Disco

Il primo ruggito di Bruce Springsteen 50 anni fa

Il 5 gennaio 1973 usciva “Greetings From Asbury Park, NJ”, trampolino della lunga e gloriosa carriera del rocker. L’esordio fu una delusione cocente, dovrà aspettare un altro anno per diventare il futuro del rock. «Questo è stato il disco che ci ha portato da molto sotto zero a… uno». Un album ibrido, nato dal compromesso fra le richieste dell’etichetta discografica e le ambizioni dell’allora ventitreenne musicista
La copertina dell’album di debutto di Bruce Springsteen

Cinquant’anni fa poneva la sua prima pietra Bruce Springsteen. Avremmo però dovuto aspettare un altro anno «per vedere il futuro del rock’n’roll», come previde Jon Landau in un famoso articolo, ma fu proprio il 5 gennaio 1973 che il rocker del New Jersey lanciò il suo primo ruggito: Greetings From Asbury Park, NJ.

Sette mesi prima Springsteen, suonando la chitarra acustica, aveva superato un’audizione alla Columbia Records con John Hammond, il leggendario uomo di A&R che aveva ingaggiato Bob Dylan, Billie Holiday, Aretha Franklin e molti altri per l’etichetta. Hammond aveva sentito la destrezza verbale in canzoni come Does This Bus Stop at 82nd StreetIt’s Hard to Be a Saint in the City e l’inedito If I Was the Priest e aveva pensato di aver trovato il nuovo Dylan. Voleva registrare un album prevalentemente acustico nello stile da cantautore.

Springsteen, tuttavia, aveva affinato la sua arte negli ultimi sei anni in una varietà di gruppi rock sul Jersey Shore, e non si considerava un cantautore folk. In particolare, aveva suonato con gli Steel Mill, la sua prima band che includeva anche i futuri membri della E Street Band Vini Lopez, Danny Federici e Steve Van Zandt. Facevano hard-rock e non erano andati al di là di un successo regionale. Il musicista allora ventitreenne pensò che fosse tempo per adottare un approccio diverso. La necessità di ridimensionare il suono significò comunicare al migliore amico di Springsteen, il chitarrista Steve Van Zandt, di tornare a casa il giorno della prima sessione. Van Zandt rimase così ferito che smise di suonare per quasi due anni.

Il risultato di quelle sessioni è stato un album cantautorale, pieno zeppo di rime selvagge, parti umoristiche, personaggi vividi e immagini mozzafiato, la maggior parte tratte direttamente dalle esperienze personali di Springsteen. L’uno-due iniziale di Blinded by the Light e Growin’ Up dà un tono folk-rock rilassato e prolisso. La prima rafforza l’analogia con Dylan, soprattutto quando la Earth Band di Manfred Mann, che ha rivisitato molti brani di Dylan, l’ha trasformata in un enorme successo internazionale nel 1976.

Lost in the Flood e It’s Hard to Be a Saint in the City furono private della loro potenza attraverso arrangiamenti ridimensionati (al contrario, For You ha acquisito intensità quando Springsteen l’ha eseguita da solo al pianoforte). Does This Bus Stop at 82nd Street è un suono leggero ma divertente, e i brani acustici, Mary Queen of Arkansas e The Angel, erano i più deboli dell’album. Il brano più famoso, Spirit in the Night, rimane ancora oggi una parte importante dei leggendari spettacoli dal vivo di Springsteen: per rimpolpare il suono del brano, fu chiamato il sassofonista Clarence Clemons, che sarebbe diventato una delle colonne portanti della E Street band. 

Un album ibrido ancora, in cui si scontrano l’idea della Columbia Records che immaginava Greetings come un disco acustico, orientato al folk, à la James Taylor e John Prine, e le ambizioni di Springsteen di fare un disco più dinamico.

A quel tempo, la politica della Columbia stabiliva che gli album di debutto dovessero contenere una grande foto dell’autore sulla copertina. Ma Springsteen riteneva che una cartolina d’epoca che aveva trovato in un negozio della sua città natale fosse più adatta, non solo per le sue scene di beatitudine sul lungomare, ma anche per il titolo. Sorprendentemente, l’etichetta accettò.

Nonostante il pieno supporto della major e le ottime recensioni, Greetings From Asbury Park, NJ fu una delusione commerciale all’epoca. «Ho venduto più album della Partridge Family che di Bruce quel primo giorno», disse Victor Wasylczenko, proprietario di un negozio di dischi a Freehold, dove Springsteen è cresciuto. «Avevo numeri da record con i Partridges , nella città natale di Bruce, il giorno in cui uscì il suo primo album».

L’album fu comunque il trampolino della lunga e gloriosa carriera di Springsteen. Il rocker aveva troppo talento per essere tenuto a freno a lungo. Dopo che il suo secondo album, The Wild, the Innocent and the E Street Shuffle vendette ancor meno del suo debutto, Springsteen raggiunse il successo con Born to Run, ed è rimasto al top per decenni a venire.

Quando il 22 novembre 2009 il Boss del rock chiuse il suo Working on a Dream Tour, suonò per intero Greetings From Asbury Park, NJ. «Questo è stato il miracolo», disse alla folla. «Questo è stato il disco che ci ha portato da molto sotto zero a… uno». La performance fu dedicata all’ex manager Mike Appel, che costrinse la segretaria di Hammond a fare un’audizione al suo cliente. È stato anche l’ultimo concerto nel quale Clarence Clemons ha suonato con la E Street Band, prima della sua morte, avvenuta il 18 giugno 2011.

Per celebrare il cinquantesimo anniversario dell’uscita dell’album, The Bruce Springsteen Archives and Center for American Music at Monmouth University in West Long Branch presenteranno un simposio sull’argomento il 7 gennaio. Si intitolerà “The 50th Anniversary: Greetings from Asbury Park, NJ” e includerà tavole rotonde, interviste, l’esecuzione delle canzoni dell’album da parte dei musicisti di Jersey Shore e altro ancora. Tra i partecipanti al simposio ci saranno collaboratori dell’album e membri originali della E Street Band Garry Tallent, David Sancious e Vini Lopez, insieme all’ex manager di Springsteen Mike Appel.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *