Storia

Capitali della musica/3: New Orleans

“The Big Easy” è la patria del jazz, ma non solo. Qui ogni tipo di musica ha radici: il blues, il rock, il funk, l’hip hop. In questa terra di magia e di mistero da secoli riescono a convivere più culture
Una banda improvvisata per le strade di New Orleans

“The Big Easy”, la città troppo “facile”, forse l’unica città “straniera” in territorio statunitense, la terra dove ancora, due secoli dopo la sua annessione per danaro, e non per scelta, al resto della repubblica americana, le contee si chiamano “parrocchie” e sopravvivono i “Cajun”, i profughi cattolici fuggiti dall’Acadia canadese protestante con i loro culti, la loro cucina, i loro riti, la loro lingua. E dove la adorata squadra di football non porta nomi di belve feroci, guerrieri, rapaci, ma quello di “Saints”, di santi. Siamo a New Orleans, la capitale della musica moderna, dove un secolo fa aveva cominciato a prendere forma una delle più influenti musiche del nostro tempo. È qui che King Oliver e Louis Armstrong avevano imparato a suonare la tromba (Armstrong addirittura nel riformatorio della città), è qui che la leggenda del malfamato quartiere a luci rosse Storyville (così chiamato perché voluto dal consigliere municipale Sidney Store nel 1896), intorno a Canal Street, generò un irripetibile clima di libertà, un miscuglio di vizio e creatività musicale il cui frutto fu la prima formalizzazione del jazz.

Allora New Orleans era la porta di una intricata frontiera, un brodo primordiale dove i residui della cultura francese si mescolavano a quelli anglosassoni, alle tracce animiste della religione africana, terra di magia e di mistero, dove i balli europei venivano espropriati dalla popolazione di colore e dai creoli e rigenerati nelle fantasmagorie sincopate del ragtime, dove i tamburi africani e gli strumenti a fiato si scontravano nelle strade in infuocate battaglie di improvvisazioni. Il jazz certo, ma non solo: da New Orleans arrivavano echi di blues, ibridi travolgenti come il cajun, personaggi venerati come Mahalia Jackson la più grande cantante di spiritual mai apparsa in America, e poi i Neville Brothers, Dr.John, la regina soul Irma Thomas, i fratelli Branford e Wynton Marsalis. Era stata la città di Jelly Roll Morton, che spudoratamente si proclamava l’inventore del jazz, di Sidney Bechet, di Buddy Bolden. E una di quelle dov’è nato il rock’n’roll, con Fats Domino. Era la città che attirava musicisti e ispirava canzoni celeberrime, da Do you know what it means to miss New Orleans, cantata tra gli altri da una struggente Billie Holiday, fino alla più moderna Moon over Bourbon Street di Sting, passando per The house of rising sun, la canzone folk grazie alla quale migliaia di giovani in tutto il mondo hanno imparato a suonare la chitarra, diventata un classico del rock per merito degli Animals. 

Non è una esagerazione, New Orleans è la città della musica per antonomasia, una culla generosa, accogliente, grazie a un’aria che si respira ovunque, nella Preservation Hall che perpetua il mito del primo jazz, negli studi di registrazione molto ricercati, come quello di Daniel Lanois in cui ha inciso anche Bob Dylan, nelle strade gonfie di locali che sprigionano musica quasi ininterrottamente, nei club come il Tipitina, la House Of Blues, o il Margaritaville di Jimmy Buffett, o ancora lo storico locale Big Easy che ha ospitato artisti del calibro di Louis Armstrong, Dr. John e Lil’ Wayne, diffondendo note che vanno dal blues al jazz, al funk e all’hip-hop. Senza dimenticare Frenchmen Street: si dice che la strada ospiti il più alto tasso di talenti musicali per metro quadrato al mondo. Perché New Orleans è ancora oggi un trampolino di lancio per portentosi talenti musicali. Quindi, non stupitevi se incappate in una festa di strada animata da una delle tante bande cittadine.

New Orleans città della musica. Un marchio visibile fin dall’arrivo all’aeroporto che non a caso si chiama Louis Armstrong (raro caso insieme a quelli di Rio de Janeiro intitolato a Jobim e di Catania dedicato a Bellini), con gigantografie dei tanti musicisti che hanno onorato la città con le loro invenzioni musicali. La musica per New Orleans è cibo, patrimonio, atmosfera, tutto è musica, dalle processioni dei funerali alle sfrenate feste del Mardi Gras.

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