Pubblicati i primi tre volumi della collana Quaderni siciliani di fotografia ideata ed edita dall’artista Giovanni Proietto e curata da Giuseppe Cuttitta e Angelo Pitrone, anime del Gruppo di Realmonte che si riunisce nella galleria “A Sud Artecontemporanea”, «un avamposto culturale nell’Agrigentino dove tutto è difficile»
Non è come il Gruppo 63 e nemmeno come quello dei Macchiaioli. Piuttosto è un cenacolo. Di pittori, scultori, disegnatori, poeti, letterati, fotografi. Che hanno trovato nella galleria “A Sud Artecontemporanea” un punto d’incontro, di scambio di esperienze, di intrecci artistici.
Lì, in quello spazio che sembra voler accogliere il viandante che entra a Realmonte, quasi a offrirgli una immagine più colorata e colta di quella candida e scontata della Scala dei Turchi, opera dal 2012 Giovanni Proietto, tedesco di nascita (Hannover 1971), siciliano da sempre. Pittore colorista, artista contemporaneo, ma, soprattutto, agitatore culturale. È quest’omino barbuto e gran fumatore, dispensatore di pillole di saggezza, che è riuscito a creare a Realmonte questo cenacolo di arte. «Un avamposto culturale nell’Agrigentino dove tutto è difficile», tiene a sottolineare. «La galleria è il punto d’incontro, è la casa di tutti. Raramente ha ospitato mie personali, ma attività di altri artisti, d’ogni genere, età».
È da uno di questi incontri che è nata l’idea di creare una collana di quaderni siciliani di fotografia. «La Sicilia è il territorio di indagine e di partenza di molti autori, siciliani e non, fotografi e non solo», spiega Proietto. «Ci siamo chiesti allora: “Perché non raccontare la loro passione attraverso scatti conservati nel cassetto dei ricordi?”. Li abbiamo così voluto rendere visibili sulla carta bianca, patinata opaca di un libretto e condividerli».
«Sono tre libri all’anno a tiratura limitata, con 150 copie autenticate dall’autore», continua Proietto. «Abbiamo cominciato con Melo Minnella, che è il più anziano, Angelo Pitrone e Giuseppe Cuttitta, che sono anche i curatori della collana. Il prossimo anno, posso anticipare, abbiamo già in programma Tony Gentile, famoso per la foto di Falcone e Borsellino, Andrea Attardi, figlio del compianto pittore e scultore Ugo, e Fausto Giaccone».
Tre libretti di indubbio valore e interesse artistico, culturale e storico. L’uno differente dall’altro. “Vintage” quello di Melo Minnella, fotografo di Mussomeli, con scatti in bianco e nero di una Sicilia a cavallo fra gli anni Cinquanta e Sessanta: zolfatari e contadini sui muli, donne con il velo e la mattanza, feste religiose e feste pagane, carretti e la Fiat Topolino, emigranti, giochi di bimbi in strada, ma anche Marcel Marceau e Igor Strawinskyi a Palermo.
Più modernista “Scarti” dell’agrigentino Angelo Pitrone che gioca sui contrasti per cucire frammenti di una Sicilia colorata e “americana” negli accostamenti talvolta surreali. Regina incontrastata è sempre la luce, che determina modifiche sostanziali nella qualità visiva del paesaggio. Ma che, soprattutto, determina – al di là della mera percezione – un intenso spostamento emotivo. La presenza umana non è contemplata nelle fotografie, quasi per non disturbare questo equilibrio perfetto che si compone magicamente nelle immagini. Al posto delle persone ci sono manichini, giocattoli, statue religiose, segnali stradali, insegne, oggetti della società consumistica che sembra voler fagocitare le bellezze dell’Isola.
E poi “Sheep?” di Giuseppe Cuttitta, palermitano ossessionato dalle pecore, viste nel corso della loro vita: nel gregge, sole in primo piano, durante il parto, nel gioco, senza remore. Quasi umane. Tre modi diversi e originali di rappresentare e raccontare l’Isola di ieri, oggi e domani. Perché come diceva Leonardo Sciascia: «Non è la storia che è bella o brutta, è come la si racconta». Ovvero, qualsiasi cosa può diventare interessante se si sa raccontarla, e anche osservarla.
«I Quaderni siciliani di fotografia sono edizioni senza un prezzo di copertina, senza uno scopo di lucro», evidenzia Proietto, scopertosi anche editore. «Non si trovano nelle librerie né online. Chi li vuole può contattarmi. Ho messo in rete, sulla mia pagina di Facebook, la notizia, poi ci affidiamo alle presentazioni. Chiediamo semplicemente un contributo libero per editare i prossimi volumi. L’obiettivo è di stampare trenta libri in dieci anni».