Interviste

I Marlene Kuntz ritornano a “Catartica”

– In occasione del trentennale dell’album di debutto della band piemontese, pietra miliare del rock italiano, sono in arrivo la ristampa e un tour nei club
– «Il nostro contributo è stato quello di fare rock in italiano negli anni Novanta. Mai avuto la percezione di essere influenti come si diceva»
– «Non so se c’è fame di rock, so che c’è una fame nostalgica. La fascinazione del rock c’è ma non è la sola musica esistente, è uno dei tanti generi che ci sono in giro»

Era il 13 maggio del 1994 ed i Marlene Kuntz pubblicavano l’album d’esordio Catartica. Un debutto destinato a diventare una pietra miliare nella storia della musica italiana, nonché punto di riferimento per gli artisti che li avrebbero seguiti. Adesso, in occasione del trentennale, quell’opera è pronta a una seconda vita con la ristampa in arrivo venerdì 8 marzo e un tour nei club.

“Complimenti per la festa! Una festa del cazzo”. La frase a brutto muso è una citazione da Festa Mesta, uno dei brani dell’album “Catartica”

Con Cristiano Godano, oggi come allora, c’è Riccardo Tesio, membro fondatore e chitarrista dei Marlene Kuntz. In concerto suoneranno quasi tutte le canzoni del loro disco d’esordio e qualche pezzo tratto dai due album successivi, Il vile e Ho ucciso paranoia. Primo appuntamento il 12 marzo a Livorno e poi una sfilza di altre date, molte delle quali già sold out, a dimostrazione di un affetto smodato da parte dei fan soprattutto per il primo periodo dei Marlene Kuntz, quello più rumoroso e, forse, più venerato, mitizzato.

«Ci siamo interrogati sull’opportunità di celebrare questo anniversario», raccontano i Marlene Kuntz. «Poteva suonare ridondante, ma la risposta che abbiamo avuto ci ha fatto capire che la gente lo desiderava».

C’è stato un momento in cui avete compreso l’importanza di Catartica?

«Non c’è stato un momento topico in cui abbiamo capito l’importanza di Catartica. Quando è uscito per noi era la realizzazione di un sogno, dopo cinque-sei anni di gavetta in cui le cose sembravano non accadere. Era un traguardo raggiunto, poi ci abbiamo dato dentro per far sì che il sogno rimanesse realtà il più a lungo possibile. Momento dopo momento, anno dopo anno. Catartica ha avuto un ruolo fondamentale, ne siamo consapevoli e non ne abbiamo timore».

Catartica ha lasciato un segno indelebile nel panorama musicale italiano. Le quattordici canzoni che lo compongono erano la risposta alla fame irrefrenabile di un suono diverso di cui soffriva il pubblico italiano dei primi anni Novanta, complici i modelli americani e inglesi che ai tempi sfornavano band grunge e hardcore del calibro di Nirvana e Pearl Jam. I Marlene Kunts, ad esempio, a lungo sono stati assimilati ai Sonic Youth.

«Quando è esploso il grunge in Italia, noi eravamo lì e abbiamo sfruttato il fermento. Un mondo, fatto di etichette indipendenti, fino ad allora sommerso, è emerso. E il nostro contributo è stato quello di contribuire con canzoni in italiano. Mai avuto la percezione di essere influenti come si diceva, ma sono consapevole che fu inebriante quel periodo e che in molti che ci provarono dopo. Eravamo l’esempio da seguire», racconta Godano. «All’epoca c’era un certo timore: faccio rock e devo cantare in inglese. Con noi anche gli Afterhours e poi i Verdena. Il fatto di aver detto che i Sonic Youth fossero il nostro gruppo di riferimento può avere certamente favorito il paragone. Ma, ad esempio, Riccardo non li conosceva, lui era un metallaro, la cosa più rilevante è la forma con cui vengono presentate le canzoni, vicine a un concetto prog. A un certo punto la canzone va da un’altra parte».

Rispetto a trent’anni fa, cosa è cambiato?

«C’era molta consapevolezza, sapevamo quanto fosse difficile fare i musicisti rock nell’Italia dell’epoca», risponde Cristiano Godano. «Ero consapevole della follia e sottolineo che il disco è uscito che avevo 27-28 anni, quindi quasi fuori tempo massimo. Ne siamo orgogliosi, abbiamo lavorato per ottenere un sound che ci emozionava. Oggi i risultati di quell’album sarebbero impossibili. Grazie alla tecnologia, poterlo fare e registrare sarebbe alla portata di chiunque, ma quella rabbia, quella necessità di venir fuori che avevamo noi oggi è sostituita da frustrazione e delusione».

Prima i La Crus, poi gli CCCP – Fedeli alla Linea, adesso voi che tornate sui vostri passi rispolverando Catartica. C’è bisogna di musica nuova, anzi antica? Di rock?

«Quando inizierà il tour non mi aspetto una marea di ventenni, io ho 57 anni e mi aspetto sotto il palco i nostri coetanei ma anche qualche loro figlio. Non so se c’è fame di rock, so che c’è una fame nostalgica. I giovani che fanno rock esistono e lo fanno con la totale consapevolezza di fare musica gratis. La fascinazione del rock c’è ma non è la sola musica esistente, è uno dei tanti generi che ci sono in giro. Essendo uno che suona e non uno che programma non considero una tragedia che il rock possa avere alti e bassi».

La ristampa di Catartica esce l’8 marzo, in formato CD e doppio LP con libretto di foto inedite, e un box deluxe in edizione limitata e numerata. Nella box deluxe saranno contenuti il CD, il doppio LP (e i relativi libretti con foto inedite), la musicassetta di Demosonici con una bonus track, il poster del tour 2024 ed un “fan pass” esclusivo che potrà dare la possibilità di incontrare la band in uno speciale meet & greet durante le tappe del tour.

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