– L’atteso “The Tortured Poets Department: The Anthology” è un doppio album con 31 canzoni per ben due ore di musica e ruota attorno alla fine della storia d’amore con l’attore inglese Joe Alwyn
– “Non sei Dylan Thomas / Non sono Patti Smith / Questo non è il Chelsea Hotel / Siamo idioti moderni”, canta l’artista. «Ho scritto così tante poesie tormentate negli ultimi due anni e volevo condividerle tutte con voi»
– La superstar del pop si rifugia nella sua comfort zone attingendo dai precedenti lavori. Malinconiche ballate, illuminate da uno splendido duetto con Florence + The Machine
Per The Tortured Poets Department: The Anthology, il nuovo lavoro di Taylor Swift l’attesa è stata febbrile. Incredibile se consideriamo che l’ultimo album della “regina del pop”, Midnights, era uscito appena 18 mesi fa e che, nel frattempo, l’artista aveva pubblicato altre tre ore di musica sotto forma di bonus track-packed re-recordings di Speak Now. Eppure, solo l’annuncio a sorpresa al SuperBowl del nuovo album aveva scatenato una grande curiosità. E, ieri, si sono formate lunghe code davanti ai negozi di dischi negli Stati Uniti in attesa dell’apertura.
La natura torrenziale della produzione di Taylor Swift (il nuovo album è doppio e contiene 31 canzoni per due ore di musica) è una delle ragioni che spiegano la sua attuale posizione non solo di superstar del pop, ma di una figura che domina la cultura pop in misura così totale che è difficile rintracciare un riscontro storico. Neanche i Beatles negli anni Sessanta. Oggi l’influenza della bionda cantante trentaquattrenne, la donna più ricca del mondo, è enorme. È la donna che ha contribuito alla crescita del Pil americano per 5 miliardi di dollari grazie al giro d’affari determinato del suo Eras tour, con un batter di ciglia potrebbe cambiare le sorti delle elezioni presidenziali statunitensi e, a causa sua, il primo ministro di Singapore è coinvolto in una disputa con il collega thailandese sui diritti di esclusività sulla tappa del sud-est asiatico dell’Eras Tour.
Tuttavia, come direbbe un tale di nome William Shakespare, tanto rumore per nulla. Per carità, The Tortured Poets Department: The Anthology è un album di piacevole ascolto, ci sono un sacco di belle melodie, ben costruito e arrangiato, ma non dice nulla di nuovo rispetto all’artista che abbiamo conosciuto finora e talvolta risulta ripetitivo e monotono. Sembra che Taylor Swift vada a rifugiarsi nella sua comfort zone. Tante ballate morbide, sentimentali, tanto che la cantante si potrebbe autoproclamare “Presidente del Dipartimento dei Poeti Tormentati”. E la malinconia, in senso di perdita, è il mood dell’album, che si arricchisce di ritmo soltanto con le percussioni di Florence + The Machine, quando dà vita a un duetto straordinario in Florida!!!.
Il suo suono, co-prodotto da Jack Antonoff e Aaron Dessner del National, si divide tra il pop-rock lucido influenzato dagli anni Ottanta di 1989, il synth-pop di Midnight e l’intimità di Folklore e Evermore. Ma invece di personaggi immaginari, Taylor Swift svela i suoi tormenti d’amore.
Il ritornello della title-track del titolo dice: “Non sei Dylan Thomas / Non sono Patti Smith / Questo non è il Chelsea Hotel / Siamo idioti moderni”. In altre parole, è la storia d’amore adolescenziale nella piccola città di White Horse aggiornata per la grande città e una persona più adulta. Finché non ti ricordi che il poeta tormentato Dylan Thomas è morto notoriamente nel suo bar preferito del Greenwich Village, che era la White Horse Tavern.
Un anno dopo essere uscita da una relazione di sei anni con l’attore Joe Alwyn, Taylor ha uomini cattivi nel cervello. Ma sono sempre stati la sua specialità. Come nota qui, in una poesia che include nell’edizione fisica: “Sono gli uomini peggiori che racconto meglio”. Storie di rottura fra trentenni che racconta nelle iniziali Fortnight (con il feat. di Post Malone) e My Boy Only Breaks His Favorite Toys e poi in Clara Bow. Sembra confusa, amara, furiosa, vulnerabile, ma più gloriosamente caotica di quanto l’abbiamo mai sentita prima. «Ho scritto così tante poesie tormentate negli ultimi due anni e volevo condividerle tutte con voi», ha commentato sui social l’artista.
I poeti voglio sono amori tormentati. E quando il poeta è Taylor Swift, l’amore e la tortura sono distanti di pochi versi. Taylor è diventata una leggenda come poetessa laureata in romanticismo adolescenziale. Ma quella era roba per sbarbatelle rispetto al crepacuore per adulti del suo nuovo album The Tortured Poets Department.