Con il suo nome d’arte, Morena Sauvage, ha da poco pubblicato uno spettacolare Ep, intitolato “Dominatrix”, in cui debutta come cantautrice, mescolando rock, swing, blues, ballate, atmosfere retrò, Hollywood e Cotton Club. Il prossimo 15 ottobre unica “Donna sicula” protagonista a Berlino nel più importante festival di quest’arte. «Ho cominciato con il jazz, poi mi sono innamorata della “Gilda” di Rita Hayworth». La lotta contro la malattia e, soprattutto, contro i pregiudizi e l’ignoranza. La missione «di scrivere per le donne, per il loro riscatto»
Una delle scene indimenticabili del cinema hollywoodiano è il famoso ballo di Rita Hayworth nel ruolo di Gilda. Selvaggia, sfacciata, roteando sinuosamente i fianchi, l’attrice e ballerina si toglie un guanto con una tale sensualità che il film fu bandito in diversi Paesi per non aver superato la censura, considerato «seriamente pericoloso» dalla Chiesa cattolica. E non era meno scandaloso lo schiaffo con cui l’attore Glenn colpisce Gilda dopo quel ballo. Ma la vita della cantautrice e performer ragusana Morena Licitra è stata molto più di Gilda, nonostante abbia segnato un prima e un dopo nella sua carriera professionale.
Morena è cresciuta nella paura della perdita della madre malata di cancro. Ha dovuto lottare contro una patologia invalidante, l’endometriosi. E, soprattutto, ha dovuto superare pregiudizi e malelingue per inseguire la passione che le aveva trasmesso quell’icona di bellezza e sensualità che l’aveva affascinata con la performance Put the Blame on Mame, avviandola verso il mondo del burlesque.
Un’arte antica, quella del burlesque. Che alcuni fanno risalire all’Inghilterra Vittoriana dell’Ottocento. Ma la cui versione conosciuta è quella riscoperta dalle pin up francesi per divertire e distrarre un pubblico popolare femminile e maschile: è l’epoca del “french cancan”, di Josephine Baker e delle Folies Bergeres, e la adattano ai tempi moderni, mescolando cabaret retrò, jazz e rock’n’roll al ritmo di uno striptease pudico e fatto con humour. Decodificata poi da Madonna a Gwen Stefani, fino al film Burlesque con Cher e Christina Aguilera, e diffusa nel mondo dalla showgirl Dita von Teese, sdoganata nel 2010 anche dal Festival di Sanremo.
Lustrini, lingerie, piume, luci, movimenti del corpo, voglia di giocare e tanta ironia, sono gli ingredienti. Non serve essere magre, né belle. Ogni forma è adatta al burlesque, ogni viso, ogni statura. Bisogna soltanto essere brave. E di quest’arte, che mescola danza, canto, teatro, cabaret, striptease, ironia, con un cerimoniale pensato per solleticare piuttosto che scandalizzare, è regina Morena Sauvage, nome d’arte di quella ragazzina che sognava di essere come Gilda. S’ispira alle pin-up degli anni Quaranta, victory rolls e labbra laccate di rosso, le prime ad aver mostrato gambe e ombelico. «Al burlesque sono arrivata studiando jazz, ho anche frequentato il Berklee College of Music alle Umbria Jazz Clinics, e poi danza classica e orientale», racconta. «Il colpo di fulmine è stato con Rita Hayworth: attraverso la sua interpretazione di Put the Blame on Mame e di Amado mio ho scoperto il burlesque. Che è un’arte libera, è consapevolezza e maturità, mette in luce la sensualità della donna».
Per inseguire il suo sogno, Monica Licitra ha lasciato la sua Ragusa, per andare a Roma ad apprendere la rigida disciplina del burlesque, fatta di seduzione, vintage ed ironia. «Ho avuto per maestra Albadoro Gala (che di recente ha partecipato alla trasmissione di Rai2 Nudi per la vita con Mara Maionchi) e per mentore Attilio Reinhardt. Mi hanno insegnato i segreti della professione e la storia di questa arte. C’è una linea sottile a separare il burlesque dallo scadere nella volgarità e non bisogna superarla. Ciascuna si sceglie un personaggio, un’epoca alla quale appartenere. Io stessa mi faccio i costumi di scena. Raramente mi tolgo il reggiseno, e, in ogni caso, ci sono sempre i copri-capezzoli».
Ottiene l’approvazione dei genitori, «con tutte le preoccupazioni, naturali, nei confronti di una figlia unica e con problemi di salute. Temevano, soprattutto, che gli altri mi giudicassero male». Ed ecco la parte più dura. Soprattutto in una realtà come quella siciliana. Superare i pregiudizi nell’opinione pubblica. In Sicilia oggi si contano appena tre professioniste del burlesque, una delle quali è appunto Morena. «È un mestiere difficile, parecchie persone sono ancora prevenute», ammette con amarezza. «La gente purtroppo non s’informa. Poi, in questo settore, ci sono troppe mestieranti, false performer di burlesque che nei loro spettacoli si spogliano integralmente, alimentando la confusione. Ne ho sentite di “belle parole” nei miei confronti, soprattutto da parte di amici e conoscenti».
Il rischio di essere messa all’indice. Lo stesso che frena molte donne a iscriversi ai corsi di burlesque che Morena da sei anni conduce a Ragusa. «Sono donne dai 45 anni in su, vengono per lasciarsi andare e riscoprire la propria femminilità, ma vengono a singhiozzo, con qualche titubanza, visto l’ambiente. Quest’anno sono riuscita ad avere tredici allieve, ma ci vediamo una volta sola al mese». Anche agli spettacoli di Morena Sauvage il pubblico è in gran parte femminile. «Alla fine vengono in camerino per congratularsi e chiedere informazioni sulle lezioni che tengo».
Peccato sia difficile esibirsi in Sicilia. Non esistono spazi adatti al burlesque, né teatri di riferimento, anche perché manca una tradizione. «Qualche evento estemporaneo, spesso di carattere circense con colleghe mangiatrici di fuoco». Morena Sauvage no. Come Dita von Teese, nei cui spettacoli non possono mancare l’enorme coppa di champagne e il cavallino della giostra antica, anche la cantante e ballerina ragusana ha i suoi attrezzi del mestiere: «Ventagli, palloncini che via via scoppiano fino a scoprirmi, boa… Ma è la voce il valore aggiunto nelle mie performance».
E puntando su una voce potente e duttile, e con una disinvoltura e un talento insospettabili per un esordio, Morena debutta in questi giorni come cantautrice con l’EP Dominatrix. Un titolo che resta in bilico su quella sottile linea che separa il gioco erotico dallo scadere nella volgarità, nel bondage o nel fetish. «Fa riferimento al “new burlesque”, che ha qualcosa di più commerciale», ammette. «Ma l’album è nato dall’esigenza di partecipare in modo attivo al posizionamento della donna nella società. Il mezzo concessomi è la musica e il burlesque».
La musica per Morena è stata la salvezza. Le ha dato la fiducia di poter superare le difficoltà, «mi ha dato la forza di capire che domani può essere un giorno migliore». Le ha permesso di alzarsi da un letto dopo una operazione e di camminare. E questa gioia si percepisce chiaramente in Dominatrix, un album sorprendente, divertente, coinvolgente, brillante nelle sonorità, carico di fiati, potente nei ritmi. Spazia tra swing, rock’n’roll, blues, musical, il cabaret retrò alla Tav Falco o le torride atmosfere jungle alla Cotton Club. Morena gioca con la sua voce, sensuale, seducente, ironica. Suoi testi e musiche. In Donna sicula esprime la rabbia per la mentalità ancora poco aperta dei suoi conterranei, per le ferite subite, cantando «la voglia di riscatto di una siciliana che vuole abbattere le mura di una cultura maschilista e ipocrita per far splendere davvero la donna siciliana piena di vita, curve generose e ambizione. Senza perdere i principi della sua terra ma cercando la libertà senza pregiudizi».
Un «progetto non solo musicale» Dominatrix, «ma una vera e propria missione». Che è quella di aiutare le donne, come faceva quando in ospedale teneva compagnia alla madre ricoverata nel reparto di oncologia scrivendo poesie per lei e le altre pazienti. «Quegli scritti davano sollievo», racconta. «La “missione” è di scrivere per le donne. Dalla mia patologia cronica al mio aspetto fisico, alla cultura con la quale sono cresciuta, ho maturato la forza e la voglia di condividere, aiutare e confrontarmi con l’universo femminile affinché non cadesse trappola della società che ci vuole imporre come essere».Il debutto discografico coincide con la partecipazione al Berlin Burlesque Festival, che il 15 ottobre consacrerà Morena Sauvage regina di quest’arte sul palco del Wintergarten, calcato dai migliori artisti di varietà di tutto il mondo. Unica siciliana a essere stata invitata, si esibirà con la band berlinese The Sazerac Swingers. «Berlino è ormai la capitale europea del burlesque, più di Parigi e Londra. Era un mio obiettivo e l’ho raggiunto», dice con orgoglio. «Andrò lì per confrontarmi con le migliori e continuare ad apprendere. Lì, a Berlino, il reggiseno lo toglierò».