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Paul Simon, 81 anni, dialoga con il Signore

Nel nuovo album “Seven Psalms” il celebre cantautore dialoga sul credere o meno, sulla morte e sull’Aldilà. «Aspetta, non sono pronto, sto solo preparando la mia attrezzatura / La mia mano è ferma, la mia mente è chiara», canta.  Stesso titolo di un album di Nick Cave. È ormai una tendenza nel rock dai capelli grigi: i temi del tempo che scorre e della perdita anche in “Memento Mori” e nel tour di Bruce Springsteen. L’unico rimasto a danzare con il diavolo è Mick Jagger

«L’intero lavoro è una discussione che sto avendo con me stesso sul credere o meno». L’ultimo album di Paul Simon è una riflessione profondamente personale su quella grande domanda ispirata da una serie di strani eventi notturni nel 2019.

In un video sul suo sito web ricorda quello che suona molto simile al fenomeno della “scrittura automatica” quando, come racconta, si è svegliato durante la notte spinto a scrivere molti dei testi inseriti in questa raccolta breve ma riccamente stratificata. In particolare, cita il ritornello “Il Signore è il mio ingegnere/ Il Signore è la terra su cui cavalco/ Il Signore è il volto nell’atmosfera/ Il sentiero su cui scivolo e scivolo…”.

C’è un’urgenza nella ricerca di Simon. Ha 81 anni uno dei più grandi cantautori dell’era moderna. Ma rimane acuto di mente e straordinariamente abile: il suo modo di suonare la chitarra acustica è una gioia. Mentre canta: “Aspetta, non sono pronto, sto solo preparando la mia attrezzatura / La mia mano è ferma, la mia mente è chiara”.

Il suo interesse per lo spirituale non è nuovo, ma qui è al centro dell’attenzione. Vuole che i 33 minuti di Seven Psalms siano ascoltati come un pezzo unico con sette segmenti sovrapposti messi insieme dalla sua voce ancora forte, dalla sua elegante chitarra acustica e dal riff-chiave ricorrente che ricorda il classico Angi di Davey Graham.

Paul Simon insieme con la moglie Edie Brickell

Sebbene affiancato dalla moglie, Edie Brickell, per un commovente duetto di chiusura, questo è un viaggio solitario, che incuriosisce anche gli scettici.

Seven Psalms, sette preghiere, porta lo stesso titolo dell’album scritto da Nick Cave nel 2020, realizzato però con l’accompagnamento musicale del suo principale collaboratore, Warren Ellis. Anche qui canzoni che affrontano il tema della perdita, del perdono e, spesso, dell’idea di pregare fino all’incredulità. In I Have Trembled My Way Deep e in How Long Have I Waited?, Cave chiede un segno – «sono rimasto sulla soglia della tua meraviglia, fammi entrare» – mentre la musica di Ellis, che di tanto in tanto può salire a crescendo trionfanti, si trasforma cupamente, come a sottolineare il senso di incertezza.

I grandi misteri della morte, dell’Aldilà, di cosa c’è dopo, fanno capolino nei testi di cantautori e rocker dai capelli grigi. Certamente più credibili di un Mick Jagger che sulla soglia degli 80 anni continua a cantare (I Can’t Get No) Satisfaction. Unico rimasto a danzare ancora con Satana.

La copertina dell’album in uscita il 19 maggio prossimo

Memento Mori, il nuovo album dei Depeche Mode, è ossessionato dalla morte, con testi pieni di fantasmi, angeli e fiori funebri. Il video della canzone Ghosts Again rimanda al film Il settimo sigillo di Ingmar Bergman con l’immagine della partita di scacchi con la Morte. Comincia proprio con Dave Gahan e Martin Gore mentre giocano a scacchi su una terrazza fra i grattacieli di una metropoli. Teschi, tombe, cimiteri e fantasmi fanno da contorno a questa partita a sottolineare un pezzo che parla di perdita, dolore, addii, del tempo che fugge e del fatto che tutti ridiventeremo fantasmi. D’altronde il titolo: Memento Mori, ovvero “ricordati che devi morire”. 

I temi della perdita, del tempo che scorre, dei fantasmi s’intrecciano con l’ancora formidabile energia dell’ultrasettantenne Bruce Springsteen nel tour con cui è da poco sbarcato in Europa. Lo show è una storia sulla vita e sulla morte con canzoni come Letter to youGhostsGlory Days e Last man standing, che esegue solo alla chitarra: “Conti i nomi dei dispersi mentre conti il tempo”.

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