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L’Iran canta “Bella ciao” per Mahsa Amini

Le proteste per la ragazza di 22 anni arrestata qualche giorno fa dalla polizia morale iraniana perché non indossava correttamente il velo e poi uccisa. Monta la rabbia nella popolazione contro il regime

«Questa giovane ragazza iraniana sta cantando Bella ciao in lingua persiana, come gesto di supporto alle proteste seguite all’uccisione di Mahsa Amini». Sono molti gli account che rilanciano questa clip adducendo la spiegazione sopra trascritta. Mahsa Amini era una ragazza di 22 anni arrestata qualche giorno fa dalla polizia morale iraniana perché non indossava correttamente il velo e poi uccisa.

Secondo la ong Iran Human Rights, che ha sede a Oslo, sono almeno cinquanta le persone uccise nelle proteste in corso in Iran per la morte di Mahsa Amini. Le ampie proteste sono rivolte contro la polizia religiosa e contro il regime iraniano: una situazione inedita ed eccezionale per l’Iran, il cui governo è controllato da un regime estremamente conservatore guidato da religiosi sciiti. Le manifestazioni erano cominciate nel Kurdistan iraniano (la parte occidentale dell’Iran, dove viveva Amini) e si sono estese in gran parte del paese, compresa la capitale Teheran. La polizia ha risposto con violenza, anche sparando sui manifestanti.

Le proteste in Iran, una ragazza mostra la foto di Mahsa Amini

Giorni fa, Laura Pausini si era rifiutata di cantare “Bella ciao”, «perché non voleva fare politica», ma “Bella ciao” non è un canto politico, è un canto di libertà, contro l’invasore o l’oppressore. Un canto che le donne iraniane innalzano contro l’opprimente regime degli ayatollah. Una rabbia che sta montando e sta dilagando. Su Twitter corre l’hashtag #Iranrevolution. Una rabbia che sta superando in intensità il rancore che caratterizzava le manifestazioni degli anni scorsi, da quelle sulla disoccupazione, a quelle sull’approvvigionamento idrico fino a quelle contro il sostegno dell’Iran alle sue proxies regionali, e che suggerisce un primo importante momento di svolta: la saldatura delle istanze delle diverse fasce della popolazione, ormai su livelli di incomunicabilità col regime mai riscontrati dal 1979.

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