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La rinascita del NU-METAL

– Dai Linkin Park ai Limp Bizkit, il ritorno del genere musicale che mescola chitarre pesanti con elementi dell’hip hop, questa volta senza i pantaloni cargo e la misoginia casual
–  Una volta era simbolo di una moda terribile e di un suono ancora peggiore. Poi conquistò una reputazione negativa dopo le violenze di Woodstock 99.  Ora ritrova la rispettabilità

Negli anni Novanta l’ascesa del nu-metal si arrestò a causa della cattiva reputazione che coinvolse alcuni suoi protagonisti. Tanto da essere messo alla gogna da colleghi musicisti, dalla stampa specializzata e dall’opinione pubblica. Mescolando chitarre pesanti con gli elementi più grossolani dell’hip hop, il nu-metal venne percepito come aggressivo e misogino. Trent Reznor, leader del gruppo rock industriale Nine Inch Nails, paragonò band come Limp Bizkit al canto di Cookie Monster di Sesame Street.

Non era solo Trent Reznor ad esprimere il suo disprezzo per la scena nu-metal. La stampa musicale reagì allo stesso modo: New Musical Express bocciò Hybrid Theory come «rock inutilmente ravvivata con graffi tokenistici»; Entertainment Weekly lo descrisse come un «disco brutale … che spesso sembra una parodia di se stesso».

Poi c’è stato il fattore Fred Durst, il frontman dei Limp Bizkit. Ci furono diverse segnalazioni dell’ex tatuatore di Jacksonville, in Florida, che insultava il personale di sicurezza ai concerti: in Nuova Zelanda versò acqua sulle teste degli steward. Nel 2000, davanti alle reazioni scandalizzate dei fan per il suo duetto agli MTV VMA Awards con Christina Aguilera, dichiarò di averlo «fatto come nookie (sesso occasionale, ndr)», un richiamo all’omonima canzone dei Limp Bizkit. Nel 2004, Eminem sembrava rivolgersi al mondo intero quando sparò un colpo a Durst nella sua traccia Girls, rappando che stava «pagando Fred con la bottiglia di tintura con cui si è sbiancato la testa».

Tuttavia, è stato Woodstock ‘99 a sigillare Durst come l’uomo più odioso del rock. Sarebbe sbagliato incolparlo per la brutta discesa del festival nella violenza, causata dall’organizzazione inetta. Ma la sua performance irascibile sembrava simboleggiare tutto ciò che era andato storto con la cultura giovanile: non importava se non era sua la responsabilità per la brutta fine del festival. Questo punto è stato chiarito nel documentario Netflix del 2022 Trainwreck: Woodstock ‘99, che, se da una parte dimostra che lo sfogo di Durst non ha contribuito a calmare il pubblico, dall’altra non era da addebitare la violazione dell’ordine pubblico, che era cominciata già molto prima.

Negli ultimi venticinque anni, quei pareri negativi sono spariti ed è successo qualcosa di imprevedibile. Tutta quella notorietà negativa prodotta da Woodstock 99 incendiata dall’aggressività e dall’energia anarchica del nu-metal è stata spazzata via. I Linkin Park pubblicano primo album in sette anni, dopo essersi riassemblati con la nuova cantante Emily Armstrong in sostituzione del compianto Chester Bennington (morto per suicidio nel 2017). Il loro album di ritorno, From Zero, accolto come la gradita rinascita di un gruppo che ha superato la tragedia della morte di Bennington, conquista le vette delle classifiche in tutto il mondo. Dal loro canto, i Limp Bizkit affronteranno nel 2025 il loro tour più esteso degli ultimi anni. Sulla scia di questi gruppi storici, band più giovani come Blind Channel, Wargasm e Alpha Wolf sventolano alto lo striscione del nu-metal. La peggiore musica di sempre – come l’avevano definita Trent Reznor e altri – torna a volare alto.

Come spiegare la riabilitazione di una scena che ha unito riff di metallo sanguinanti con il rapping rudimentale, ed è suonata da maschi bianchi di periferia vestiti come turisti americani di mezza età (pantaloni cargo, cappelli da baseball)?

La risposta si può ritrovare nella natura ciclica della nostalgia e della cultura pop, ma c’è un’altra spiegazione che va ricercata nelle nuove generazioni. Se qualche decennio fa un album rock classico era Led Zeppelin IV, oggi è invece Hybrid Theory, l’LP di debutto dei Linkin Park del 2000. «Le canzoni dei Linkin Park sono senza tempo, sono diventate parte del tessuto culturale», commenta un dirigente della Warner Records. «Promuoviamo attivamente e commercializziamo la loro musica, che sia del passato, del presente o del futuro».

Fred Durst ha ringraziato i social media per aver favorito la riabilitazione dei Limp Bizkit. Non c’è clamore intorno al gruppo al giorno d’oggi, sembra suggerire in una conversazione del 2019 con Billboard: «Da quando sono online i ragazzini possono scoprire la musica da soli, senza che i “guardiani” dicano loro se è buona o cattiva. In altre parole, possono ascoltare i Limp Bizkit senza pregiudizi».

I Limp Bizkit

La rinascita del nu-metal sta solo prendendo piede. I Linkin Park hanno annunciato un enorme tour globale, tra cui una data del 24 giugno 2025 a Milano. Ci sono voci di un nuovo Limp Bizkit LP. Korn sarà il protagonista del festival di download del 2025 al circuito motorsportivo di Donington Park nel Leicestershire. Gli Slipknot suoneranno otto spettacoli nel Regno Unito a dicembre come parte di un tour europeo.

Nel frattempo, i festival più recenti, come Sick New World a Las Vegas, continuano a crescere (con i Linkin Park headliner l’anno prossimo). Il nu-metal una volta era una scorciatoia per la moda terribile e la musica ancora peggiore, ora ha raggiunto qualcosa che sarebbe stato impensabile quando Durst era su quel palco di Woodstock 25 anni fa. È diventata una musica rispettabile.

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