Disco

“Luminessence”, la storia dell’ECM in vinile

La prestigiosa etichetta discografica tedesca ha varato una collana di pietre miliari in formato ellepì di alta qualità. Le prime due pubblicazioni sono “Gnu High”, con il leggendario quartetto formato da Khenny Wheeler, Keith Jarrett, Dave Holland e Jack DeJohnette, e “Saudades” del percussionista brasiliano Naná Vasconcelos

«C’è qualcosa di terribilmente affascinante in un vecchio disco. Basta metterne su uno per rievocare momenti indimenticabili», parola di Sir Paul McCartney. Era il 18 giugno 1948 quando la Columbia Records presentava le prime opere musicali della storia pubblicate come 33 giri. Da allora siamo passati per cd, mp3, YouTube, iTunes e app di ogni genere, mandando in soffitta il vecchio vinile, relegato a modernariato, cimelio per collezionisti, roba da nostalgici insomma. Fino a oggi. 

In tempi di download online, quel suono scoppiettante del vinile è tornato alla ribalta. Merito di un oggetto che conserva, a quasi ottant’anni dalla sua nascita, un grande carisma. Sia per la resa sonora più calda rispetto ai supporti digitali, sia per l’estetica delle copertine. Chiamatelo revival analogico.

Ma è anche un modo, nel frenetico tran tran quotidiano, di riconquistare il proprio tempo e riscoprire riti e liturgie che sembravano perdute: spogliare la confezione del cellophane, ammirare i colori e le immagini della copertina, estrarre con cautela e lentamente il prezioso contenuto conservato in una busta bianca o colorata: un disco nero lucido ricoperto di solchi che verrà adagiato morbidamente sul piatto di un giradischi e sul quale verrà poggiata con estrema cura e gentilezza la puntina. Poi, seduti su una poltrona o per terra poco importa, all’incrocio dei flussi sonori delle casse acustiche si ascolteranno voci, strumenti e suoni provenienti da quel disco con il buco al centro. Una esperienza tattile e concreta della quale sono stati privati i “nativi digitali” ed ai quali si rivolge l’iniziativa dell’etichetta discografica ECM con la pubblicazione di dischi storici in vinile di altissima qualità. «Perché prendere un vinile, prendersi un tempo dalla propria vita per scegliere e mettersi ad ascoltarlo, fa parte di buone piccole abitudini che forse dovremmo ricominciare a prendere per vari motivi», commenta la sempre arguta Maria Cecile Ferré, portavoce ECM in Italia. «La vita va veloce ed è forse inutile correre, lo so è difficile, ma almeno proviamoci».

La nuova serie di ristampe in vinile della ECM è un caleidoscopio che mette in luce i gioielli del vasto catalogo dell’etichetta in edizioni eleganti e di alta qualità. I tratti distintivi della serie: musica originale ed evocativa, suonata con fantasia e prodotta con sensibilità. Alcuni album sono offerti in edizioni esclusive in facsimile, altri sono incorniciati in confezioni di alta qualità che includono nuove note di copertina che offrono un contesto storico e nuove prospettive, mentre altri ancora sono da tempo fuori catalogo o addirittura mai pubblicati in vinile. Molte delle ristampe sono ricavate dai master analogici originali e tutte hanno le straordinarie copertine che hanno contribuito alla fama della ECM.

Prima pietra di questa serie intitolata Luminessence è il sensazionale debutto di Kenny Wheeler come leader per la ECM con Gnu High. Registrato a New York nel 1975 e prodotto da Manfred Eicher, l’album portò il trombettista canadese Wheeler a un nuovo livello di acclamazione internazionale, sia per il suo modo appassionato di suonare sia per la sua scrittura profondamente lirica. Qui Kenny è alla testa di un quartetto straordinario, con Keith Jarrett (piano), Dave Holland (basso) e Jack DeJohnette (batteria), tutti improvvisatori magistrali che hanno formato la loro intuitiva comprensione collettiva come membri dei gruppi di Miles Davis. «Quello che si sente è la spontaneità del momento», dice Jack DeJohnette. Dave Holland osserva che Gnu Hugh «ha questa meravigliosa combinazione di forma e armonia delle melodie di Kenny, ma poi questo modo davvero libero di interpretarle». L’album include nuove note di copertina dell’amico, collega e biografo di Kenny, Nick Smart.

L’altra pubblicazione in vinile è l’album Saudades del percussionista brasiliano Naná Vasconcelos, registrato nel marzo 1979, coronamento di un sogno per un musicista che da tempo desiderava ascoltare il berimbau in un contesto orchestrale. Questo “concerto” per un suonatore innovativo di uno strumento tradizionale è stato reso possibile grazie al contributo creativo di Egberto Gismonti, qui arrangiatore del materiale per archi, nonché co-compositore e solista di supporto. L’Orchestra Sinfonica della Radio di Stoccarda è stata diretta da Mladen Gutesha (che aveva già collaborato con la ECM per progetti trans-idiomatici con Keith Jarrett, Jan Garbarek e Terje Rypdal). Saudades rimane un viaggio straordinario, un album in anticipo sui tempi, in attesa che il mondo lo raggiunga. Questa ristampa in vinile, con copertina apribile, aggiunge nuove note di copertina che forniscono un contesto storico e informazioni di base.

È una ristampa, ma in doppio CD, anche Book of Ways di Keith Jarrett, album registrato il 14 luglio 1986 a Ludwigsburg. La sequenza delle improvvisazioni è stata adattata per questo doppio album senza essere modificata nell’ordine. La grande varietà di suoni e ritmi è impressionante: Jarrett suona alternativamente uno o due strumenti contemporaneamente. Oltre agli inconfondibili echi della musica per liuto e del koto giapponese, l’intera gamma di modalità espressive del clavicordo viene alla ribalta. Quando uscì trentasette anni fa, la rivista Spin commentò: «Jarrett è stato in grado di esibirsi con tutta la sua abituale interiorità e tuttavia con un’oggettività e una forza paradossalmente maggiori; la musica, per quanto sensibilmente e splendidamente suonata, ti viene incontro, insiste perché tu la ascolti, pretende un’equivalenza con la tua stessa esistenza fisica, ti guarda dritto negli occhi». Dal suo canto il pianista della Pennsylvania, oggi 77enne, sottolinea: «Per quanto ne so, questa registrazione è unica per diversi aspetti. Avevamo tre clavicordi in studio, due dei quali erano angolati insieme in modo che potessi suonarli entrambi simultaneamente, e il terzo era in disparte. Inoltre, abbiamo microfonato gli strumenti molto da vicino, in modo da poter utilizzare l’intera gamma di dinamiche (i clavicordi sono molto silenziosi e non si sentono a più di qualche metro di distanza). I due CD sono stati realizzati in un giorno libero tra un concerto e l’altro del mio Trio e non è stato organizzato alcun materiale in anticipo. Tutto è stato spontaneo. La registrazione è stata effettuata in quattro ore».

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