verità del bugiardo”. La storia di tre amici che andavano alla ricerca di segreti nascosti nei sotterranei di Palermo. Il punto era che leggevo troppo Umberto Eco e che avrei finito per scopiazzarlo senza raggiungere ovviamente un minimo della sua sagacia letteraria. 

Col tempo avevo smesso di pensarci. Componevo canzoni, incidevo un disco dietro l’altro. Una volta anche un’opera civile (“Ultimo volo. Un’orazione per Ustica”). 

Mi è capitato anche di fare l’attore in un paio di circostanze sia per il cinema che per il teatro, ma, a dire il vero, non ne avevo né la stoffa né la voglia. Tant’è che da un certo momento in poi iniziai a rifiutare le proposte che mi arrivavano sul tavolo. Andavo, però, in tournée di continuo. Macinavo decine di migliaia di chilometri come un ossesso da un angolo all’altro del continente. Ogni tanto facevo qualche puntatina in luoghi esotici, negli USA, in Egitto, in Ucraina… Suonare e cantare, cantare e suonare. E poi scrivere canzoni. Senza sosta. Ad oggi ne avrò composte circa 400 di cui, considerando il CD che sta per uscire (in gennaio), buone 250 sono state pubblicate. Come se non bastasse, a un certo punto ho iniziato a fare il direttore artistico di un festival della canzone d’autore a Zurigo. Convinsi un bel teatro, trovai un paio di sponsor e mi buttai in questa ennesima avventura.

Poi nel 2018, a suo modo, la svolta.

Cominciai a scrivere una sorta di biografia. D’altronde, ho avuto sempre la fissa della memoria. I ricordi come l’ultima patria possibile. Ne uscì fuori un diario in cui ogni capitolo era un resumée delle mie opere discografiche immerse nel contesto storico e politico del tempo in cui erano state concepite.

Trovai subito una casa editrice svizzera che lo tradusse e lo pubblicò. “Verse für die freiheit” si intitolava (“Versi per la libertà”, come una delle mie più remote canzoni). Come sempre accade (per me ovviamente), l’Italia arrivò un anno dopo abbondante. Il libro uscì presso la Lastaria edizioni e si intitolò “Cento chimere”. Chissà quanti di voi (pochini invero) l’hanno letto.

Nel 2020 la pandemia rivoluzionò ovviamente i piani di tutti noi artisti. All’inizio pensai che sarei precipitato presto in uno stato depressivo. Niente più viaggi, tournée, concerti, alberghi, teatri, pubblico, ristoranti, etcc… niente di niente. Poi invece…

Invece mi dissi che era arrivato il tempo di scrivere. Ora o mai più. Ogni mattina un caffè e via. Una meraviglia. Mi alzavo dalla scrivania solo per andare a mangiare. A volte la sera mi sorprendeva senza che avessi fatto null’altro che rimuginare su un avverbio o un aggettivo. Su una frase ben congegnata.

Feci tante amicizie nuove. Quelle dei personaggi che avevo inventato e con cui mi intrattenevo amabilmente tutta la giornata. Oramai erano parte integrante della mia vita e parlavo con loro dei miei affari privati. Mi chiedevo sul serio cosa mi avrebbero consigliato se fossero vissuti. Ricordo il giorno in cui scrissi la parola fine con grande tristezza. Non avrei più incontrato Nanà, Annamaria, Francesca, Frank, Charlotte, Mareike, Don Calogero, Hartmut…

Le loro storie però erano diventate le mie. E la mia era entrata nella loro in modo sorprendente.

Pippo Pollina

Ecco. Questa è l’arte mi dissi. Quella vera. Che prescinde dal successo o dal suo contrario. Che ti fa amare intensamente quello che fai e che vibra in tutto il corpo e la mente.

Il romanzo venne tradotto in lingua tedesca e uscì alla fine dello scorso anno con il titolo “Der andere”. Le storie dei miei personaggi cominciarono a girare il Centro Europa, suscitando emozioni e dibattiti. Quando la mia casa editrice Kein und Aber mi comunicò la vendita di 15mila copie, pensai a un errore. Quotidianamente dozzine di e-mail mi arrivavano per complimentarsi. Alcuni erano sorpresi nell’apprendere che era un cantautore, pensando che fossi “solo” uno scrittore.

A dicembre il romanzo uscirà in francese e sarà pubblicato in Francia e in Belgio. Un’altra cosa meravigliosa.

Ma ora… ora viene il bello. Perché “L’altro” ha visto la luce a inizio novembre in lingua originaria in Italia. Insieme alla Squilibri di Domenico Ferraro. Ed io, come un bambino ho accolto il volume fra le mani: 420 pagine che mi hanno riempito la vita come poche volte mi è accaduto con un disco.

Dal 9 novembre sono in giro per la penisola in automobile con dentro una chitarra e il libro. Come trent’anni fa. Ecco le prossime date:

  • Siracusa, 3 dicembre, ore 17:30, Libreria Neapolis (viale Teocrito 125), con Gingolph, Aldo Mantineo e Pucci Attardi, letture di Giulia Tarantino e Davide Incandela; 
  • Cefalù, 4 dicembre, ore 18, Cinema Di Francesca (corso Ruggero 65), con Giovanni Cristina, letture di Pietro Carollo; 
  • Modica, 5 dicembre, ore 19,30, Auditorium Pietro Floridia (piazza Giacomo Matteotti 14), con Mario Bonanno, letture di Gisa Sammito. 

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