Il viaggio nel profondo underground degli anni Ottanta di due ex “adolescenti inquieti” ascolani, Gianlorenzo Giovannozzi e Pierpaolo De Iulis. Una mappatura dell’Italia musicale più marginale e spigolosa attraverso la pubblicazione di compilation e libretti illustrativi. Partiti dalle Marche, dopo aver censito altre 8 regioni, sono approdati in Sicilia. «Qui la ricerca si complica. A volte gli stessi musicisti non sono in possesso del loro materiale. Spesso sono i fan a fornirci cassette registrate. Come nel caso dei Markocurioso»
Tutto è nato nel lontano 1985. Quando due adolescenti inquieti, provenienti da una noiosa città di provincia, Ascoli Piceno, animati da una grande passione per la musica, diedero vita a una fanzine, “Colpi di tosse”, con l’idea di raccogliere demotape, nastri, registrazioni che fotografassero l’underground musicale italiano del tempo. «Purtroppo, dopo il primo numero, l’esperienza naufragò», ricorda sorridendo Gianlorenzo Giovannozzi, uno dei due “adolescenti inquieti” marchigiani insieme con Pierpaolo De Iulis.
Trent’anni dopo e, soprattutto, una laurea e «un lavoro vero» dopo, Gianlorenzo e Pierpaolo hanno «voluto capitalizzare quel lavoro che avevano abbozzato». Hanno così ripreso quel viaggio interrotto nel profondo underground degli anni Ottanta, dando vita a un nuovo progetto, intitolato “391”, in onore dell’omonima rivista dadaista newyorkese fondata dal pittore e scrittore Francis Picabia nel 1917. «L’intento era quello di organizzare geograficamente il materiale musicale, scandagliando i gruppi new wave e post-punk regione per regione». Una mappatura dell’Italia musicale più marginale e spigolosa degli anni Ottanta.
L’idea era quella di rappresentare la scena più radicale del nuovo rock nazionale, cresciuto all’indomani della deflagrazione post-settantasettina, cercando di coglierne l’essenza più autentica
Gianlorenzo Giovannozzi
Gianlorenzo Giovannozzi
«Inizialmente l’idea era quella di rappresentare la scena più radicale del nuovo rock nazionale, cresciuto all’indomani della deflagrazione post-settantasettina, cercando di coglierne l’essenza più autentica», spiega Giovannozzi. «L’arco di tempo doveva essere compreso fra il 1978 ed il 1983, poi ci siamo allargati fino al 1989. Anche perché se a Bologna la scena era cresciuta parallelamente a quella londinese, nelle altre città i nuovi fermenti musicali arrivarono dopo».
La compilation sul Friuli. Ogni raccolta è composta da 2 cd e un libretto
Una impresa eroica e titanica. Anche perché i nostri Indiana Jones della musica perduta non si limitano ai nomi più importanti del periodo, ma vanno invece a scovare i minori, spesso dimenticati e poco documentati. La ricerca conduce alla creazione di un doppio cd con brani inediti o poco conosciuti corredato da un libretto con le biografie dei gruppi presenti nella compilation. Una vera e propria operazione storiografica.
Il “progetto 391” partì benissimo con l’uscita dei primi due volumi dedicati a Marche e Umbria. Due anni dopo, però, s’interruppe. Fortunatamente, ad evitare che l’iniziativa facesse la stessa fine della fanzine, l’etichetta discografica Spittle Records ha sposato l’idea dei due sognatori ascolani, dando seguito a quelle prime due pietre miliari con altri otto capitoli: uno ciascuno dedicato a Piemonte, Toscana, Liguria, Veneto, Lombardia, Friuli e due all’Emilia Romagna.
«Un lavoro complicato. Se riusciamo, ne completiamo uno all’anno. Ma se con le Marche, che è il nostro territorio, è stato facile e in Emilia abbiamo trovato una quantità talmente abbondante di materiale da poter pubblicare quattro cd, con il Sud viene la parte più difficile», non si nasconde l’architetto Gianlorenzo Giovannozzi.
Una delle schede già pronte per la compilation sull’underground siciliano negli anni Ottanta
La prima tappa è la Sicilia. Che proprio in quegli anni cominciava a svegliarsi da un letargo profondo. «È un patrimonio musicale che rischia di essere perduto», spiega l’ex “adolescente inquieto”. «A volte gli stessi musicisti non sono in possesso del loro materiale. Spesso sono invece i loro fan a fornirci cassette registrate con le canzoni dei loro gruppi preferiti. Come nel caso dei Markocurioso di Davide Oliveri e Gianni Nicosia. Hanno cercato anche in soffitta senza trovare niente, poi una persona che sta al Nord aveva una loro cassetta che ha passato in digitale. Ovviamente sono registrazioni che soffrono le fonti, che sono demotape, cassette. Anche degli Stilba, primo gruppo di Cesare Basile, ho dei brani, ma la qualità del nastro non è proprio eccelsa… Il materiale è altalenante, sia per la qualità tecnica, sia artistica. Considerato che molti gruppi erano alle prime armi».
Nella compilation sulla Sicilia, i due ricercatori marchigiani si sono limitati ai tre principali centri metropolitani, Palermo, Catania e Messina. «Purtroppo, non sappiamo nulla se ad Agrigento o a Siracusa ci sia stato un movimento musicale in quegli anni. La stranezza è che mentre nelle Marche si era formata una rete fra i centri musicali delle varie città, in Sicilia invece le scene erano isolate: a Messina nessuno sapeva nulla di quanto succedeva a Palermo, così come a Palermo nessuno sapeva nulla di Catania e viceversa».
Questa dovrebbe essere la tracklist definitiva del doppio cd sull’underground siciliano negli anni Ottanta:
CD1
A1 FUNFAIR: Early in the morning (Messina, 1979)
A2 VICTROLA: Hollow nation (Messina 1980)
A3 SUDXT: Velocità (Palermo, 1981)
A4 SHOUT: Run and shut up (Catania, 1982)
A5 AFA: Notte (Palermo, 1983)
A6 BAADER MEINHOF: Listenin’ (Catania, 1983)
A7 DENOVO: Ipnosi (Catania, 1983)
A8 FLUKES: She’s my pride (entertainment) (Palermo, 1983)
abbiamo letto della vostra pagina – gli Indiana Jones della new wave perduta-, volevamo sapere se siete a conoscenza dell’avvenuta pubblicazione, o no, del da voi citato doppio CD di Gianlorenzo Giovannozzi dedicato a piu’ gruppi musicali del tempo in Sicilia, doppio CD connesso con il suo progetto Vojage 391 dedicato all’underground musicale italiano degli anni ottanta;
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