– Per la prima volta in versione rimasterizzata nei cinema italiani solo il 25, 26 e 27 marzo come evento speciale il film-concerto della leggendaria rock band
– Il documentario, a suo tempo, fu bocciato dalla critica, ma è un ritratto fedele del gruppo durante la loro era imperiale
– Il compendio di tre serate magiche al Madison Square Garden con le “allucinazioni private” di Robert Plant, Jimmy Page, John Bonham e John Paul Jones
L’ora delle streghe si avvicina. La luna piena fa capolino attraverso la fitta nebbia inglese. Jimmy Page, con i capelli arricciati come quelli di uno hobbit, striscia sui pendii di una montagna frastagliata. Al vertice, incontra una figura di Gandalf con una veste bianca, con cappuccio, e una lampada in mano. Il mago della montagna alza la testa e fissa Page con uno sguardo sereno. Ma questo non è un osservatore passivo: il volto rugoso del mago invecchia al contrario per rivelare lo stesso Page, prima come un uomo, poi come un ragazzo, un bambino, un feto immerso nella luce delle stelle. Da qualche parte, in lontananza, sentiamo il suono atonale di un archetto di violino che schiaffeggia le corde di una chitarra. Il mago invecchia. Il fulmine si schianta. Quindi, estrae una spada.
I dati storici non tengono conto della popolarità dirompente del suono Led Zeppelin, che ha sposato una sintesi musicale di blues, rock e folk con un profondo amore per tutto ciò che è occulto e fantastico e, più specificamente, per Il Signore degli Anelli. Per capire cosa fossero gli Zeppelin bisogna guardare The Song Remains the Same. Il film-concerto della band del 1976 arriva per la prima volta in versione rimasterizzata nelle sale italiane, solo il 25, 26 e 27 marzo come evento speciale. È un documento in technicolor della band girato durante tre elettrizzanti esibizioni al Madison Square Garden nel 1973. The Song Remains the Same non è la migliore musica che la band abbia mai suonato o la migliore che abbiano mai suonato dal vivo, ma è un ritratto fedele dei Led Zeppelin durante la loro era imperiale, al culmine della loro fase creativa e mentre infrangevano record di vendite in tutto il mondo.
The Song Remains the Same è composto da un mix di riprese dei tre spettacoli, arricchito con materiale girato in un teatro di posa l’anno successivo, dove il passare del tempo ha richiesto al bassista John Paul Jones di indossare una parrucca. In When Giants Walked the Earth, una biografia altamente soggettiva e piccante, Jimmy Page afferma che la colonna sonora «non era necessariamente il miglior materiale dal vivo che avevamo, ma era il materiale dal vivo che accompagnava il filmato, quindi doveva essere utilizzato. Quindi, sai, non era come “una notte magica”. Ma non è stata una notte povera. È stata una serata onesta e mediocre».
Il film combina il tradizionale film-concerto con alcuni siparietti nel backstage (per lo più interpretati dal manager della band Peter Grant, una figura notoriamente ampollosa e protettiva) e una serie di sequenze narrative con rappresentazioni simboliche o “allucinazioni private” dei membri della band. È così vediamo Jimmy Page arrampicarsi sulla cima della montagna e, in un quadretto ancor più assurdo, Robert Plant che naviga su una barca verso una spiaggia dove seppellisce una spada fiammeggiante nella sabbia e combatte contro diversi cavalieri per salvare una bella fanciulla. Queste scene banali erano datate anche allora – il film, che ha richiesto due registi per essere finito, è stato bocciato dalla critica – ma danno un’idea dell’ego amplificato in gioco. Le esibizioni fanno il resto: Plant con aria di sfida a camicia aperta che stringe il microfono contro il petto sudato; le scintillanti spalline di Page e la drammaticità della chitarra a doppio manico; l’intera Moby Dick, con un assolo di batteria tecnicamente stupefacente e tuttavia così alienante come esperienza visiva che consentiva al resto della band di lasciare il palco per rinfrescarsi con un drink.
Gli Zeppelin non avevano ancora perso il filo – ciò sarebbe successo qualche anno dopo, quando entrò in scena l’eroina – ma suonavano ancora un po’ smunti. L’estensione quadrupla d’ottava di Plant stava iniziando a diminuire, evidenziato dalle note alte che non tenta nemmeno di raggiungere in Rock and Roll e Over the Hills and Far Away. Ma anche uno sbiadito Led Zeppelin era un esempio elementare di come una rock band potrebbe suonare nella sua forma più potente. John Bonham martella la batteria come se stesse scavando un buco nello spazio e nel tempo; il tono di chitarra sporco e psichedelico di Page è ancora invidiato da un milione di imitatori. Suonare così forte è un mandato, non un suggerimento.
Per evitare di pensarci troppo: sono gli Zeppelin nei loro momenti migliori che eseguono quasi due ore di musica tra le più pesanti mai realizzate. Se ti è mai piaciuta la loro musica, o la musica rock in generale, troverai qualcosa con cui divertirti. Ci sono i groove paleosessuali di Whole Lotta Love la frivolezza cosmica di Dazed and Confused (l’arco del violino, per quanto pretenzioso, suona comunque alla grande), i riff da capogiro di The Ocean e Black Dog. Il fatto che riescano a raggiungere il ritmo e la coordinazione richiesti nella title track è una sorta di magia.
Nonostante la sua voce sfilacciata, Plant è la star del film grazie al suo aspetto da dio del sole, forza trainante del fascino della band. Non molto tempo dopo, si sarebbe rotto una gamba in un incidente d’auto, dando adito a un periodo caotico in cui Page si addentrava sempre più nella droga e Bonham nella dipendenza dall’alcol che lo rendeva un terrore occasionalmente violento. La cosa più tragica è che il figlio di 5 anni di Plant morì improvvisamente nel 1977, creando un abisso emotivo tra lui e la band che non si rimarginò mai, non prima della morte di Bonham nel 1980.
Poiché non sono mai rimasti insieme come i Rolling Stones, né sono diventati ambasciatori culturali come i Beatles solisti, può sembrare un po’ complicato collocare i Led Zeppelin in un contesto moderno. Forse è banale suggerire ancora una volta che la popolarità della musica rock è diminuita a partire dagli anni Settanta, ma è francamente strabiliante guardare questo film e ricordare che milioni di persone una volta volevano vedere Robert Plant fingere di combattere con la spada e Jimmy Page incontrare un personaggio immaginario, versione magica di se stesso.
The Song Remains the Same sembra un vero documentario, in quanto individua e spiega questo particolare momento nel tempo. A differenza di altri film-concerto, ci sono molte inquadrature del pubblico. Durante Since I’ve Been Loving You si vede una donna con una specie di veste ricamata, che siede con le mani giunte come se stesse guardando uno spettacolo teatrale, accanto a lei, un uomo con i baffi guarda avanti, con la bocca aperta, completamente a bocca aperta e paralizzato. Lentamente, inizia a sorridere.