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Bono e The Edge, gli U2 si raccontano

In pausa da cinque anni, sia discograficamente sia “live”, sia a causa della pandemia ma anche di una latente crisi creativa, gli U2, la più grande rock band del pianeta sembra momentaneamente aver messo da parte chitarre e microfoni, per prendere la penna e raccogliere le memorie di una storia straordinaria che dura da quattro decenni e che conta quattordici album in studio e un tour, il 360° Tour svoltosi dal 2009 al 2011, al secondo posto delle tournée con il maggior incasso di tutti i tempi. Ad oggi, gli U2 hanno venduto più di 157 milioni di album e vinto 22 Grammy, più di qualsiasi altro gruppo.

Surrender, 40 canzoni, una storia

«“Surrender”, arrenditi, è una parola carica di significati per me. Essendo cresciuto nell’Irlanda degli anni Settanta con i pugni alzati (musicalmente parlando), non era una prospettiva che mi venisse naturale. È una parola che avevo solo sfiorato prima di mettermi a raccogliere le idee per il libro», così Bono, il frontman degli U2, introduce il titolo, Surrender appunto, del libro di memorie che uscirà il primo novembre prossimo in tutto il mondo, in Italia per la Mondadori.

La copertina del libro di memorie di Bono

Sebbene la carriera di Bono sia stata ampiamente scritta, è la prima volta che il cantante irlandese ne parlerà in prima persona. L’autobiografia ripercorrerà i primi giorni di crescita del cantante a Dublino, inclusa l’improvvisa perdita di sua madre quando aveva 14 anni, il successo degli U2 e il suo lavoro di attivista nella lotta contro l’Aids e la povertà. Surrenderconterrà 40 capitoli, ognuno dei quali prende il nome da una canzone degli U2. Bono ha anche creato 40 disegni originali per il libro. In un video, diffuso sulle piattaforme digitali degli U2, Bono racconta un estratto del libro di memorie, utilizzando animazioni basate sui disegni per illustrare un estratto del capitolo Out of Control, che parla di come scrisse il primo singolo degli U2 nel giorno del suo diciottesimo compleanno, esattamente 44 anni fa oggi.

Bono spiega che la sua intenzione era che il libro «disegnasse in dettaglio ciò che [aveva] precedentemente solo abbozzato nelle canzoni. Le persone, i luoghi e le possibilità della mia vita. Surrender è la storia della mancanza di progresso di un pellegrino… Con una buona dose di divertimento lungo il percorso».

«Tutta la passione che Bono porta nella sua musica e nella sua vita, la porta anche sulla pagina», ha detto Reagan Arthur, editore di Bono alla Penguin Random House US. «Sette anni fa un’altra leggenda, il defunto editore di Knopf Sonny Mehta, ha acquisito il libro, perché sapeva che Bono rientrava nella tradizione dei narratori letterari irlandesi, e siamo stati fortunati ad avere gli appunti di Sonny su una prima bozza del manoscritto. Siamo ancora più fortunati che Bono non solo abbia una storia personale drammatica da raccontare, ma sia anche uno scrittore davvero dotato. La resa è onesta, intima, irriverente e profonda: uno smagliante ricordo di una vita straordinaria».

Bono, nato Paul David Hewson, ha incontrato The Edge, Larry Mullen Jr e Adam Clayton a scuola, e con loro ha formato gli U2 nel 1976, pubblicando il primo album, Boy, nel 1980. Il frontman è anche noto per il suo attivismo. RED, una campagna che ha co-fondato, ha generato più di 700 milioni di dollari per il Fondo globale per il trattamento e la prevenzione dell’Aids in Africa. Nel 2016 Bono ha co-fondato il Rise Fund, che investe in aziende che stanno guidando un cambiamento sociale e ambientale positivo. Per questa attività sociale ha ricevuto numerosi premi, tra cui la medaglia d’onore Pablo Neruda del Cile, la Legion d’Onore dal governo francese, un cavalierato britannico onorario, il premio Fulbright per la comprensione internazionale e la persona dell’anno dalla rivista Time (insieme a Bill e Melinda Gates). 

The Edge – oltre il confine

Altro libro che racconta la storia degli U2 è quello che Andrea Morandi ha pubblicato per Sperling & Kupfer, centrato sull’alter ego di Bono, il chitarrista The Edge, altra figura carismatica del quartetto irlandese. Alla fine degli anni Settanta, David Howell Evans divenne per tutti The Edge. Fu Bono ad affibbiargli quel soprannome: una parola, poche lettere e molti significati capaci di sintetizzare le mille sfaccettature del chitarrista degli U2. The Edge come “spigolo”, “acume”, “bordo”, “limite”, “crinale”: confini fisici e mentali da spostare un po’ più in là e superare, verso orizzonti sempre nuovi ai quali volgere lo sguardo. Tutto ciò, unito a una creatività fuori dal comune e a un’innata propensione alla sperimentazione, ha fatto di Edge una delle figure più importanti della scena rock internazionale degli ultimi quarant’anni. 

La copertina del libro su The Edge

Il libro s’intitola proprio The Edge – oltre il confine e racconta la vita del grande chitarrista, dall’infanzia fino alle ultimissime esperienze musicali, passando attraverso quattro decenni di rock ai livelli più alti. Dagli anni della Mount Temple School di Dublino all’incontro con Bono, Larry e Adam; dai primi concerti in piccoli club al Live Aid. «Fummo veramente sorpresi quando la gente cominciò a parlare degli U2 come una delle esibizioni memorabili del Live Aid», ricorda The Edge nel libro. «Pensavo scherzassero, ero convinto che avessimo fatto schifo. Ma ripensandoci, come feci una settimana dopo, cominciai a capire perché. Era stato il senso di reale, totale rischio, che è sempre eccitante in un evento dal vivo, e il fatto che Bono era stato tanto determinato a raggiungere un contatto fisico con il pubblico».

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