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Celebrazione di una dea carnale senza età

Madonna, la regina madre del pop, stupisce a Milano con il suo spettacolo celebrativo di 40 anni di carriera, cominciato con due ore di ritardo
– Uno show dinamico e colorato, pieno di luci e coreografie, che perpetua la sua immagine di icona inossidabile
«Voglio portarvi in un viaggio lungo la storia della mia vita. Musica, danza e tutto quello che amo, inclusi i miei figli, la racconteranno. È importante non dimenticare il passato e sapere da dove vieni»

Dicono che l’attesa aumenta il desiderio. Forse è per questo che le oltre 11mila persone che hanno riempito il Mediolanum Forum mercoledì sera, la prima di Madonna a Milano, sono letteralmente impazzite quando l’hanno vista apparire dopo due ore di paziente ed educata attesa. Uno spettacolare abito nero sembra far ruotare sul palco la diva con una sorta di aureola in testa mentre canta Nothing Really Matters tra le urla che salgono dalla platea.

Senza soluzione di continuità, Madonna indossa già un secondo abito (sarebbero stati 17 per tutto il concerto) per cantare Everybody con i ballerini ad accompagnarla. È solo l’inizio, ma un inizio folgorante da parte dell’artista che scoprì che poteva esserci una narrazione ad articolare un concerto pop, che il pop era qualcosa di più di un fronzolo per banalità e che la musica di grande spessore arriva anche attraverso gli occhi. In migliaia non hanno smesso di concentrarsi su di lei, tanto meno quando dopo Into The Groove ha spiegato che il concerto era un viaggio attraverso la sua vita artistica e che, considerando che l’arte riflette la vita, avrebbe avuto più letture. «Voglio portarvi in un viaggio lungo la storia della mia vita. Musica, danza e tutto quello che amo, inclusi i miei figli, la racconteranno. È importante non dimenticare il passato e sapere da dove vieni», annuncia.

E nel primo atto del concerto, quello che ha avuto una lettura più chiara e diretta (la giovinezza della star), New York è protagonista. Immagini dal CBGB, uno dei suoi locali leggendari, illustrano uno scatto furioso di Burning Up, con Madonna che suona la chitarra e lascia che i suoi capelli biondi le cadano sulle spalle, accentuando l’aria giovanile ed elegante del suo guardaroba. E la cosa sorprendente è che nulla nel suo aspetto scricchiola con questa sorta di eterna giovinezza di Madonna che, comunque, ha abbastanza intelligenza per non esagerare la sua prestazione di ballerina, fuggendo dalla frenesia mostrata in alcuni tour, quelli che faceva quando era matura. Una novità scomoda, forse non ancora del tutto sedimentata.

Madonna, nonostante i problemi di salute, impone uno stile che rappresenta una sfida per la sua età (65 anni): vuole essere, ed è, ciò che è stata in quei quarant’anni di carriera che celebra in questo tour, uno sguardo su se stessa e su una musica che ha raggiunto tutte le generazioni.

Lo spettacolo è dinamico e vitale, molto allegro e disinibito in questa prima sezione, che si chiude con Holiday, eseguita nella parte centrale del palco a tre ordini a rappresentare la torta dell’esibizione agli MTV Awards del 1984. Dietro, tre enormi schermi che amplificano la scena, chiudendosi con Madonna accanto ad un’enorme palla da discoteca, mentre si sentono i battiti di un cuore che sembra fermarsi. Una morte a chiudere il primo atto.

Il secondo si apre con Live To Tell e le foto degli amici, dei conoscenti e delle persone care che l’AIDS ha portato via, vengono proiettate sugli schermi ai lati del palco. Tra loro, Martyn Burgoyne, uno dei suoi amici di gioventù con cui condivise un appartamento quando non era niente e che l’aiutò a muovere i primi passi. 

Dopo un altro intermezzo, con monaci severi in scena e ballerini in una specie di gabbia rotonda rotante, e croci sugli schermi, ecco Like a Prayer, che Madonna canta con una corona di spine proiettata sullo schermo. Da questo momento in poi la narrazione diventa vagamente interpretabile negli atti successivi, sette in totale, separati da proiezioni e frammenti di temi non interpretati nella loro interezza. Perché sì, questo è un tour celebrativo, ma per Madonna questo non implica luoghi comuni. Vengono suonati grandi successi, ma molti sono esclusi, come Material GirlTrue Blue Frozen. Madonna canta i brani che hanno un significato per lei, come un’Erotica che esegue su un ring di pugilato con i ballerini nei panni di pugili. Non solo canzoni, ma anche le coreografie, come quella che dà il via a Hung Up, con i ballerini in controluce che troneggiano le loro sagome in apparente nudità, hanno fatto capire che il pop si esprime nel movimento.

Quattro dei figli di Madonna partecipano allo spettacolo, Mercy al pianoforte in Bad Girl, Estela nella coreografia di Don’t Tell Me, Dave alla chitarra in Mother and Father e Lourdes in Vogue.

Lei, mamma Madonna Louise Veronica Ciccone, è la dominatrice, sudata, con e senza parrucca, lunga o corta, mostrando o coprendo pelle, tesa o sciolta, di uno show spettacolare carico di luci e di immagini, dove il palco prende fuoco, come alla fine di Crazy For You. Una magnificenza che non mette in ombra Madonna.

E prima di affrontare la versione di I Will Survive, eseguita con la chitarra acustica, sotto un enorme cappello da cowboy, le parole prendono il sopravvento e Madonna si mostra sconvolta dallo stato del mondo, indicando che ogni vita è preziosa e che è favorevole all’inclusione delle persone di tutti i tipi indipendentemente dal loro orientamento sessuale, così come bisogna dare ospitalità agli stranieri.

Per la parte finale dello spettacolo, uno dei più completi e abbaglianti di un’artista che ha spesso regalato live act impressionanti per eleganza, originalità e audacia, Madonna riserva canzoni come La Isla Bonita e Don’t Cry For Me Argentina, mentre una ripresa quasi trance di Ray Of Light la vede volare sopra il palco a bordo di un rettangolo illuminato. Poi frena il ritmo con Rain per rialzarlo con un tributo a Michael Jackson, fondendo Like a Virgin con Billy Jean. La chiusura arriva con Bitch I’m Madonna e Celebration. La celebrazione di una dea carnale senza età. 

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