Disco

Dal post-free di Lovano alla post-fusion di Young

Our Daily Bread” del tenor-sassofonista d’origine siciliana e “Eventually” del chitarrista norvegese sono le due nuove proposte dell’etichetta ECM

Nato a Cleveland nel 1952, Joseph Salvatore Lovano è il secondo dei quattro figli di Tony Lovano e Josephine Virzì, rispettivamente originari di Alcara Li Fusi e Cesarò. Fu proprio suo padre, un barbiere-musicista soprannominato “Big T” per via della sua stazza imponente, a insegnargli i primi rudimenti e introdurlo nel mondo delle sette note. «Papà era un musicista eccezionale», raccontava quando sette anni fa venne alla scoperta delle sue origini ad Alcara Li Fusi. «Aveva una passione sincera e profonda. Andavamo assieme alle jam session e sono cresciuto ascoltando la sua collezione di dischi, che spaziava dai grandi del jazz alla tradizione popolare siciliana».

Come il padre, anche il figlio, considerato dal New York Times uno dei più grandi musicisti nella storia del jazz, spazia con grande versatilità e creatività negli sconfinati territori della musica, passando con disinvoltura dal bebop alla fusion, dallo swing all’avanguardia. Con il Trio Tapestry Lovano estende il suo approccio spazioso e lirico, con un ascolto profondo e una concentrazione intensa. 

Our Daily Bread (ECM) è il titolo del terzo lavoro registrato con l’intraprendente pianista Marilyn Crispell e l’enigmatico batterista Carmen Castaldi. Our Daily Bread, ovvero il nostro pane quotidiano, «è alimentato dallo spirito ritmico dell’espressione che proietta il misterioso mondo della musica che ci attende», scrive il maestro sassofonista sulle note di copertina. Tenendo a sottolineare che «questa non è una band che parte dal beat. Lo slancio è nella melodia e nella sequenza armonica. E il ritmo si evolve all’interno di ogni pezzo in un modo molto fluido». Come dire: cerca altrove swing, torrenti di note o cambi di accordi. 

È jazz post-free in un ambiente da camera e coinvolgente nonostante la mancanza di un basso. C’è slancio nella musica, tuttavia, mentre il trio spinge avanti, usando il silenzio come strumento per creare spazio tra i musicisti e ciò che suonano. Il risultato è un insieme di melodie che fluttuano, ondeggianti e senza fretta, creando uno stato d’animo di riflessione ma anche di liberazione.

Le meditazioni minimaliste di Lovano includono il taglio fluente e lirico del titolo, che trova quasi un ritmo costante, e la cromatica All Twelve, incorniciata da una melodia spigolosa. La graziosa interazione guida il romantico duetto sax-pianoforte Le Petit Opportun e il tono dorato del tenore di Lovano è particolarmente commovente in One for Charlie, un assolo lento e triste in omaggio allo scomparso bassista Charlie Haden, con il quale Lovano ha collaborato in diverse situazioni.

Se il disco di Lovano è jazz post-free, Eventually del Jacob Young Trio è un album di musica contemporanea post-fusion. La quarta registrazione da leader di Jacob Young per ECM non solo presenta il primo passaggio del chitarrista al formato del trio, ma offre anche una visione più ampia della sua tavolozza compositiva, mentre lui, il bassista Mats Eilertsen e il batterista Audun Kleive esplorano un’ampia varietà di pulsazioni, temperamenti e stili, tutti legati insieme dall’abbraccio sempre melodico del musicista norvegese. 

«Young suona spesso in modo tranquillo e obliquo, ma gli piacciono i groove», ha osservato The Guardian. Che si tratti delle linee discendenti della title track Eventually, del groove di I Told You In October, della sottile ballata di Moon Over Meno o dell’approccio più robusto adottato nel blues di One For Louis – che Jacob chiama la sua «interpretazione personale di Rollover Beethoven» – c’è davvero un particolare attrito elettrico in gioco tra i tre musicisti mentre cercano (e trovano) nuove modalità di espressione nelle nove tracce che compongono l’album.

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