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Messina “capitale della pizza” in Sicilia

Tre locali peloritani nell’Olimpo dei “Tre spicchi” della Guida 2023 del Gambero Rosso. Seguono Palermo, con due premiati, e Siracusa. A uno chef di Altavilla Milicia l’ambito premio “Ricerca e Innovazione”. Resta la Campania la regina. Sorpresa Toscana. Le migliori a Caserta e Verona

La pizza è il nostro secondo pane quotidiano. L’Italia ne sforna oltre 6 milioni al giorno in 75.500 locali. Tra questi, l’Accademia pizzaioli calcola le 28.000 artigianali da asporto e al taglio, 43mila abbinate a ristoranti, 4.500 negli alberghi. E in un Paese che mette in classifica bellezza femminile e canzoni, non possono mancare confronti e concorsi anche per una Margherita. 

C’è chi la vuole morbida chi croccante. Chi sottile e chi alta. Con o senza bordo, o con il cornicione ripieno. Chi napoletana, chi romana, chi siciliana. Classica o gourmet. A cercare di mettere d’accordo tutti davanti a una pizza arriva la tradizionale guida del Gambero Rosso, giunta alla decima edizione e nata proprio con l’intento di mettere un po’ d’ordine nel mondo della pizza, valorizzando i grandi maestri, gli artigiani convinti della necessità di dialogare con la tradizione, avviando una riflessione su impasti, lavorazione e selezione delle materie prime.

Francesco Martucci della pizzeria casertana “I Masanielli”, tra le migliori nel mondo

Sul podio per la classica pizza tonda (con 96 punti) si attestano quattro pizzerie, le campane “I Masanielli” di Caserta e “Pepe in Grani” di Caiazzo (Caserta), e le veronesi “Renato Bosco Pizzeria” di San Martino Buon Albergo e “I Tigli” di San Bonifacio. A seguire (con 95 punti) la bresciana “La Filiale a L’Albereta” di Erbusco. Per i “Tre rotelle” dedicati alla pizza a taglio, primi sono “Pizzarium” di Roma (95) e “Saporè Pizza Bakery” (94) di San Martino Buon Albergo (Verona).

La migliore pizza al taglio si chiama “Sole” ed è preparata con fragole, fiori di sambuco in infusione, ‘nduja, stracciatella, fiordilatte e ricotta dura

La pizza al taglio più buona dell’anno la fanno invece in Calabria, alla “Campana Pizza in Teglia” di Corigliano Calabro, si chiama “Sole” ed è preparata con fragole, fiori di sambuco in infusione, ‘nduja, stracciatella, fiordilatte e ricotta dura.

Complessivamente sono 96 pizzerie al piatto e 12 pizzerie al taglio a essere riuscite a entrare nella Guida Pizzerie d’Italia 2023. A farla da padrona è la Campania (23 locali premiati), con Napoli che occupa ben 14 posti e Caserta 6. Segue il Lazio (13), con Roma a far da traino grazie a 11 pizzerie premiate. Sorprende la Toscana (16): Firenze fa da regina con sei locali, contornata da Lucca, Siena e Livorno con due locali a testa. In calo la Lombardia (8), con Milano che si vede superata da Brescia. Sei le pizzerie siciliane che conquistano i “3 spicchi”, nessuna invece ottiene le “3 rotelle”. Messina è la “capitale della pizza” nell’Isola con tre premiati: “Da Clara”, “Verace elettrica” e “L’Orso”, quest’ultimo ottiene anche il riconoscimento speciale “Pizza e Territorio”. Segue Palermo con due “statuette”: “Archestrato di Gela” e “La braciera”. Terzo incomodo Siracusa, dove “Piano B” ribadisce la sua supremazia.

Gioacchino Gargano, pizzaiolo e patron della pizzeria “Saccharum”, ad Altavilla Milicia a pochi chilometri da Palermo

Sfogliando le 496 pagine della guida emergono nuovi talenti davvero interessanti, come il lucano Antonello Scatorchia, cui è stato conferito il premio di Pizzaiolo Emergente, o come Francesco e Federico Di Maria, i due fratelli del locale “I Vesuviani” di Pomigliano d’Arco che, “pizzaioli da zero generazioni”, in quattro anni sono entrati nell’Olimpo dei Tre Spicchi. O, ancora, come Gioacchino Gargano, uno chef prestato all’arte bianca, al quale è stato assegnato l’ambito premio “Ricerca e Innovazione” per il lavoro svolto nella sua pizzeria “Saccharum”, ad Altavilla Milicia a pochi chilometri da Palermo.

«La mia pizza non è né campana, né romana, né diversamente napoletana, è il risultato dei miei studi, corsi, esperimenti e prove ed è semplicemente mia», spiega Gioacchino Gargano. «Farine macinate a pietra, lunga lievitazione ed elevata idratazione rendono il mio impasto alveolato, leggero e facilmente digeribile, niente segreti, solo tanto studio e ricerca con l’obiettivo di migliorarsi ogni giorno di più».

Una delle creazioni dello chef Gioacchino Gargano

Un equilibrio perfetto tra farine e idratazione, il risultato è un impasto leggero, croccante e gustoso che esalta abbinamenti creativi attraverso un attento uso di materie prime dall’animo fortemente italiano, insieme a ingredienti locali, stagionali e sempre freschi, con una particolare attenzione alle piccole produzioni artigianali e le realtà Slow Food.

La pizzeria, aperta nel 2019, si è fatta velocemente strada tra le migliori pizzerie siciliane e il suo nome “Saccharum” è un omaggio ad un’antica coltura del territorio ormai scomparsa: la canna da zucchero.

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