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Il segreto di Liberato tra film e cartoon

– Il 9 maggio nelle sale il film di Francesco Lettieri, a metà fra documentario e manga, sul misterioso cantante incappucciato di Napoli. «Una comunicazione sempre filtrata dal suo staff, dai suoi postini»
Si dice che potrebbe svelarsi all’anteprima di Fuorigrotta nella notte tra l’8 e il 9 maggio, ma nessuno finora è riuscito a conoscere la sua identità. «Se alla fine Liberato non è nessuno, allora Liberato è tutti»

Napoli si riprende la scena. Musicale, con Geolier “scippato” della vittoria al Festival di Sanremo. In televisione, con la serie Mare Fuori, diventata un fenomeno giovanile. Al cinema, con i film di Paolo Sorrentino. In letteratura con Maurizio De Giovanni. Nella lingua, captata più volte durante lo scorso Concerto del Primo Maggio a Roma. Nel calcio, con lo scudetto dello scorso anno. E nei misteri.

«A Napule tutt’ quant’ tenimm’ nu segret’. Ogni vico, ogni palazzo, ogni muro ten’ e mister’ suoje. Ce sta o segret’ ro Munaciell’, a bella mbriana, o sang’ e San Gennaro, e pret’ da Pedamentina, a sirena Partenope, ll’ov’ sott’ o castiell’, o segret’ e Pulecenell’… e po’ ce sta o segret’ mie». Il segreto di Liberato, il cantante misterioso di Napoli. Un segreto che potrebbe essere svelato alle 0.01 della notte tra l’8 e il 9 maggio, al The Space Cinema di Fuorigrotta, quando Liberato potrebbe apparire alla anteprima del film diretto da Francesco Lettieri: un documentario che non è un documentario e un film d’animazione che non è solo un film d’animazione.

Il segreto di Liberato comincia con i concerti del settembre scorso in piazza del Plebiscito. Che presto si trasforma in un cartone animato. Il ragazzo che si nasconde sotto il cappuccio ci conduce in una storia in cui s’incontrano un vecchio maestro di musica, Era de maggio, una band, un bimbo-Pulcinella, il lungomare, Materdei, piazza del Gesù, Francesco Lettieri e i Kazzimma brothers, Berlino, Londra, Parigi, Calcutta al “MiAMi”, il primo concerto alla rotonda Diaz (con tanto di sbarco via mare) e l’ultimo al carcere di Poggioreale, la festa allo stadio Maradona per il terzo scudetto, e, soprattutto, un ragazzo (Liberato a 16 anni?) e una ragazza (Lucia, come l’unica canzone inedita della colonna sonora). Lui sogna di diventare musicista, lei di disegnare manga. Cresceranno, emigreranno, si baceranno, si amerebbero, ma… Ma i segreti restano segreti.

A tentare di svelare il segreto di Liberato ci provano Lrnz, alias Lorenzo Ceccotti, che firma i disegni animati, e Giuseppe Squillaci, regista dell’animazione. Il film, come la musica e l’immaginario di Liberato, è un ibrido di linguaggi, di stili, con le immagini che si alternano ad una storia a cartoni animati. Lrnz dice di essere stato contattato da Liberato via Instagram («All’inizio pensavo si trattasse di uno scherzo») e di aver lavorato con lui e per lui senza averlo mai visto, ma sentito sì: «All’inizio avevamo paura, la sua voce importante doveva servire per doppiare un ragazzo, ma è stato bravissimo, è anche un grande attore. Ogni telefonata, ogni riunione su piattaforma, arrivava da un account diverso, con una grafica diversa e mille precauzioni». 

Squillaci spiega che l’animazione guarda al maestro Miyazaki, alla tecnica “full limited”: otto mesi di lavorazione («e ci stiamo ancora lavorando»), settanta persone impiegate per i disegni digitali, gli sfondi, basati sulla library fornita dal solito Letteri, che firma la regia del film, con Giorgio Testi per le riprese live. «Se non si svela il segreto di Liberato, vi raccontiamo di sicuro come mai prima la sua intimità, la sua passione per i manga, che ce lo hanno reso così vicino, che hanno facilitato la comunicazione con noi: era strana, comunque, sempre filtrata dal suo staff, dai suoi postini».

Il segreto resta segreto, il film ricorda i nomi dei presunti artisti che il cappuccio nasconderebbe, Cori, Cerulo, Nocerino… Uno, nessuna e centomila, il Fantasma del palcoscenico reclama di aver contribuito all’hype che negli anni Duemila ha riportato Napoli al centro dell’immaginario collettivo: «Non mostriamo la città camorristica o violenta, ma quella bellissima, romantica, misteriosa», sottolineano Cecchotti e Squillaci. Il Liberato del film racconta anche il ritorno a Napoli da Londra, il disagio di trovarsi in una città cambiata, turistificata, gentrificata: in vico Speranzella dove un tempo lui comprava «’o fummo» mo’ si vendono gli spritz e si offrono «neapolitan basso experience». Il segreto di Liberato si confonde con quelli della sua città, delle mutazioni in atto, ogm compresi. 

Il segreto resta segreto. «Se alla fine Liberato non è nessuno, allora Liberato è tutti», dice una frase del film.

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