Il cantautore canadese si scaglia contro gli allevamenti intensivi, che hanno un impatto pesantissimo sul nostro pianeta. «Non suonerò nelle sale da concerto dove si serve carne da animali allevati in batteria», annuncia alla presentazione del nuovo album “World Record”, dieci brani inediti per fermare il cambiamento climatico e l’estinzione animale. E il 2 dicembre per i 50 anni del leggendario disco “Harvest” sarà pubblicato un cofanetto con un documentario inedito
Ormai è raro vederlo in concerto, Neil Young aveva già avvertito un anno fa: non sarebbe tornato in tour finché il Covid sarà in agguato. Adesso il Lupo Solitario ha aggiunto una condizione inflessibile per le sale da concerto che lo ospiteranno: dovranno mostrare la filiera del cibo che servono al pubblico.
«Posso gestire l’energia della stanza, posso renderla pulita. Posso pulire le luci e l’elettricità nell’edificio. Posso pulire tutti i miei veicoli, ho la benzina che mi serve. Posso fare tutto questo. Ma il cibo: tutti questi posti servono carne allevata in batteria», denuncia il cantautore canadese. Gli allevamenti intensivi, infatti, hanno un impatto pesantissimo sul nostro pianeta: si stima che per ogni chilogrammo di carne siano necessari 15 chilogrammi di cereali e soia, 15mila litri d’acqua e 68 chilogrammi di CO2eq. Sono allevamenti che alla qualità della vita degli animali (e quindi della carne), prediligono la quantità di animali prodotti per ottenere una maggiore resa, aumentando notevolmente le emissioni di gas serra. Un sistema contro il quale Neil Young si batte da molti anni, in particolare con Farm Aid, che mira a raccogliere fondi per le famiglie contadine di tutti gli Stati Uniti.
«Cibo buono, sano, allevato e prodotto in modo sostenibile»
«Non posso sopportarlo», dice. «Voglio cibo buono, sano, allevato e prodotto in modo sostenibile. La benzina è una parte (del problema) e il cibo è l’altra metà». Molto preoccupato per l’ambiente e il futuro del pianeta, Neil Young ha annunciato la sua decisione in occasione del lancio del nuovo album World Record, una raccolta di dieci brani inediti in cui invita a riflettere sulle nostre azioni per preservare la Terra, e cercare di fermare il cambiamento climatico e l’estinzione animale.
Il canadese non è estraneo all’uso della sua musica per inviare un messaggio. Le sue attività e le sue canzoni contro il razzismo gli sono valse una canzone critica come Sweet Home Alabama dei Lynyrd Skynyrd. Ha attaccato le politiche di George Bush con Rockin’ in the Free World nel 1989 e suo figlio George W. Bush con l’album del 2006 Living With War. Un album sull’ambientalismo è sembrato inevitabile da quando la sua casa è bruciata negli incendi in California del 2018 e dopo aver denunciato le politiche climatiche di Donald Trump.
Il nuovo disco “World Record”
Neil Young è pieno di consigli fin dalla prima riga: “Love Earth/ And your love comes back to you”, canta in Love Earth. È un elenco sui perché non dovremmo distruggere l’unico posto in cui le persone possono vivere, un posto per gli uccelli nel cielo, i pesci nel mare e per i bambini. La canzone suona come una dolce melodia evidenziata dalla chitarra lap steel di Nils Lofgren e dalle luci scintillanti del pianoforte di Young. È una delle tracce più allegre di World Record. Il ritmo si fa più alto con Overhead, una sorta di canzone da bar che ricorda il Paul McCartney con i Wings. Il batterista Ralph Molina prende il comando, con Neil Young che suona un’armonia blues di piano e armonica.
Il clima agrodolce di This Old Planet (Changing Days) è allietato dalla fisarmonica di Nils Lofgren. The Long Day Before sembra parlare dell’importanza del giornalismo e del pericolo delle fake news, per poi confondersi con le teorie del complotto: “Al telegiornale in tv non parleranno mai / Sulla prima pagina di Internet, non vedrai mai / La grande cosa nella stanza che sta accadendo proprio ora”.
Le canzoni più rock includono la disordinata I Walk With You (Earth Ringstone) in cui Young ripercorre ciò che ha vissuto nella vita e indica dove il mondo si sta dirigendo, forse senza di lui. “Guardo il cambiamento e mi chiedo come la terra potrebbe andare in un posto che non ho mai visto”, canta. “Combatti con me ora fino alla fine delle guerre e credi a ciò che hanno fatto per te, se ora sei libero…/ La fine delle guerre, il prezzo della vita, il costo delle cure, il tributo del conflitto/ Cammino con te e conta i giorni”.
Il fulcro epico di “Chevrolet”
In un album di canzoni di tre minuti facilmente digeribili arriva il fulcro epico di 15 minuti Chevrolet. All’inizio suona come una sorta di canzone d’amore degli anni Sessanta per la fuoriserie desiderata. Ma in realtà si tratta del cambiamento di atteggiamento di Young nei confronti del suo amore per le auto. È una canzone su come ciò che una volta considerava liberatorio – vivere sulla strada aperta – sia stato parte del problema. Su chitarre soffocanti e cariche di riverbero, si rende conto che non può tornare indietro. “Che curva … / L’abbiamo presa velocemente senza rallentare”, canta Young. “Oh, ma è così bello/ Abbassa il finestrino/ Volante d’avorio di nuovo nelle mie mani/ Questa è la strada su cui non possiamo tornare indietro/ Questa è la brutta svolta che abbiamo già fatto».
Neil Young è deciso a salvare il pianeta e in Walkin’ On The Road (to the future) lancia un appello per un domani migliore con «nessuna guerra, solo amore». Neil Young ha descritto World Record, il primo dei due che ha in programma per il prossimo futuro, come un album di «nuove canzoni del nostro tempo». Un senso di disagio permea il disco, oltre alla speranza. Il canadese cerca in vari modi di comunicare l’urgenza del suo messaggio. Speriamo raggiunga le persone giuste.
“Harvest” festeggia 50 anni
Intanto, Neil Young si appresta a festeggiare i 50 anni di Harvest, forse il suo disco più popolare. Un album che ha attraversato tutte le epoche, e i cui titoli cult Heart of Gold, Old Man, A Man Needs A Maid o anche The Needle and the Damage Done non sono invecchiati di una virgola. Alcuni, come Alabama, tizzone contro il razzismo e l’intolleranza, risulta spesso di grande attualità
Non fraintendere, però, Harvest non è stato il punto di partenza di Neil Young: il ragazzo aveva già raggiunto un grande successo con Buffalo Springfield, Crosby, Stills, Nash e Young, e tre album da solista. Ma a differenza dei lavori precedenti, Harvest vede il canadese raggiungere la maturità come cantautore; una maturità che sarebbe stata notata dalle masse e lo avrebbe portato sotto i riflettori (anche se a lui i riflettori non sono mai piaciuti).
Per celebrare lo storico album uscito nel 1972, il prossimo 2 dicembre sarà pubblicata la ristampa. La nuova edizione avrà in aggiunta un documentario inedito di due ore intitolato Harvest Time, un film concerto, tre outtake delle sedute di registrazione e altro ancora come un libro fotografico con copertina rigida, poster e note di copertina del fotografo Joel Bernstein.